Raglio
La community dedicata agli Asini

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di : lakai
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Bella
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lakai il 12-Set-2024 in Generica
Il tempo, passa e…tanto tempo senza scrivere, non so se ha senso ma ora sento davvero il bisogno di condividere.
Era sera tarda quando in emergenza sono stato chiamato da Giulio, proprietario di un’asina di circa 25 anni, quando la conobbi era sdoma…lui stesso la definì “una tigre” attaccava chiunque le si avvicinasse, andai con una persona speciale e molto competente, brava nel dare educazione e metterli alla mano ed infatti venne fatto un buon lavoro di relazione/educazione che portò a migliorarne l’atteggiamento.
Aveva uno zoccolo che definire rampino è minimizzare il problema, si tratta di una Deformità flessionale dell'articolazione interfalangea distale.
Venne fatta una radiografia ed il risultato fù che l’articolazione era ormai calcificata e quindi irrecuperabile perché era stato lasciato trascorrere troppo tempo, l’asina avrebbe sempre camminato appoggiando sulla muraglia; Effettuai l’ultimo pareggio nel luglio 2022, poi il proprietario non si è più fatto sentire fino all’emergenza: “Bella è a terra, non si alza!” siamo andati l’addestratrice ed io, era a terra pelle e ossa, piena di pulci, abbiamo contattato un vet di grande esperienza in campo che nonostante fossero ormai le 22 in mezz’ora arrivò con la sua aiutante, l’abbiamo imbragata tirata su in quattro, il vet le ha fatto un’iniezione, ha prescritto una dieta per rinvigorirla un po', alimentazione con fieno buono e due razioni di pastone quotidiano da aumentare gradualmente.
Ovviamente ho guardato i suoi piedi…non è possibile… ma come … perché non mi hai mai più chiamato? Lo zoccolo ricurvo lunghissimo ormai toccava l’osso cannone, anche l’altro anteriore è diventato rampino ha oltrepassato la verticale e lei ormai su entrambi gli anteriori va in appoggio sulla muraglia, ma sul destro almeno l’articolazione si muove e consente buone speranze di recupero, due giorni dopo abbiamo fatto il pareggio dei piedi, ho dovuto utilizzare la sega a gattuccio per tagliare due sezioni di quello zoccolo. In questi giorni lei ha sempre dimostrato di reagire e combattere ma era molto debole e ogni volta che era a terra dovevamo sollevarla con le cinghie perché da sola con ce la faceva. Ieri era a terra, mentre le davamo da bere, debolmente ha calciato un po', ha aperto molto la bocca ed inspirato…poi nulla, si è arresa…non meritava di finire così ma soprattutto non meritava di vivere così.
Il senso di fallimento, di sconfitta fa venir voglia di non far più nulla di dedicarsi soltanto ai propri animali, di dire ma che si arrangino tutti non voglio più saperne…ma non è vero non si arrangerebbero, per ignoranza, trascuratezza o menefreghismo, molti animali vivrebbero male, quando deperiti e trascurati quando troppo alimentati, molti altri zoccoli si deformerebbero con ripercussioni su articolazioni, spina dorsale, denti.
Forse un po' di pausa ma crediamo che sia giusto andare avanti con la nostra collaborazione impegnandoci anche monitorando e sollecitando di più molti proprietari verso tutte le buone cure e sperando di riuscire ad evitare che si ripetano casi simili e portando l’asina Bella davanti agli occhi e nel cuore.

Esperienze e differenze
Commenti : 8
lakai il 11-Mar-2016 in Generica
Troppo caro! Troppo vecchio! troppo malridotto! Troppo … troppo.
Ho passato mesi alla ricerca d’un trailer usato per poter trasportare le mie asine, ho ricevuto tante indicazioni da conoscenti ed amici, ringrazio tutti, ogni volta ho chiesto, visto; ecco questo fa per me! … mi dispiace, già venduto! Ogni volta una delusione, ecco forse questo va bene!...Si … guardi possiamo vederci la settimana prossima; … un contrattempo, rimandare; … un altro contrattempo e rimandare ancora; che palle! infine arriva il momento, fa scendere la cavalla PSI … è bella ma nervosa … “ecco fatto adesso il trailer è libero e se le piace è suo!”
“ … quel buco sul legno della contro-sponda è il segno di un calcio, Lady l’ ha fatto mentre venivamo qui, sa è molto nervosa e quando sale sul trailer diventa impossibile, infatti è per questo che ho deciso di venderlo per passare ad un van, ho notato che li dentro viaggia più tranquilla” … Ivan è un fantino, fa gare, mentre dice queste parole sgancia e sposta la macchina, poi mi fa manovra ed agganciamo la mia. Seduti davanti alle tazzine del caffè parliamo di addestramenti, poi di zoccoli, lui è per la ferratura, ma non controbatte quando parlo di barefoot. Torno a casa, abbasso le rampe, una spruzzata d’acqua sul fondo e poi ci spargo sopra un po’ di paglia, lascio così ed aspetto un po’. Arriva Lana che fa subito la sua ispezione e poi scende e mi si avvicina scodinzolando, le asine s’avvicinano curiose ed odorano, da fuori assaggiano un ciuffo di paglia, ad ognuna indosso la capezzina e provo la manovra d’avvicinamento, un po’ di diffidenza è normale, con Norby giriamo intorno al trailer e provo dall’altra rampa, ancora un altro giro, tra una rampa e l’altra, passa mezz’ora scarsa e poi butto mezza carruba dentro, è fatta! la carruba si rivela sempre il mio efficace passe-par-tout, Norby entra piano piano, odora tutto, ripetiamo una decina di volte entrando sia da una che dall’altra rampa, ormai è tranquilla. Provo con Penelope ma si punta e non vuole saperne; ho un impegno, devo uscire e rinuncio, vedremo domani.
Secondo giorno seconda prova, Penelope non si lascia convincere da niente, neanche dalla carruba, penso che il tramezzo la intimorisca, lo smonto, neanche così va bene, provo facendo entrare Norby e legandola dentro in modo che Penelope sia invogliata a raggiungerla … macché ha deciso che non mi vuole accontentare. Provo un altro stratagemma: la porto nel recinto della capanna, sposto il trailer e lo parcheggio davanti al corridoio d’accesso, chiudo altre vie di fuga ed abbasso entrambe le rampe. In questo modo se vorrà uscire dovrà per forza passare dentro al trailer, s’avvicina ma si riallontana subito, ripete questa scena decine di volte. Provo ancora con manovre d’incoraggiamento entrando ed uscendo con Norby, si odorano, i loro musi si toccano … ma Penelope appoggia i due zoccoli anteriori sulla rampa e poi torna indietro, partecipa pure Lana, libero Norby nel recinto e dopo un po’ sale sulla rampa, sicura di sé attraversa il trailer e scende dall’altra per andarsene al pascolo … Penelope chiama, raglia e si dispera ma non riesce a vincere la sua paura. La striglio, la spazzolo, l’accarezzo, con la scusa di pulirle gli zoccoli la sposto e riesco a farle mettere due zoccoli sulla rampa, sembra tranquilla ma poi si blocca ancora; le passo una corda dietro, sotto alla coda e provo a tirare un po’, si punta e per paura che io possa vincere si siede coi posteriori. Mi vengono i nervi e la voglia di darle un cazzotto in testa, preferisco andar via lasciandola lì a cercare di risolvere da sola il suo problema.
Un senso di sconfitta, penso a tante cose, di certo sono io che sbaglio, eppure con Norby è andata benissimo subito, ricordo che quando me la portarono era ferita e terrorizzata, mi dissero che avevano faticato per caricarla sul camion … è comprensibile era del tutto selvaggia, non c’è paragone, mi vien da pensare che stavolta con lei è andata bene solo perché è brava, è magica … non è mio il merito, forse io non so far nulla … infatti Penelope che è nata da noi, è sempre lei che per prima mi si avvicina, è sempre lei che sale le scale (quattro gradini) per arrivare in veranda, è lei che infila tutta la testa dentro al finestrino abbassato della macchina, dovrebbe essere più facile … e invece ora? cosa devo fare? Rivedo scene di cui qualche volta son stato testimone, uno non riesce a far salire il cavallo sul trailer e via tentativi e fallimenti, pensavo che fosse colpa sua non dell’animale ed ora sono io a non riuscirci cosa sbaglio? Cerco di ricordare tutte le cose imparate, viste e sentite da altri, lette … Edwin Wittwer raccomanda e tranquillizza scrivendo: “Prepara ed aspetta, non è mai durato più di due giorni” Si … ma lui parla di cavalli, i tempi di risposta degli asini sono mooolto più lunghi, per quanti giorni dovrò provare riprovare ed aspettare?
Terzo giorno, non so più quante siano le prove, quanti e quali tipi di tentativi, quante considerazioni, ho perso il conto, sono avvilito. I pezzi di carruba allineati sul pavimento segnano il percorso da una all’altra rampa, Penelope mangia la prima, poi il collo teso non si allunga di più, le labbra si muovono, cercano di afferrare un altro pezzo ma i piedi sembrano avvitati a terra, non c’è verso di smuoverla, lana arriva correndo e si frega un pezzo di carruba … LADRA VIGLIACCA! Mi ritorna la frase: “ non più di due giorni” continuo a ripetermi che manca poco, di nuovo si oppone, coinvolgo ancora Norby, la porto vicino al trailer ed appoggio un blocchetto sulla longia in modo che possa pascolare li vicino, che non possa allontanarsi e che Penelope possa vederla attraverso le due aperture del trailer … inspira, sibila, raglia, tende il collo, un passo, tiro un po’ la sua longia e cede un altro passo, ha tre piedi sulla rampa, è ancora bloccata … scatta e passa dentro al trailer di corsa, ignora del tutto le carrube, quasi in scivolata è di nuovo fuori ma dall’altra parte, ce l’ha fatta! Edwin i giorni sono stati tre … faticosi! So già che dovrò ripetere tanto ed ancora tanto, ma … bene o male è un inizio.
di raglio.com
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lakai il 21-Dic-2015 in Generica
A volte qualcuno mi dice: “tu che sei appassionato di asini, dovresti frequentare facebook; sai, ci sono un sacco di profili in cui si parla d’ asini, perché non vai?”
Rispondo che lo so ma che non me ne frega niente di sguazzare su facebook, poi penso che in effetti ci stanno in tanti, trascorrono lì il loro tempo e forse i tanti loro buoni commenti/consigli/esperienze/scambi potrebbero star bene su raglio, forse…si forse anche su facebook fanno divulgazione sulla conoscenza degli asini, in fondo è quello che conta.
Se anch’io andassi lì a parlare d’ asini…mi aggiungerei ai tanti like o dislike, pollici verso o contro, mi piace-non mi piace, forse riscuoterei successo e collezionerei tanti web-amici…ma non è quello che cerco…per parlare di asini c’è raglio.com, ho sempre sostenuto (perché ci credo) che al mondo non esistono altri siti così, mentre in qualcuno degli altri siti si parla “ANCHE” di asini, in questo c’è qualcosa in più, c’è vita, c’è sangue, c’è passione. Mi ci trovo “quasi sempre” bene e quando vedo o leggo interventi di certi iscritti, la maggior parte delle volte mi si rallegra il cuore, mi sento tra amici, come se ci si conoscesse realmente, con qualcuno è proprio così, se andassi via mi sembrerebbe di far qualcosa di ingiusto o irriconoscente.
A volte si leggono giorni di …”NIENTE”, una piatta assoluta! Nessun nuovo argomento! nessun commento!
penso che tutti (o quasi) la pensiamo allo stesso modo, nel senso che tutti (o quasi) andiamo interessati ad aprire per vedere novità, tutti (o quasi) restiamo delusi nel vedere che non ce ne sono, tutti (o quasi) aspettiamo che sia qualcun altro a mettere il primo messaggio interessante in cui poter appiccicare il proprio commento.
Il sito è di tutti (senza quasi), l’interesse di scrivere dovrebbe essere di tutti (senza quasi), la voglia di tenerlo vivo dovrebbe essere di tutti (senza quasi).
A questo proposito qualche anno fa (quando eravamo 1000 iscritti), Ragliaconnoi scrisse che (vado a memoria e mi scuso se sbaglio) pur essendo in tanti, si era in pochi a scrivere mentre la maggior parte non interviene mai, qualcuno non ha mai inserito un solo messaggio e lascia pensare di non volerne inserire.
Convengo che purtroppo è vero, la sua constatazione non faceva una grinza, ma essendo un sito libero non si può certo imporre l’obbligo di frequenza o regole con obbligatorietà di almeno un minimo di “x” messaggi o almeno un minimo di “y” argomenti o foto o video o almeno un minimo di “z” partecipazione ai raduni.
Il sito ha diversi anni sulle spalle, gli argomenti… sono quasi tutti stati “toccati”, affrontati, più o meno
approfonditi, ripetuti; in questo sito TUTTI abbiamo imparato qualcosa.
Tempo fa Nerone scrisse che Raglio.com era “arrivato al capolinea” ecc. ecc. (anche in questo caso vado a memoria e mi scuso se sbaglio), ma siamo ancora qui, il numero è aumentato, siamo quasi 2500, quel numero ha tendenza a salire sempre, un bel record, e allora? Non c’è forse di che essere contenti? Allora all’apparenza tutto va bene, ma purtroppo molti s’ iscrivono e dopo un primo entusiasmo di pochi messaggi spariscono, altri dopo una più o meno lunga militanza intensa decidono che non ci stanno più bene e cancellano il loro nick, qualcuno non fa neanche quella fatica ma smette semplicemente di cliccare sul link d’accesso; viene da chiedere se qualcuno di loro ha perso l’interesse per il sito o per gli animali.
Come sempre fin dal mio inizio in questo sito, dico la mia a modo mio cercando di rispettare tutti e non offendere nessuno, so che quando si dice qualcosa ci si espone sempre alle considerazioni altrui, l’importante è che non manchi mai il rispetto. Ho scritto che mi trovo “quasi sempre bene”, ecco! “ quasi” significa che qualche volta “non” mi trovo bene, purtroppo a volte capita che il clima si riscalda esplode una litigata e poi si sta tutti col muso, in silenzio, ma poi … riappare qualche foto, dei commenti, poi un blog, altri commenti e si … dai si riprende il giro.
augurios e saludos a tottus
Penelope
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lakai il 27-Apr-2015 in Generica
Non avevo proprio intenzione d’invadere oltre in così poco tempo, ma oggi è il compleanno di Penelope, tre anni con noi! Ho iniziato con la strigliata, poi il contropelo, spazzolata finale ed infine gli zoccoli, poi d’istinto le sono scivolato sulla schiena per un abbraccio…por macosafai? Ha abbassato improvvisamente il collo, le orecchie piegate all’ indietro ed in giù, la bocca quasi a terra ed ha iniziato a masticare con forza a vuoto… E’ IN ESTRO! Senza più appiglio sono sceso subito, aveva la coda sollevata, poi…non racconto il resto per rispetto, sono cose sue; anche Moglie s’ è meravigliata. Poverina non l’avevo mai vista masticare così forte ed a lungo, in tutte le altre volte viste, lo faceva solo per pochi secondi; stavolta sembrava che soffrisse, mi ha toccato il cuore, avrei voluto poter fare qualcosa ma non credo che ci sia niente da fare se non fornirle un maschio che non ho a disposizione. Speriamo che passi in fretta.
Ho avuto un’altra conferma quando entrando nella capanna ho visto la chiazza chiara rappresa sul tappetto nero di gomma.
Auguri Penelope!!!
Cose che capitano
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lakai il 25-Apr-2015 in Generica
Efisio non ha figli.
Lui e la moglie riversano tutto ciò che possono sugli animali, tanti cani e ancor di più gatti, anche Buono era uno dei loro figli, gli comprava il mangime per cavalli da corsa; lo rimproverai in modo duro per questo, ho rischiato che mi dicesse di farmi i fatti miei, ma ho voluto correre il rischio ed ho spiegato dei problemi causati dalla sovralimentazione e dalle sostanze troppo proteiche, so che i miei modi non sempre sono eleganti ed è facile indisporre chi ascolta, ma come amico ne sentivo il dovere.
Do alle mie asine le “bucce” delle carote tagliate col pelapatate, Efisio comprava appositamente le carote per darle a Buono; in questi anni ci siamo fatti molte chiacchierate sugli asini, su ciò che io facevo e faccio, gli ho raccontato di Raglio, delle esperienze condivise, esercizi, prove, ha visto tante mie foto in cui le mie asine tirano la treggia o mi aiutano a portare la legna o pulisco gli zoccoli o mia figlia è in sella, gli ho passato i miei appunti ecc ecc. lui invece lo accarezzava e gli faceva la pulizia degli zoccoli, soltanto questo, niente di più, quando una volta gli dissi della castrazione, nel toccarsi le palle mi fulminò con uno sguardo severo e…IO QUESTE COSE NON LE FACCIO.
Una volta che uscendo dal lavoro andai da Buono per un pareggio, trovai un pezzo di ghiaia che incastrato nella linea bianca aveva spaccato un pezzo di muraglia, gli spiegai delle setole e del pericolo tarlo (la foto è del giorno del pareggio, il dito anteriore sinistro è quello con la muraglia spaccata); gli regalai la mia boccetta di miscela pseudo Villate e raccomandai di metterla spesso e gli dissi dell’aceto di mele, ogni volta che ci vedevamo volevo un rapporto dettagliato della situazione, mi faceva vedere le foto nell’hiphone.
Ciao, potresti trovarmi qualcuno che compri il mio asino? chiedo 200 euro, L’ho pagato 150, ho speso per microcip, libretto, vaccini ecc, non voglio guadagnarci, regalo anche la capezza! voglio qualcuno che non lo mangi, che lo tratti bene, che sia sicuro…se lo prendi tu te lo regalo!
Una valanga di parole scaricata a massima velocità!
Mentre la rielaboravo confuso, mi venne in mente la prima volta quando andai a vederlo Buono, mi vennero in mente i tarli che aveva iniettato nel mio cervello… quando fui io a chiedergli se conoscesse qualcuno che potesse vendermi un asino, mi sento in debito con lui.
M’ha gelato il sangue! COS’E’ SUCCESSO? Perché lo vuoi dare? Seguì una chiacchierata in cui era visibilmente in difficoltà, la ragione dettava la scelta fatta, il cuore gli faceva luccicare gli occhi, cercava di evitare il mio sguardo, l’ho capito ed essendo in difficoltà anch’io, per rispetto ho cercato di evitare il suo.
Chiesi un po’ di tempo e poi finalmente saltò fuori che il fratello di Ettore potrebbe prenderlo con se, hanno due cavalle ed anche una Giara ed inoltre c’è già un’asina, due anni fa gli fu rubata col redo e dopo tre settimane trovarono solo lei che vagava, sporca, magra, spaventata, del redo…il sospetto/quasi certezza che sia finito arrosto.
Li ho messi in contatto, hanno combinato e via 50 km di viaggio in trailer.
Questa cessione m’ha messo un po’ di tristezza, da allora anche Efisio aveva un sorriso spento, come sempre aspettavo di vedere quella sua manona aprirsi a ventaglio per un saluto ma sembrava che mi volesse evitare. Quasi mi sentivo in colpa per aver trovato l’acquirente.
Ieri è arrivato con tutti i denti visibili, la sua faccia sembrava ancor più larga “Sai sono andato a trovare Buono, STA BEEENE!!! non mi ha neanche calcolato, era appresso agli altri animali in un pascolo enorme, m’ha fatto piacere, adesso sono più tranquillo”.
Anche se ogni tanto Ettore mi riporta ciò che accade, io continuavo ad avere una strana sensazione addosso. Natalino morto, Buono dato via, Rebek salvato da condanna ma è ancora a rischio, stanno succedendo troppe cose agli asini che conosco, tutte troppo vicine.
Stamani ero libero, gli scarponcini nuovi sembravano un pò stretti, con la scusa di provarli pieno alla moto e via per un giro; le curve di Bosa, pensavo ancora a lui, a questi ultimi giorni, non sempre piacevoli non sempre facili, a volte si ha bisogno d’aiuto e non si riesce a chiederlo…non si trova il modo; per il ritorno ho scelto un’altra strada, mi porta in zona, già che c’ero son passato anch’ io a trovarlo.
E’ sempre un bell’asino, forse è anche più bello di prima, da quando lo vidi l’ultima volta è un po’ dimagrito e direi che appare rientrato in linea, sembra contento con i suoi nuovi amici, m’aspettavo di vederlo insieme all’asina ma sta sempre appresso a Tigre la Giara semiselvaggia che invece corre più veloce di lui, l’asina era dall’altra parte che brucava in solitaria, tranquilla, con la coda che accarezzava l’aria, questo fatto mi ha meravigliato, mi viene il sospetto che Tigre sia in estro ma non lo dico a Giulio il nuovo proprietario, non voglio rovinargli il sapore della scoperta, vedremo se il prossimo anno ci sarà un nuovo mulo tra noi. Prima d’andar via ho dovuto “assaggiare” come aperitivo due tipi di vino diversi, fatti da Giulio, Superlativi! E’ stato lo spauracchio del ritiro di patente che c’ha fatto smettere; col bicchiere della staffa in mano, prima d’andar via ma m’ha fatto promettere che sarei tornato…non mi sembra vero. La stretta di mano è quella solida, sincera. Si m’ha rincuorato, anche gli scarponcini sembrano calzare meglio, con la celata alzata e l’aria in faccia mi godo quell’ armonia di punterie davanti alle mie ginocchia. Ancora, GRAZIE EFISIO.
domenica mattina
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lakai il 07-Dic-2014 in Generica
Oggi strano umore, non avendo voglia di far niente ho investito il tempo a… star seduto su un tronco, vedevo le asine brucare, si sono avvicinate per rincominciare a brucare a pochi metri da me, anche Lana (magnifica cagnetta meticcia) è arrivata subito per farmi un po’ di feste, ma soprattutto per raccogliere un po’ di carezze, Penelope gelosona subito ha smesso di brucare e si è avvicinata di più, fino ad un metro, poi ha iniziato a guardare Lana con insistenza, si è avvicinata ancora e mi ha fiutato per bene. Norby invece ha fatto l’indifferente restando ai suoi ciuffi d’erba. Penelope strappa e mastica, per un po’ continua così, poi vedo che dopo aver strappato una piantina d’erba, sfrega la parte delle radici sul cordolo del muretto finché non sono pulite dalla terra, continua e ripete l’operazione con le radici di un’altra piantina. Ora Lana e Norby si odorano a vicenda, poi Norby le infila il muso sotto la pancia e dopo averla prima sfregata, con una musata (seppur leggera e delicata) la sposta di mezzo metro (Lana è di taglia medio piccola, quindi leggera), ma lei non scappa, sta lì si lascia odorare tutta la coda fino in punta, poi la zampa posteriore… anche quando Norby accenna un assaggio prima con le labbra prensili poi coi denti, non è un morso, solo un assaggino, lei si gira di scatto a guardarla e quella smette per poi rincominciare (mi ricordano…uno due tre stella). Ora è Norby a stare ferma e Lana restituisce le annusate, gli assaggi sotto al mento, nel collo, leccate sulle orecchie, entrambe sembrano gradire e provar piacere nel raccogliere queste manifestazioni da parte dell’altra. Continuo a non aver voglia d’alzarmi, resterei volentieri a godermi quest’armonia, d’un tratto Lana fa uno scatto, parte come un razzo, salta, corre ad inseguire (dalla parte interna della rete di confine) una motocarrozzetta che passa in strada, poi torna e rincomincia il gioco interrotto con l’asina.
Sento una grande differenza tra l’equilibrio che oggi regna e il periodo scorso da quando è arrivato Zar cucciolone corso di 9 mesi regalatomi da un conoscente, cane educato, sempre stato in appartamento in cui aveva tutto il tempo per annoiarsi tra il tappeto del soggiorno e quello del terrazzino, delicato e rispettoso con noi, mai invadente, a volte fifone come è tipico di certi cuccioli, sembrava una pantera sia per colore che per mole, molto più grosso ma caratterialmente simile ad Aura la femmina corso che avevamo anni fa. Zar poteva finalmente correre libero in tutto lo spazio, aveva fatto amicizia con Lana, la seguiva, era lei il capo. Era scatenato con le asine, le rincorreva in un galoppo esasperante costringendomi ad intervenire e sgridarlo, allora timidamente facendo un giro largo scappava a rannicchiarsi sullo zerbino, e restava così fino a che non usavo un tono più pacato. Ormai stavo sempre vigile, accorrevo ad ogni abbaio o raglio, aveva perfino incassato qualche calcio da Norby che da capobranco difendeva se stessa e la figlia, a volte era lei ad attaccarlo ed inseguirlo quando s’avvicinava troppo. Pensavo e speravo che avrebbero raggiunto un equilibrio, si sarebbero rispettati. Le asine spesso stavano al pascolo lontano, guardinghe e sempre vicine tra loro, non si lasciavano più avvicinare volentieri da nessuno, neanche da mia figlia. La sera, prima di farle rientrare nel loro recinto con dentro la capanna, dovevo legare i cani in un posto non visibile dal loro passaggio e pulire i loro zoccoli stava diventando un problema tanto erano nervose. Zar sembrava rassegnato… invece aspettava che nessuno di noi fosse presente, un giorno ho visto una ferita sanguinante nella natica di Norby c’era il segno di un morso… Zar! Non potrei stare sempre di guardia, tenerlo chiuso o legato sarebbe stato inumano e non avrebbe avuto senso. Con dolore ho preferito restituirlo al proprietario lasciando un vuoto intorno a noi, Lana è stata triste e lo cercava per diversi giorni, ancor oggi a volte s’ infila in quella cuccia troppo grande per lei, Moglie e figlia in lacrime, io…beh passerà! Solo le asine dimostrano di aver gradito.
Ciao Zar.
delle volte
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lakai il 15-Set-2014 in Generica
Delle volte succede di venire avvolti da una specie di ribellione, ansia, voglia di muoversi, reagire…mi è successo oggi, mentre spaccavo legna da preparare per l’inverno destinata al caminetto, vengo aggredito da un rifiuto, ho conficcato la scure in un ceppo, mi sono cambiato al volo e poi avviato per un giro in moto, volevo rilassarmi con una buona passeggiata. Imboccata una delle tante strade tortuose, intorno a me vedo campi, qualche bella valle e mentre seguo l’asfalto… “Beato te”…mi rimbomba la frase sentita in diverse occasioni e situazioni “beato te che vivi in questo posto” mi arriva incontro un’altra curva, quarta terza, poi un rettilineo e posso sollevare lo sguardo per un pò, traguardando fra due costoni vedo un triangolo di mare, ne sento l’aria, masticarla mi dà piacere, ne sento ancora il sapore tra lingua e palato anche quando non lo vedo più, altra curva, terza seconda, per un attimo nel metterla giù intravedo con la coda dell’occhio qualcosa che mi resta come un fotogramma da un millesimo, qualcosa di familiare… credo qualche paio d’orecchie, data la posizione non posso distrarmi ma solo proseguire per fermarmi più in la e poi tornare; “qualche paio” va tradotto in otto asini che da dietro “sa cresura” mi lanciano qualche occhiata di sfuggita fra una brucata e l’altra, qualcuno facendo finta di niente si avvicina continuando a brucare, altri restano estranei tra cardi selvatici secchi ed altre sterpaglie, intorno non c’è nessuno, in lontananza vedo una vasca da bagno quasi certamente usata come abbeveratoio, mi chiedo se sia piena e se l’acqua sia pulita; non c’è traccia di costruzioni, case, stalle o altro, loro sembrano i padroni assoluti di quella tanca. Forse sono fortunati, ma forse…saranno accuditi e curati da qualcuno o… semplicemente mollati lì per ripulire il posto? A giudicare dalle loro condizioni sembrano a posto, il pelo magari vorrebbe un po’ spazzolato, ma nel complesso sembrano in buona forma, anche gli zoccoli non appaiono mal messi, alcuni andrebbero un po’ pareggiati, ma non sono troppo lunghi o deformati come altre volte m’è capitato di vedere/toccare, è anche vero che con tutto quel terreno e a camminare tutto il giorno riescono di certo a consumarli e tenerli in forma. Vederli così trasmette tranquillità, mi siedo su un masso e aspetto, non so cosa ma aspetto, farei qualche foto ma purtroppo non ho con me la macchina e il telefono a cozza fa foto pessime quindi rinuncio. Di tanto in tanto sento dei campanacci, dal tono medio/acuto sembrano quelli di pecore ma non ne vedo in giro, poi il raglio…questo è familiare, loro si girano a guardarmi incuriositi…è la suoneria del mio telefono mi ricorda che devo tornare al mondo, fra tante cose c’è anche la legna che mi aspetta, a malavoglia indosso la bardatura e parto con una certezza, tornerò in questo posto di pace. Si, si forse è vero…fintanto che riuscirò a godere di queste piccole e semplici cose…credo che si possa dire “beato me”.
un... vortice
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lakai il 20-Set-2013 in Generica
Lana guaisce, ogni tanto da una grattata alla porta, freme, sa che sono sveglio, vuol entrare …”zitta! O finirai per svegliare tutti”; la tastiera è malamente illuminata dallo schermo, faccio fatica mentre cerco di riordinare le idee, sono in difficoltà, mi sento stanco.
Ho in testa delle cose strane che non riesco…Esperti… Ho tanto cercato esperti per poter imparare … MAMMA MIA! Si …certo sapevo che non avrei trovato soltanto zucchero e miele ovunque, ma…purtroppo soltanto poche volte sono andato via appagato, tranquillo, avendo respirato aria di armonia, di benessere soprattutto nel rapporto animale-uomo. purtroppo ho paura che forse dovrò rassegnarmi a fidarmi soltanto dei libri e filmati, visti, rivisti, studiati, attimo per attimo sperando (a questo punto) che siano reali e non fantasia, sogni.
Dal vivo ho visto cose un po’ sconcertanti (per me): animali alla catena, con all’altro capo un albero, che vengono spostati ad un altro albero solo dopo che hanno strappato l’ultimo filo di vegetazione (mi domando: che gestione è?). Di capanne o rifugi…nemmeno l’ombra.
C’è chi prova piacere a cavalcarlo a pelo forse non sapendo che può fargli male, ma pretende che sia giusto farlo.
C’è chi per lenire le ferite causate e o martoriate da mosche e tafani, le ricopre con fango e mi guarda strano quando parlo di disinfettare con il betadine, o di fasciature o di insettorepellenti.
C’è chi riceve regolarmente il veterinario per il bestiame, ma l’asino no…lui non ne ha bisogno.
Per non parlare poi di zoccoli, a volte… ne ho visto certi che sembrano le antiche calzature arabe, altri scarciofati, altri a mò di papera, altri col fettone tanto lacerato da sembrare corroso e ci vorrà chissà quanto per riavere una forma decente, altri addirittura senza neanche l’accenno di fettone...non c’è proprio più.
Ho preso contatti, Cercato d’ informarmi, corro dietro e mi raccomando presso chiunque, chiedo di farmi presenziare durante le visite veterinarie, ma soprattutto per le operazioni di mascalcia sia di asini che di cavalli e pony, voglio vedere cosa e come fanno, …beh purtroppo anche fra i professionisti a volte qualcuno mi ha lasciato perplesso, già solo al vedermi con guanti e scarpe antinfortunistica, capita che lascino scappare sorrisi da presa in giro, (qualcuno accenna a mani da signorina o a lavare i piatti o mostra una gloriosa cicatrice o un’unghia deforme come se fosse una medaglia di guerra, forse per dimostrare che appartiene alla categoria di veri uomini quelli duri…e mi chiedo “hai ancora bisogno di dimostrare queste cose?”) c’è chi si gonfia un po’ per mettere ancor di più in evidenza la differenza fisica tra noi, come se fosse sintomo di bravura, di capacità; alla formulazione di qualche domanda, talvolta sento dire “ma quella è solo teoria, la pratica è tutt’altra cosa”; è probabile che sia vero, forse io sono imbottito soltanto di teoria, come quando al lavoro ti sentivi dire: “ma abbiamo sempre fatto così e ora arrivi tu credendo di poter cambiare le cose”, poi succede che a volte si riesce a dimostrare che quel “abbiamo sempre fatto così” potrebbe significare“abbiamo quasi sempre sbagliato, o per lo meno ci si potrebbe mettere il dubbio” e si cercano altri modi di procedere, pronti a cambiare nuovamente se si dovesse trovare un altro modo, più sicuro, semplicemente, con umiltà, per cercare un modo “migliore”, senza pretesa di cambiare il mondo o fare tutto perfetto, giusto, solo cercando di capire e forse sbagliare meno… se possibile.
Forse mi lascio troppo intenerire e penso che l’animale possa soffrire, forse forse forse, sarà tutto vero ma io credo che un minimo d’umanità… e poi concedere anche un po’ di dignità all’animale che si deve trattare. Non è lui che ha colpa se il proprietario non l’ha mai abituato a concedere il sollevamento degli arti o la manomissione degli zoccoli…e ora lo si vuole dominare; e un po’ sale la rabbia …com’è che il proprietario “esperto” che fino ad ora s’è preso tanta calma e trascuratezza, ad un tratto gli viene la fretta di rimetterlo in sesto? E DEVE ricorrere alle maniere forti? Credo che dopo aver lasciato deformare gli zoccoli così tanto, non si possa effettuare un taglio e riportarli direttamente a pareggio normale, ma sono del tutto convinto che l’operazione debba essere fatta almeno in due se non tre tappe, magari ravvicinate, circa 10-15 giorni, proprio per concedere all’animale il tempo di una riabilitazione graduale, riabituarsi ad un nuovo assetto, a dei nuovi movimenti. Dato che si opponeva alle operazioni, ho visto legarne uno tra le forche del trattore (quelle usate per sollevare le rotoballe), ho provato a calmarlo, gli ho parlato, fatto qualche carezza e poi gli ho messo in bocca mezza carruba, è stato un po’ fermo ma poi l’ha sputata e s’è agitato nuovamente, poi parlando scopro che ha quindic’anni e MAI gli sono stati sollevati gli zoccoli. È successo che provando a fare qualche foto qualcuno s’insospettisse, “mi servono per studiare”, a volte l’atteggiamento quasi diventa ostile (come se volessi denunciarli e non gradissero testimoni), certe volte si deve rinunciare. E ancora…l’ultima vista l’altro giorno…”la cauterizzazione”…nelle epoche andate probabilmente era l’unica soluzione, ma forse ora si potrebbe fare in altro modo, per lo meno esisteranno certo altri sistemi, prodotti …e invece vedo arroventare un ferro e poggiarlo sulla ferita nella suola, dopo che ha versato sangue “a cantaru” (rubinetto). Oppure quando chiedo “che lo ferri a fare per tenerlo quasi sempre fermo?”la risposta secca: “L’animale sta meglio!”
Penso: “MEGLIO? Ma piantala! Meglio starebbe se fosse in mano ad un altro”. Senza voler accendere discussioni su “piede scalzo o ferrato, invasione di chiodi/espansione di zoccolo/ecc”…credo proprio che starebbe meglio con un minimo di considerazione in più, con intervento e compagnia di qualche persona che ne rispetti la dignità, che…ufff… si mi sento proprio stanco, sconfortato, svuotato, in difficoltà.
Mi viene da pensare che non meritano la devozione di animali trattati in questo modo, mi viene da pensare che da persone così poco rispettose forse non lascerei avvicinare neanche la mia graziella vecchia ed arrugginita lasciata in un angolo con le ruote sgonfie. Devo far finta di niente? Devo intervenire? Protestare? Ma loro sono esperti, professionisti, veterani, io novellino sono lì solo per vedere, provare ad imparare…ma imparare ché? Se fate pietà! E non avete voi pietà per il poveraccio di turno, e devo pure ringraziare, dimostrare riconoscenza per gli insegnamenti...in fondo riconosco che… si devo ringraziare per avermi dimostrato come NON si deve fare, già…è importante pure quello.
Quand’ero bambino vedevo Tiu Zerò…non aveva certo studiato Lui, a malapena sapeva che esisteva la scuola, figurarsi studiare etologia o metodi di doma dolce tipo Roberts o Parelli o Tellington; chissà quante volte, fermo davanti a casa dove giocavo nella strada polverosa, m’avrà mandato con 20 lire a comprargli 2 alfa e un cartoccio di zucchero (allora sigarette ed alimenti si vendevano sfusi); l’avrò osservato mille volte vibrava le labbra brrrrrrrr e l’asino partiva, un lungo OOOOOOOOH e si fermava; tutti i giorni, lo accarezzava e a volte gli parlava, logicamente in sardo, già che lui… Tiu Zerò non parlava l’italiano; a volte furibondo per qualcosa, lo malediceva, malediceva il mondo intero, ma mai un colpo, l’asino sempre lì, fermo accanto a lui, non faceva una grinza, poi si calmava e lentamente… qualche frase bofonchiata, una carezza all’asino e due monete a me per comprare due alfa, cartoccio di zucchero e caramella, così eravamo tutti a posto (l’asino leccava lo zucchero, lui fumava e a me la caramella), (forse era un modo di chiedere scusa) s’era sfogato e rincominciava ad affrontare la vita, giorno dopo giorno insieme al suo asino. Non era facile neanche allora, anzi… certe cose che oggi sembrano tanto ovvie, naturali, allora erano proprio inimmaginabili, ma sono certo che rispettasse il suo animale e che non l’abbia mai maltrattato, ma che anzi ne avesse buona considerazione e premura; forse è stato proprio lui ad insegnarmi qualcosa in più. Forse la vita era semplicemente dura per tutti sia uomini che animali e fin qui credo di riuscire ad arrivare a comprendere, ma...oltre ho paura di non riuscirci proprio. Tutto questo mi brucia e… sono certo che qualcuno mi direbbe volentieri “ma vai al mare e lascia perdere”. Già forse sarebbe meglio, non siamo mica tutti uguali, ma a volte si parte da una semplice curiosità e più si riesce a colmare più resta da fare e…no ora basta… mi scuso per aver gridato cose…anche un po’ disordinate… avevo proprio bisogno di farlo, di scaricare un pò di rabbia, qualcuno forse mi capirà …
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