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Invasione di tarli Commenti : 8 icaro il 24-Apr-2014 in Generica | |
Sabato scorso è venuto da noi il maniscalco per risistemare i piedi agli animali; e...amara sorpresa: nel pareggiare i piedi ha trovato i tarli negli zoccoli di ben 5 asini...c'eravamo già accorti della loro presenza in qualche zoccolo e avevamo cominciato a curarli, ma non ci aspettavamo una invasione cosi' massiccia...mai successa una cosa simile in 18 anni di esperienza... ha dovuto aprire e pulire tutti gli zoccoli malati e la cura sarà lunga e delicata. Il tarlo è molto insidioso perchè specie all' inizio è difficile da individuare; anche il nostro maniscalco è dovuto ritornare da noi una seconda volta perchè non si era accorto di alcuni tarli. Ci siamo chiesti quale poteva esserne la causa ...abbiamo pensato al tipo di terreno argilloso e asfittico, al fatto che alcuni degli animali colpiti sono in qualche modo debilitati (laminite, osteoporosi ecc.) ma l'unico denominatore comune a quei 5 è che stanno o comunque sono stati per un po' di tempo nell'unico capanno già preesistente, ristrutturato, dove prima c'era un pollaio; quanto sporco abbiamo tirato fuori per ripulirlo ! Probabilmente il terreno era ancora inquinato e ha favorito l' arrivo dei tarli. Il tarlo è un fungo che si trasmette anche a contatto e per questo bisogna aver cura anche di disinfettare la raspa quando si passa da un asino all' altro. Adesso per almeno un mese dobbiamo medicarli e comunque gli zoccoli torneranno integri non prima di 6 mesi. | |
TREKKING Commenti : 14 giovactb il 24-Apr-2014 in Generica | |
Ciao! Domani io e la Guenda partiamo e per 6 giorni risaliamo il Po. E' il nostro primo trekking insieme. Lei è una giovinastra tutta matta! Speriamo bene. Mi preoccupa un po' il trasporto fino alla partenza... | |
Il mio giorno Commenti : 11 elcholo il 18-Apr-2014 in Trekking | |
Dai Elcholo scrivi un blog pigrone! Elcholo ha deciso. Non mi ricordo quando , ma un giorno insieme alla mia famiglia più stretta e allargata ci andiamo a fare un bel trekking someggiato e non (a chi tocca "nun se 'ingrugna") nelle campagne limitrofe a dove possiedo i miei asini Gazzosa e Floridippo. Spesso facciamo queste uscite, ma quel giorno, è la foto a documentare , Elcholo ha detto : "Aho, e mo ci salgo pure io. Voglio fare un tratto di percorso insieme a mio figlio, stavolta tocca a ME" Comunico a tutta la ciurma la mia decisione , ovviamente la cosa non viene accolta benissimo dai "pischelli" , però la decisione è stata presa. Andrò sopra Gazzi. Spiego tutto alle orecchie di Gazzosa , la quale accetta e guardandomi con quel capoccione mi dice : "Era ora fregnone" sono anni che mi fai portare a spasso sti rompi scatoloni e tu, l'unico che hai studiato, niente. Monta su , daje ....... Grazie Gazzosa , sapevo che avresti capito. All'inizio mi sembra che non digerisca benissimo il nostro peso , poi come sempre , con la sua pazienza e forza porta a termine quello da me richiesto. Non avevo dubbi... 110 e lode! State calmi people of Raglio.com, scendi sei troppo pesante, già vi vedo con quelle mano piene di dita a scrivere su quella tastiera del vostro PC. Alla fine ho fatto solamente poche centinaia di metri. Ma che LIBBBBBBIDINE ! Ma mi state vedendo? Ma vedete la mia faccia? 1 - Sguardo fiero 2 - Orgoglioso della situazione 3 - Preoccupato del mio peso + mio figlio 4 - In valutazione di tutti gli eventi circostanti 5 - Pronto a risolvere eventuali situazioni difficili 6 - Bello come il sole (questo l'ha detto mia madre , quando ha visto la foto) Questo è quello che vedo col senno di poi, guardando la foto Comunque come sempre è stata una giornata bellissima, con asini e figli. Voglio dire , prendete i vostri asini e per step , pian piano , realizzate i vostri sogni. PS : Un giorno avrò un asinone , gigantone tutto per me-one Si ...... Lo voglio!!!!!! | |
Opera d'Arte Commenti : 17 Bicmak il 16-Apr-2014 in Generica | |
Un'artista della zona di Piacenza crea degli animali in scala 1:1 con la rete di filo di ferro, meglio nota come rete da pollaio. Oltre a più maneggevoli conigli e gatti, ha creato un asino veramente bello. Purtroppo è quasi impossibile da fotografare, spero che si veda qualcosa... | |
con tre passi avanti e uno indietro si procede comunque Commenti : 14 platero il 08-Apr-2014 in Trekking | |
E ieri abbiamo ripreso il cammino. L'amico, Pepito ed io. I tre di un anno fa. Sulle nostre impronte abbiamo ripercorso la stessa strada, tranne due brevi varianti per smarrimento del sentiero. Prima di raggiungere il prato che precede il ponte ci siamo promessi che non solo non avremmo esitato, non avremmo parlato, ma addirittura ci siamo vietati il solo pensiero del ponte... Vocabolo bandito dal nostro vocabolario e immagine censurata dalla nostra mente. Pepito non doveva percepire nulla. Così arriviamo disinvolti, l'amico davanti, poi io con Pepito. Ad un metro dal ponte lui si blocca. Non c'è verso di convincerlo. Il film dell'altra volta, tale e quale. Sinceramente eravamo quasi sicuri che questa volta sarebbe passato senza neppure fermarsi. Dopo aver camminato quest’Estate avanti e indietro su ponti di ferro, di legno e di pietra, su passerelle traballanti, su impalcati a fessure sotto quali si percepiva il vuoto, su ponti lunghi e su ponti stretti, questo piatto ponte in pietra che quasi non sembra neppure un ponte, non avrebbe proprio dovuto preoccuparlo. Invece no. Pepito guarda l'imbocco del ponte, o forse la salita che lo segue, o forse il versante ripido, o il ruscello rumoroso sotto, o chissà cosa. Ma si ferma. Anche questa volta. L’amico è sorpreso quanto me. E quasi un tantino a disagio, a dover essere spettatore della mia nuova, ripetuta sconfitta. Si, in un certo modo è una sconfitta perché non riesco a trasmettere a Pepito quella fiducia che sarebbe necessaria per fargli superare la paura. Ma, ancor più triste è constatare che non son riuscita a creare un legame che lo spinga a voler proseguire il cammino con me. Per fare qualcosa un asino deve essere motivato… Bene, se allora mi devo sentire sconfitta, almeno che ciò avvenga a pancia piena. Ma caro il mio Pepito, no, questa volta proprio non ti lascio libero in questo bellissimo prato a mangiare anche tu. No, ti lego ad un albero e te ne stai lì, ad aspettare. Annodo uno spago attorno ad un albero e lego la longhina allo spago. Non gli dico niente. Tolgo dal suo zaino i nostri sacchetti. Mi siedo su sasso, a qualche metro da lui, e l’amico ancora più in là, su un tronco. Lui ci guarda. Dopo un panino, l’amico si allontana in direzione opposta, io vado al ponte, che è seguito da un altro ponte simile, appena più corto e con imbocco in curva, anziché frontale e, come già fatto dieci minuti prima, li oltrepasso e salgo un pezzetto. Pepito, solo, raglia. Passano 5 minuti, entrambi torniamo, rimetto il mio sacchetto ancora quasi pieno nello zaino d’asino e poi, con l’amico, ce ne andiamo, oltre il ponte, dieci passi e siam nascosti là. Pepito è legato all’albero e ci vede andare. Raglia una volta e fissa il punto ove siamo spariti. Ma, a differenza dell’anno scorso, questa volta non è libero nel prato. L’anno scorso ragliava, correva lungo le rive del torrentello, si disperava, ma non attraversava il ponte per raggiungerci. Tra un gesto di disperazione e l’altro, non disdegnava qualche boccata d’erba. Era libero di attraversare e venire da noi. Ma non riusciva a farlo. L’anno scorso la lotta era tra sé e la sua paura. Quest’anno è legato. Ci vede andare. Desidera stare con noi. Si, ha paura del ponte, ma mentre si agita, il suo avversario non è il ponte, ma la corda che lo tiene legato all’albero. Il nemico cambia. Il suo sforzo cambia obiettivo: liberarsi, per raggiungerci. Decido di tornare per modificare il nodo al cordino e far sì che dopo qualche strattone si possa sciogliere facilmente. L’idea è di fare ciò e poi tornare di là dal ponte e aspettare che Pepito, liberatosi dopo un po’ di strepiti, arrivi al galoppo da noi. Ma quando son lì all’albero d’istinto slego il cordino, prendo la longhina e mi avvio, senza una parola, con lui che mi segue quasi attaccato. Percorro il prato e arrivo al ponte, sono in apnea. Non cambio andatura, proseguo, orecchie tese al rumore degli zoccoli. Il braccio che aspetta lo strattone. Il rumore continua, stesso ritmo, il braccio non viene strattonato. Siamo di là. Non parlo. Dieci metri dopo ecco l’altro ponte, cinque passi, e siamo oltre. Respiro. Abbraccio Pepito. Sorrido all’amico. Pepito affronta il ripido sentiero al piccolo trotto, devo trattenerlo. Anche lui si sente leggero, ora che ha lasciato alle spalle la paura e scelto di venire con noi. | |
il gesso di Rossella Commenti : 6 luposolo il 06-Apr-2014 in Generica | |
Avete mai visto un'asinella con la gamba di gesso? Bene a Rossella ,a sole due settimane di vita, capitò di rompersi la gamba anteriore sinistra perchè, mentre la posavamo di peso nel box,ebbe uno scatto nervoso e incastrò la gamba tra i listelli di legno della parete del box. Madre e gemelli erano usciti a pascolare e a godersi un po di sole ,poi al momento del rientro c'è stata un pò di confusione e conseguente disorientamento, e poi l'incidente. Eravamo disperati, L'asinella ha imparato subito a camminare trascinando la gamba rotta, ma non poteva giocare con suo fratello ,non poteva competere con lui nell'attaccarsi alla mammella,e,nel giro di pochi giorni aveva la spalla semi atrofizzata... Sono venuti i veterinari , si sono consultati e hanno deciso di ingessarla anche se temevano piaghe e problemi alla circolazione del sangue. In un ambulatorio veterinario per cani, nel quale l'arrivo di Rossella destava la preoccupazione , perplessità e curiosità degli altri pazienti,L'asinella è stata ingessata due volte a distanza , prima di quattro giorni e poi di una settimana ,per tenere sotto controllo le eventuali piaghe. Alla fine ,dopo una fasciatura rigida per una settimana.ha potuto incominciare a camminare senza l'ausilio del gesso, che le dava un po di sicurezza. All'inizio aveva paura , stava molto seduta,ma poi , attirata dai pezzetti di carruba che le infilavo in bocca, ha incominciato a segurmi e a gestirsi la sua gamba guarita .In tutto il periodo del gesso Rossella ha sviluppato una forza negli arti posteriori che le permettono di spiccare dei balzi in avanti, come se fosse un maschio.... | |
i gemelli Commenti : 8 luposolo il 04-Apr-2014 in Generica | |
mMetto ora quello che avevamo messo su facebook il9-6-2013 "Gli asini vivono in gruppi con una struttura matriarcale: il capo è la femmina più anziana. Altair, la nostra femmina di 7 anni è dunque il capobranco: ma ieri sera, dopo la giornata al pascolo, spiega agli altri che devono andare a casa da soli, lei non rientra, è quasi ora di partorire. Metto nella stalla gli altri, la vado a cercare: la trovo sotto una vecchia tettoia, su un grosso strato di paglia, in mezzo ad alberi alti. Va bene, le dico, è un bel posto. Le porto un secchio d'acqua e le dò la buona notte. A mezzanotte vado a vedere: ci sono in giro i nostri cani, e sono loro che sanno dov'è: la guardo e mi dice, ho sbagliato, con i cani in giro non posso partorire. Ci pensiamo domani. Oggi capisco che con gli altri asini intorno il suo posto sarebbe sicuro, ma non penso che partorisca di giorno; allora abbiamo preparato un box parto che uso di solito, glielo ho detto, lei mi ha capito ed è venuta nel box, in vista degli altri asini. Ora aspetto, come già altre volte, di sentire una grande ragliata colettiva: il benvenuto al/la nuovo/a nato/a! La chiamata è avvenuta la notte successiva: è l'una di notte, mi metto a letto dopo essere rientrato da Palermo per un film egiziano, e sento una grande ragliata collettiva. C'è poco da fare, devo andare. C'era di che chiamarmi! un asinello è nato, ma Aktair rimane coricata e c'è qualcosa che non capisco: finalmente mi rendo conto che sono due e Altair non ce la fa. Tiro fuori il secondo, gli spuntava solo una gamba, poi tiro fuori la placenta. Finalmente Altair ringrazia e si alza, ma i due Rossella e Bruno, pesano sui 15 kg, metà di quanto sarebbe giusto! ce la faranno? per ora sono vispi e allegri!" | |
Dosolina dai denti da latte Commenti : 16 platero il 04-Apr-2014 in Generica | |
Dosolina viene verso di me, con il suo piccolo trotto. Mi si ferma di fianco e sta lì. E’ a pochi centimetri, mi sfiora appena. Mi guarda senza farsi vedere, ma io so che mi sta guardando. Sento i suoi occhi scuri, bellissimi, delineati da una linea nera, che osservano ogni mio movimento, ogni mio sguardo. Le accarezzo il dorso, poi le spalle. Prevedo che tra poco lei si appoggerà contro alla mia gamba. Invece arriva lui. Di gran carriera e con le sue solite orecchie indietro. Mi si para davanti. Lo saluto e allungo una mano verso il suo muso, ma lui si è già spostato di lato, abbassa la testa verso una gamba anteriore di Dosolina, apre la bocca e fa la finta di mordere. Col corpo si frappone tra me e lei e la spinge via con una musata decisa e che non ammette repliche. Lei si allontana di qualche passo, remissiva e aspetta paziente. Ora siamo solo io e lui: lo rimbrotto a voce e mi dirigo verso il ripostiglio. Pepito allora va da lei, deciso, sembra voglia incolparla del mio essermi allontanata, e punirla, ma il suo muso trova la morbidezza della sua lana bianca e lui ve lo sprofonda. Sono amici. Dosolina sembra sapere che il suo posto è un passo dietro a lui, nel loro rapporto con me è come se lei gli concedesse un qualche privilegio di primogenitura. Lui, non lei, è il mio asino. Lui glielo fa capire con atteggiamenti di gelosia. Mi chiedo quanto anch’io contribuisca a darle l’impressione di essere al secondo posto. Loro studiano ogni nostro atteggiamento e osservano ogni nostro gesto. Non servono le parole, a loro. Sembra che ci vedano dentro. Lei avrà visto Pepito al centro del mio cuore. D’istinto mi chiudo la giacca sul petto, provando qualcosa di imbarazzante simile forse a un senso di colpa. Dosolina la guardo dall’alto curvandomi su di lei. Pepito è lui a guardare me dall’alto. Ma anch’io, per guardarlo alzo la testa, col mento teso in avanti. Eppure no, non c’è sfida tra noi due. C’è un rapporto paritario. Siamo uguali, io e lui. Con lei, invece, così piccina, mi viene da proteggerla. Quando guardo i suoi quattro zoccoletti, posati raccolti, vicini, provo sempre una grande tenerezza. Nel recinto grande ognuno cerca il suo spazio, uno mastica un ramo qua, l’altra scava in cerca di radici, là. Ma ogni poco, li rivedo insieme, uno accanto all’altra, spesso muso contro muso, a dividersi un filo d’erba. Se lei si ritira nella stalla, poco dopo lui la raggiunge. Se lui perlustra il perimetro del recinto, lei lo segue premurosa. I pasti li consumano insieme: non un mucchietto di fieno ciascuno, ma condividendo entrambi i mucchietti. Vanno d’accordo. E sono belli insieme, bianca e marrone. Panna e cioccolato. E’ strano, Dosolina non è più andata in calore, dopo quei primi tre giorni di Dicembre, al suo arrivo qua. Appena entrata nel recinto e presentata a Pepito, l’ha sollecitato ad una conoscenza più intima, e per tre giorni mi è stato difficile scattare una foto che non fosse un po’ osé! Da allora nessun calore. Sarà che è ancora giovane, ha solo due anni e mezzo. Magari in Inverno le asine di buon senso non vanno in calore onde evitare di far nascere il puledrino nella stagione fredda. Chissà… E poi, suvvia, come potrebbe mai essere! Pepito è castrato. Ho assistito all’intervento, che è stato eseguito da ben due veterinari, uomini di cavalli e di asini, medici esperti. Non proverò mai l’emozione di cercare in un puledro le sue frange nelle orecchie o la forma tonda della sua groppa. Pepito non può essere padre, l’ho deciso io, senza neppure aspettare che lui potesse scegliere. Noi umani crediamo sempre di poter controllare tutto. Eppure, quella pancia, mi sembra un po’ ampia e bassa. Strana. E ormai è Primavera, tempo di calori e di amore. La piccola Dosolina non mi rivela alcun segreto del suo passato. Ma io l’ho anche visto, quell’asinello sardo, grazioso Valentino, compagno di recinto e di scorribande, prima del trasferimento qua. Di Valentino non ho mai parlato, a Dosolina, per non rischiare di riaccenderle un ricordo e intristirla di nostalgia. Ma forse ora è il caso di informarmi. Si, erano amici, anche fidanzati. Potrebbero aver progettato un’unione stabile, con prole. Va bene, legittimo, lei può tornare da lui, e Pepito, beh, ce ne andremo insieme, una vacanza, io e lui. Poi… si vedrà. Ma molti dubbi rimangono: un’asina gravida non dovrebbe andare spudoratamente in calore e corteggiare un castrone per farsi nuovamente coprire! No, infatti. Io non ho esperienza, chiedo a chi dovrebbe sapere e mi dicono che un’asina gravida non va in calore e respinge qualsiasi maschio intenzionato a coprirla. Ma allora? sarà solo grassa. Il proprietario della piccola con la pancia grande vuol fare luce sulla questione. La spazzolo come se fosse una pecora da mettere nel presepe. La lego e mi segue fuori dal recinto e su, verso la casa fornita di corrente elettrica. Pepito ci vede andare. Per la prima volta esco con un altro asino e lo lascio lì. Per la prima volta Dosolina se ne va con me e lo lascia lì. Che ragli! Tutta la valle raccoglie il messaggio del suo disappunto. O che sia disperazione? Per rispondere lei si ferma: deve inspirare tanta aria e camminando non riesce. Alza la testa e raglia, stridula e disperata. Raglia mostrando il buco del picozzo caduto ieri l’altro: piccola Dosolina, dai denti di latte! Ci fermiamo in un prato, due foglie, un fiore, addolciamo l’attesa. Poi tutto avviene nei modi e coi tempi con cui queste cose devono avvenire. Temo che il rapporto di fiducia che abbiamo costruito in questi mesi vada in frantumi in pochi attimi in cui la forza scavalca il dialogo e la contrattazione. «Stai ferma o ti teniamo ferma noi.» Non puoi chiederle questo. Un’asina alla quale si infila un ecografo nel ventre non sta ferma perché si fida di te. Sarebbe troppo. La teniamo ferma noi e il veterinario procede. Spento tutto, Dosolina libera, che neanche si allontana. Anzi, si appoggia ad una mia gamba. Il proprietario che si liscia i baffi. Le due vicine, statue in attesa che ora tirano un respiro di sollievo. Il veterinario che ripone i suoi strumenti. Luce è stata fatta: Dosolina aspetta un puledro! Ed io? non so. L’accordo era: non gravida- la acquisto e sarà anche lei la mia asina! gravida- la tiene il proprietario. E ora? resterà? se ne andrà? e quando? ed io? e Pepito? Scendiamo verso il recinto, Pepito è al cancello, anche lui teso nell’attesa. Lei ora è tranquilla, io no. Sono emozionata. Dosolina aspetta un puledrino! Come si fa a non essere felici ad una notizia così bella? Mi sento felice. E cosa succederà poi ora non riesco e non posso pensarci. La guardo trotterellare di fianco a Pepito. Piccola Dosolina dai denti di latte! Il puledrino sarà bianco come te, o grigio come Valentino, suo padre? se provo ad immaginarlo, io lo vedo pezzato bianco e marrone. Panna e cioccolato. | |
è nata Benvenuta Commenti : 6 luposolo il 02-Apr-2014 in Generica | |
Sono la moglie di luposolo e dopo un lunghissimo silenzio provo io a raccontare dei nostri asini.Intanto ,come dice il titolo, il giorno 20 marzo è nata Benvenuta. E' figlia di Najma e Diablo ,pesava circa 28 kg e,pur essendo ancora instabile sulle zampe,veniva senza timore verso di me e si strusciava,arrivando ad infilare il suo musino nella mia tasca...La madre è una bella e robusta asina,ma è pure scorbutica ,perchè ad esempio non si lascia mettere il testale facilmente e non si lascia accarezzare sotto la pancia e vicino alle mammelle , però alcuni giorni prima del parto è diventata più coccolona, per fortuna!!!Comunque ora ,se sta mangiando , non lascia che la piccola succhi il latte, vuole essere lasciata in pace e la scaccia, ma Benvenuta è forte e cresce a vista d'occhio. | |
il primo fiocco rosa Commenti : 7 daniela il 01-Apr-2014 in Generica | |
Oggi è nata la figlia di Sole e Costantino. Non ho ancora deciso il nome, ma una cosa è certa: è meravigliosa! Sta bene (miracolosamente) ed è coccolata dalla sua dolce mammina. Poi vi farò una cronaca di questa incredibile giornata. P.S. Grazie Biacione P.P.S. La foto è nella mia gallery, qui non riuscivo a caricarla | |