E' domenica. Sto preparando la stalla per l'inverno (scoli, paglia, pulizia). Poco lontano ci sono Luana e Pucciotto che lavorano la potatura di olivi. Ad un certo punto sento improvvisamente Pucciotto tossire. Mi fermo, lo guardo che mi guarda e viene verso di me. Lo accarezzo e coccolo un po' e ritorna via.
Continuo a lavorare (c'è sempre da lavorare in campagna). Mia moglie, più tardi, mi dice: Pucciotto ha tossito. Rispondo: l'ho sentito anche io. Mi riavvicino ed è tranquillo.
La giornata finisce.
Lunedì sera, arrivo a buio a Poggio del Raglio. Devo andare a Genova per due giorni, quindi devo sistemare gli asini. Arrivo e Pucciotto tossisce e respira male. Chiamo il veterinario e descrivo la situazione: mi tranquillizza, dicendomi che non dovrebbe essere un problema. Ma a me me sembra, nel buio, di vederlo vomitare dalla bocca e dal naso. Spiego che la mattina dopo devo partire presto e stare via due giorni. Mi rassicura. Alle 7,00 sarà lì a vederlo.
La mattina parto con un solo pensiero. ALle 9,00, in viaggio, chiamo. Pucciotto ha una broncopolmonite forte, è dispnoico e, soprattutto, ha il cuore affaticato. Ha iniziato la terapia con cortisone ed antibiotico (forte), ma non è messo bene e spera di salvarlo.
Paola comincia a piangere. Chiamo i miei suoceri, informandoli e chiedendo di andare a vedere. A pranzo avviso anche Irene. Li sento a metà pomeriggio e la situazione è descritta in maniera incoraggiante: si muove, non respira più male. Anche Irene, dopo il tempo pieno, va a Poggio del Raglio: anche da lei notizie incoraggianti. E' mercoledì, cerco di sbrigare le mie questioni velocemente e ripatro, nel primo pomeriggio, con un chiodo fisso. Nel frattempo dai miei suoceri le notizie sono sempre positive: reagisce ai farmaci, evidentemente.
Viaggio a 140 fisso, arrivo, scarico famiglia e bagagli e subito a Poggio del Raglio.
Arrivo e mi viene incontro: è positivo. E respira quasi normalmente. Lo accarezzo, ci parlo e gli gratto le orecchie come vuole lui, mentre si abbandona al mio grattare. Gli do un po' di fieno, l'acqua, saluto Luana e vado dal veterinario per il passaggio di consegne. Anche lui è più ottimista: l'aveva visto poco prima di me. Ci diamo appuntamento per la mattina seguente alle 7,00, così vedo come proseguire la terapia.
E' mattina nebbiosa. Parto ed arrivo quasi in contemporanea. Nella nebbia e nell'aurora vedo Luana. Pucciotto è dentro la stalla, respira malissimo. Anche il veterinario è preoccupato: è peggiorato il cuore, anche se i polmoni sono sgombri come il giorno prima. Rimango con lui mentre il veterinario va vai, dicendomi che dopo un paio d'ora sarebbe tornato a vederlo. Accarezzo Pucciotto, cerco di grattare l'orecchio ma mi rifiuta abbassandolo. Schiuma nuovamente da bocca e naso, misto a sangue. Respira malissimo. Capisco. Provo a chiamare Paola, ma non risponde. Lo accarezzo ancora, lo abbraccio e torno a casa a prenderla. Irene è a scuola, non lo vedrà più. Ma Paola può farcela. La prendo in macchina e torno su. Lo cerco nella stalla, non c'è. Lo vedo disteso, appena morto, nella grotta sotto i suoi olivi. Paola scoppia a piangere: non siamo riusciti ad accompagnarlo e ora non c'è più.
Riempiva, da solo, le giornate di Poggio del Raglio, con la sua intelligenza, i suoi dispetti, la sua dolcezza, la sua forza. E' rimasta Luana. Alla prossima luna dovrebbe partorire. |
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| | | Inserito da platero il 30-Ott-2013 alle 13:10:49
Moderazioni espresse: 0 | | | | | | | | | | | | | | | | | caro Max, dopo tantissimo tempo che non "entro" nel sito, questo tuo blog mi ha profondamente colpita e indotta a scrivere. E voglio ricordare il vostro Pucciotto con le tue stesse parole, perchè rimanga questa immagine serena di lui: (dal tuo Blog del 26-12-2012)
" Pucciotto era in giro per erba. Lo chiamo, lasciando libera Luana, che però rimane vicino a me. Pucciotto, in un gioco tutto suo, compare dal bosco in velocità. Si ferma, lo richiamo, scalcia due o tre volte e comincia il suo raid selvaggio: a tutta velocità, tra lo stupore ed il timore dei presenti, comuncia il suo galoppo. Luana, richiamata dall'istinto, lo segue ed inizia un turbinio incomprensibile di traiettorie, di scalciate, di sterzate di lato, cambi di direzione. La meraviglia del galoppo di un asino, per chi non lo sa, è enorme. ....
Quando il turbinio finisce, Pucciotto, ricordandosi del primo richiamo, si avvicina per farsi strigliare. Ed io lo abbraccio."
Ed io mi unisco a questo abbraccio. | | | | | | | | |
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