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Incesto-Buridano Commenti : 3 max il 01-Nov-2016 in Generica | |
E' il 4 settembre: poto i 'succhioni' degli olivi. Sento, ogni tanto, colpi al legno del capann degli asini. Interrompo e mi avvicino. Sono almeno due o tre lune che sbaglio, quindi devo vedere. Arrivo e Luana è agitata dentro, incalzata da Lou, che appena mi vede, esce. Luana si sdraia. Appena Lou realizza mi lascia e ritorna a costringere Luana, sempre più agitata, a rialzarsi. Allola lo prendo e lo posto in un altro recinto. Ritorno al capanno e Luana è sdraiata e espelle liquido e placenta: esce un fantasma, col lenzuolo si muove tutto e cerca di liberarsi. E' più grande di Luo, quando è nato. Vado a prendere la macchina fotografica. Torno e mamma e piccolo sono fuori dal capanno, senza placenta. Tenta di alzarsi ma le gambe lunghe e secche non reggono. Luo era stato più veloce. Controllo sempre da lontano. Luana lo lecca, lo odora, lo spinge col naso. Sono passati alcuni minuti. Ho avvisato la famiglia della nascita e torno a vedere. Il piccolo è in piedi, un po' frastornato. Devo capire se è una Sivana o un altro (il quinto di Poggio del Raglio) maschio. Lo tasto: delusione. Aspettavo Silvana, ma è arrivato un altro maschio, che non potrò tenere. Scrivo a Irene proponendo il nome (tocca a me, stavolta). Syd è bocciato, allora propongo Buridano. Dopo la spiegazione, pare sia accettato. Abbiamo Buridano, figlio dell'incesto tra Luana e Lou. E ora? E' dolcissimo, comunque, e molto grosso: la taglia, mi sa, è di sua mamma, ma mantello, portamento e orecchie sono del babbo (ereditate da Pucciotto). Sono passati quasi due mesi , dopo l'iniziale difficoltà di Luo ad accettarlo (con Luana a scattare per proteggerlo), sembra si stiano abituando, ma la situazione è difficile. Tra poco Luana sarà di nuovo pronta. Devo decidermi sul da farsi. Però, è dolcissimo... | |
Lou (Reed) Commenti : 4 max il 06-Nov-2013 in Generica | |
E' un maschietto vispo (ho gia' preso un calcetto nella visita). Poccia bene ma ha qualche colpo di raffreddore. Dice il veterinario di attendere, ma non rocordo una cosa simile per Gustavo. Lou somiglia molto a Gustavo (quindi a Pucciotto): croce, colore, orecchie. La mamma e' premurosa e spero non manchi niente. Lou e' la scelta di Irene, che vuol cosi ricirdare uno dei poeti del rock. Ma spero gli si addica, in futuro. Spero a breve di risolvere il problema foto. | |
Lou o Silvana? Commenti : 16 max il 05-Nov-2013 in Generica | |
Arrivo a Poggio del Raglio alle 11,00 circa: ci sono i muratori per uno smottamento per le piogge. Cerco Luana ma non la vedo. Mi avvicino e la vedo sdraiata in uno spiazzo. La chiamo, si gira ma non si muove. Mi avvicino e capisco che sta partorendo. L'accarezzo e la lascio sola. Si contorce. Comincia a uscire la placenta. Passano pochi minuti e qualcosa di diverso esce: è bianco, coperto dalla placenta, ma si intuiscono le orecchie lunghe ed i movimenti ancora goffi. Passano altri pochi minuti e tenta di alzarsi con fare incerto: ha le 4 zampe puntate e larghe. Luana l'aiuta. Cade. Riprova ed è più stabile. Quando si assesta comincia a cercare, aiutato, le mammelle per attaccarsi. Ma ancora è incerto e confuso, probabilmente. Decido di andare via. Sono le 12,30. Vado a casa. Ho avvisato in diretta Paola e Irene che, se è maschio, ha già sceltro il nome: LOU (è proprio fissata!). Non mi avvicino per non disturbare. Lo vedrò meglio nel pomeriggio. Sono le 16,,0 e sono a Poggio del Raglio con Paola e mia madre: ora non è più bagnato, si vede bene ed è più sicuro. non l'ho visto attaccarsi al latte, ma i muratori mi hanno assicurato di averlo visto. Luana ci viene incontro. E lui (o lei) dietro. Le allungo qualche chicca e lui, deciso, viene da me. Lo accarezzo e ci sta. Allora lo visito: pare un maschio, ma non ne sono del tutto certo, perchè non sta fermo del tutto. Domani vedrò meglio, ma più ci penso è più è un maschio. Ho visto che Luana non ha toccato la sua razione di fieno: la chiamo e lo raggiunge. Il piccolo rimane lontano, lei se ne accorge e lo recupera, ma lui mìnon vuol saperne di entrare nel capanno, allora lo aiuto, mentre lei mangia. Decido che è ora di lasciarli in pace, ci allontaniamo. Io resto indietro e mi sento qualcosa di strano. Paola si gira e ride: il piccolo mi ha seguito, attaccato alla schiena. Preoccupato mi fermo, ma Luana è già scattata e lo raggiunge. Li accarezzo un po' e mi riallontano. Finalmente non mi segue e torna nel capanno con sua mamma. Domani torno a vederle, mentre Irene, tornata a buio dal tempo pieno, è già partita per andarlo a vedere, di nuovo con sua mamma. | |
Non lo avrei mai immaginato Commenti : 14 max il 29-Ott-2013 in Generica | |
E' domenica. Sto preparando la stalla per l'inverno (scoli, paglia, pulizia). Poco lontano ci sono Luana e Pucciotto che lavorano la potatura di olivi. Ad un certo punto sento improvvisamente Pucciotto tossire. Mi fermo, lo guardo che mi guarda e viene verso di me. Lo accarezzo e coccolo un po' e ritorna via. Continuo a lavorare (c'è sempre da lavorare in campagna). Mia moglie, più tardi, mi dice: Pucciotto ha tossito. Rispondo: l'ho sentito anche io. Mi riavvicino ed è tranquillo. La giornata finisce. Lunedì sera, arrivo a buio a Poggio del Raglio. Devo andare a Genova per due giorni, quindi devo sistemare gli asini. Arrivo e Pucciotto tossisce e respira male. Chiamo il veterinario e descrivo la situazione: mi tranquillizza, dicendomi che non dovrebbe essere un problema. Ma a me me sembra, nel buio, di vederlo vomitare dalla bocca e dal naso. Spiego che la mattina dopo devo partire presto e stare via due giorni. Mi rassicura. Alle 7,00 sarà lì a vederlo. La mattina parto con un solo pensiero. ALle 9,00, in viaggio, chiamo. Pucciotto ha una broncopolmonite forte, è dispnoico e, soprattutto, ha il cuore affaticato. Ha iniziato la terapia con cortisone ed antibiotico (forte), ma non è messo bene e spera di salvarlo. Paola comincia a piangere. Chiamo i miei suoceri, informandoli e chiedendo di andare a vedere. A pranzo avviso anche Irene. Li sento a metà pomeriggio e la situazione è descritta in maniera incoraggiante: si muove, non respira più male. Anche Irene, dopo il tempo pieno, va a Poggio del Raglio: anche da lei notizie incoraggianti. E' mercoledì, cerco di sbrigare le mie questioni velocemente e ripatro, nel primo pomeriggio, con un chiodo fisso. Nel frattempo dai miei suoceri le notizie sono sempre positive: reagisce ai farmaci, evidentemente. Viaggio a 140 fisso, arrivo, scarico famiglia e bagagli e subito a Poggio del Raglio. Arrivo e mi viene incontro: è positivo. E respira quasi normalmente. Lo accarezzo, ci parlo e gli gratto le orecchie come vuole lui, mentre si abbandona al mio grattare. Gli do un po' di fieno, l'acqua, saluto Luana e vado dal veterinario per il passaggio di consegne. Anche lui è più ottimista: l'aveva visto poco prima di me. Ci diamo appuntamento per la mattina seguente alle 7,00, così vedo come proseguire la terapia. E' mattina nebbiosa. Parto ed arrivo quasi in contemporanea. Nella nebbia e nell'aurora vedo Luana. Pucciotto è dentro la stalla, respira malissimo. Anche il veterinario è preoccupato: è peggiorato il cuore, anche se i polmoni sono sgombri come il giorno prima. Rimango con lui mentre il veterinario va vai, dicendomi che dopo un paio d'ora sarebbe tornato a vederlo. Accarezzo Pucciotto, cerco di grattare l'orecchio ma mi rifiuta abbassandolo. Schiuma nuovamente da bocca e naso, misto a sangue. Respira malissimo. Capisco. Provo a chiamare Paola, ma non risponde. Lo accarezzo ancora, lo abbraccio e torno a casa a prenderla. Irene è a scuola, non lo vedrà più. Ma Paola può farcela. La prendo in macchina e torno su. Lo cerco nella stalla, non c'è. Lo vedo disteso, appena morto, nella grotta sotto i suoi olivi. Paola scoppia a piangere: non siamo riusciti ad accompagnarlo e ora non c'è più. Riempiva, da solo, le giornate di Poggio del Raglio, con la sua intelligenza, i suoi dispetti, la sua dolcezza, la sua forza. E' rimasta Luana. Alla prossima luna dovrebbe partorire. | |
Ritornano le scorribande a Poggio del Raglio Commenti : 4 max il 26-Dic-2012 in Generica | |
Le mie Festività sono iniziate con un bronchitone fin da venerdì, ma ciò non mi ha impedito di pensare alla nuova coppia. Per Natale, poi, a Poggio del Raglio molte persone ed io, grazie all'effetto degli antibiotici, mi sono potuto dedicare meglio a Luana e Pucciotto. Era tempo che non li strigliavo per bene. Ho iniziato con Luana, che di fronte al pubblico è stata buonissima ed a prendersi tutto. Vista la situazione favorevole, ho voluto provare la sua reazione alla sella: dopo averla ben strigliata, ho preso il telo: essendo stato un po' maldestro e non accorto, si è subito spaventata. Mi sono avvicinato meglio e glielo ho fatto annusare. E' bastato poco per farselo appoggiare sulla groppa, ben steso. Poi ho preso la sella. L'esperienza precedente mi ha indotto a fagli annusare anche questa e così, via, su la sella. Luana è più grande di Pucciotto (la sella era per lui e Nerina), me ne sono accorto subito che ci serebbe stata necessità di modifiche. Infatti, ho provato col sottocoda, estendendolo al massimo, ma è sempre corto. Dobrò comprarne uno più lungo. Il sottopancia è regolabile, quindi non dovrei avere problemi. Tutto questo non mi ha fatto notare la docilità e disponibilità di Luana alla nuova situazione: che sia già doma? Non so, anche quando andiamo a lunghina o, addirittura, senza, non mi sopravanza mai, sta sempre al suo posto. Appena avrò il nuovo sottocoda e le briglie, ne avrò conferma o meno (in effetti, Irene, quando l'abbiamo incontrata la prima volta, è montata su a pelo e senza briglie e Luana, con me alla lunghina, veniva ovunque. Intanto, Pucciotto era in giro per erba. Lo chiamo, lasciando libera Luana, che però rimane vicino a me. Pucciotto, in un gioco tutto suo, compare dal bosco in velocità. Si ferma, lo richiamo, scalcia due o tre volte e comincia il suo raid selvaggio: a tutta velocità, tra lo stupore ed il timore dei presenti, comuncia il suo galoppo. Luana, richiamata dall'istinto, lo segue ed inizia un turbinio incomprensibile di traiettorie, di scalciate, di sterzate di lato, cambi di direzione. La meraviglia del galoppo di un asino, per chi non lo sa, è enorme. Per me, il suo ritorno in coppia dopo quasi cinque anni (era da quando Nerina e Pucciotto correvano incontenibili che non succedeva, perchè il povero Gustavo non reggeva che quanche decina di metri)è meglio dell'antibiotico. Quando il turbinio finisce, Pucciotto, ricordandosi del primo richiamo, si avvicina per farsi strigliare. Ed io lo abbraccio. | |
Luana Commenti : 7 max il 25-Ott-2012 in Generica | |
Era già buio, con la sola luce sull'erba e sugli alberi della mezzaluna. Dal camion è scesa con tranquillità e l'ho presa alla lunghina, guidandola verso l'entrata del recinto. Era tranquilla, ma ad un certo punto, ho sentito scalpitare gli zoccoli, e nel buio una macchia bianca si muoveva velocemente avanti e indietro: era Pucciotto che, con nostra enorme sorpresa, aveva 'fiutato' e si era svegliato dal torporerivati al cancello, Pucciotto si è avventato verso Luana con ragli fortissimi e continui. Sono entrato io, per allontanarlo. Non sarebbe mai entrata in quella situazione. L'ho preso per il collo e l'ho allontanato. Chi la trasportava ha fatto entrare l'asina, levandogli la cavezza: era almeno 10 cm. più alta di Pucciotto e, complessivamente, molto più grande. Nonostante ciò, Pucciotto gli è montato subito addosso. Lei sembrava pronta. Forse avevamo valutato bene il momento. Ma Picciotto faticava, eravamo in salita e lei era ancora un po' restia, anche perchè un po' scombussolata. Pucciotto, poi, l'ha condotta in basso, in piano, e dopo qualche effuzione, si è armato ed ha fatto quanto doveva. Dopo le pratche burocratiche, sempre al buio, sono ritornato alla stalla: erano entrambi calmi. Avevo mele, sedano e finocchio e glielo ho distribuito. Luana mangiava in mano, ma mostrava timore col sacchetto di nylon, allora l'ho buttato e le ho dato il fieno, che ha apprezzato (ma di più l'erba, visto che dove era in branco, non ne vedeva). La mattina dopo, sono andato a controllare. Tutto tranquillo. L'ho chiamata col nome buffo (avrei preferito Silvana, come l'asina di Mediterraneo, che ammazzano i protagonisti per sbaglio, ma va bene anche così) e mi è venuta incontro. E' docile, anche se ancora un po' diffidente, come logico. Mi hanno detto cvhe è una 'romagnola'. Ha 4 anni il prossimo dicembre, ha bisogno di alcune ripuliture, ma promette bene. E' nera, con muso e sottopancia bianchi. Accetta le mie coccole. La sera siamo tornati con Paola (la vedeva per la prima volta) ed Irene, che l'ha già montata 'a pelo' dove era, con me alla lunghina. Hanno fatto, anche loro, subito amicizia. La cosa sorprendente è stata questa: Irene vuole cambiare il nome, ma quando l'ho chiamata, per farla entrare nella stalla dove c'era il fieno, si è voltata di scatto ed è venuta. Piano piano, seguendo anche le indicazione del Ranch Margherita, proverò a vedere cosa sa fare e cosa posso fargli fare (ma la sella è già pronta: non credo che mi scarichi come Pucciotto, lei. E' molto più robusta. E forse penseremo anche al carrettino, in futuro.). Speriamo bene. | |
Il fratello di Gustavo Commenti : 2 max il 03-Set-2012 in Generica | |
Sabato mattina, dopo il primo acquazzone, potevo fare poco a Poggio del Raglio. Dovevo anche prendere i pomodori, per fare la conserva per l'inverno, per cui ho deciso di andare da Marcello, che ha la Carmela che ha fatto perdere la testa a Pucciotto, e vedere, per la prima volta dopo 14-15 mesi dalla nascita, il fratello di Gustavino (nato da un precedente rapporto tra Pucciotto e Carmela). In mezzo a galline, oci e nane (le anatre, qui, si chiamano così), arrivo alla casa colonica. Marcello, come sempre, mi accoglie con entusiasmo (mi considera, a torto, un 'esperto di asini' e mi invidia, credo, per come mi rapporto con loro e loro con me) e mi porta subito al recinto: non ha ancora un nome, ma il fratellino si mostra subito bello e simpatico, se gli tocco il naso da le testate, ma poi lo accarezzo sotto il mento ed allora si scioglie e si fa coccolare e mi cerca. Il colore è diverso da Gustavo: è più grigio e macchiato di bianco, come il padre, ma le orecchie, stranamente, sono le stesse. Carmela, che dev'essere di nuovo incinta, sta più lontana, e controlla, ma poi anche lei si ricorda e si avvicina da me. Trascorro minuti con loro, facendo amicizia, scatto qualche foto e poi li lascio, con un raglio di saluto dal piccolo. Se ce la faccio, inserisco le foto nel blog, se no nella galleria, per rendervi partecipi della somiglianza dei cuccioli. Spero, a breve, di risolvere la depressione di Pucciotto. Non mi azzardo a portargli un'altro maschio, come Marcello mi ha proposto. | |
Amico fragile Commenti : 30 max il 31-Mag-2012 in Generica | |
La domenica era stata, come sempre, bellissima. Per me, per chi c'era e per i miei asini. Tra l'altro, ora Pucciotto aveva, da due mesi, compagnia: Carmela era a farsi ingravidare. Gustavo era stato quasi tutto il pomeriggio vicino a me ed alla mia scala da cui coglievo ciliegie e, ogni tanto, ne assaggiava una. Poi era passato a giocare con due bambini, facendosi strigliare con serenità assoluta. Era lui il mio amico fragile, sempre così, come lo descrivo ora. Si era abituato a stare diviso da Pucciotto, anche perchè spesso questo faceva valere la sua dominanza e lui ne soffriva. Il fatto di aver perso la mamma quando avena solo 4 mesi, forse lo aveva minato nel fisico: non riusciva a correre a perdifiato come fanno gli asini. Dopo poco aveva un affanno che certe volte impauriva. Ma era dolcissimo, a coccolare e farsi coccolare, ad essere curioso ed incuriosire con i suoi atteggiamenti, giocava sempre con la carretta piena di concio o vuota, accompagnandomi alla concimaia. Riconosceva Irene quando arrivava, sentendola da lontano, e ragliava, per farsi coccolare. Lunedì sera sono arrivato a Poggio del Raglio verso le 18,00, per i miei asini e per l'orto. Ho visto Pucciotto nel recinto di Gustavo, senza Carmela, rimasta dalla sua parte. Ho preso mele e pane e sono andato alla stalla. Di solito, quando Pucciotto sconfina, Gustavo si nasconde dentro la stalla. Ma non l'ho trovato. Preso dall'ansia, mi sono guardato intorno: sotto la scarpata ho scorto, sdraiato, il sottopancia bianco di Gustavo: era morto, probabilmente da un infarto, per la paura o la fatica conseguente ad un attacco di Pucciotto. Sul corpo non aveva ferite particolarmente gravi: qualche graffio alle zampe ed all'orecchio, ma tutto nei limiti della normalità, se si può dire. Mi avvicino e scorgo il sangue nella bocca e nelle lacrime. Capisco che, forse, gli è scoppiato il cuore difettoso che aveva, per la paura, ripeto o per la fatica a tenere testa a Pucciotto. Era tardi, l'ho coperto, ho chiamato Paola e Irene che, piangendo, sono arrivate a salutare il loro amico fragile. La mattina dopo, con l'aiuto di alcuni, l'ho spostato ed è venuto l'addetto allo 'smaltimento' per portare via il suo corpo: il ricordo di lui, della sua fragile dolcezza, sarà duro da 'smaltire'. | |