Dosolina viene verso di me, con il suo piccolo trotto. Mi si ferma di fianco e sta lì. E’ a pochi centimetri, mi sfiora appena. Mi guarda senza farsi vedere, ma io so che mi sta guardando. Sento i suoi occhi scuri, bellissimi, delineati da una linea nera, che osservano ogni mio movimento, ogni mio sguardo. Le accarezzo il dorso, poi le spalle. Prevedo che tra poco lei si appoggerà contro alla mia gamba. Invece arriva lui. Di gran carriera e con le sue solite orecchie indietro. Mi si para davanti. Lo saluto e allungo una mano verso il suo muso, ma lui si è già spostato di lato, abbassa la testa verso una gamba anteriore di Dosolina, apre la bocca e fa la finta di mordere. Col corpo si frappone tra me e lei e la spinge via con una musata decisa e che non ammette repliche. Lei si allontana di qualche passo, remissiva e aspetta paziente. Ora siamo solo io e lui: lo rimbrotto a voce e mi dirigo verso il ripostiglio. Pepito allora va da lei, deciso, sembra voglia incolparla del mio essermi allontanata, e punirla, ma il suo muso trova la morbidezza della sua lana bianca e lui ve lo sprofonda.
Sono amici.
Dosolina sembra sapere che il suo posto è un passo dietro a lui, nel loro rapporto con me è come se lei gli concedesse un qualche privilegio di primogenitura. Lui, non lei, è il mio asino. Lui glielo fa capire con atteggiamenti di gelosia. Mi chiedo quanto anch’io contribuisca a darle l’impressione di essere al secondo posto. Loro studiano ogni nostro atteggiamento e osservano ogni nostro gesto. Non servono le parole, a loro. Sembra che ci vedano dentro. Lei avrà visto Pepito al centro del mio cuore. D’istinto mi chiudo la giacca sul petto, provando qualcosa di imbarazzante simile forse a un senso di colpa.
Dosolina la guardo dall’alto curvandomi su di lei. Pepito è lui a guardare me dall’alto. Ma anch’io, per guardarlo alzo la testa, col mento teso in avanti. Eppure no, non c’è sfida tra noi due. C’è un rapporto paritario. Siamo uguali, io e lui.
Con lei, invece, così piccina, mi viene da proteggerla. Quando guardo i suoi quattro zoccoletti, posati raccolti, vicini, provo sempre una grande tenerezza.
Nel recinto grande ognuno cerca il suo spazio, uno mastica un ramo qua, l’altra scava in cerca di radici, là. Ma ogni poco, li rivedo insieme, uno accanto all’altra, spesso muso contro muso, a dividersi un filo d’erba. Se lei si ritira nella stalla, poco dopo lui la raggiunge. Se lui perlustra il perimetro del recinto, lei lo segue premurosa. I pasti li consumano insieme: non un mucchietto di fieno ciascuno, ma condividendo entrambi i mucchietti.
Vanno d’accordo. E sono belli insieme, bianca e marrone. Panna e cioccolato.
E’ strano, Dosolina non è più andata in calore, dopo quei primi tre giorni di Dicembre, al suo arrivo qua. Appena entrata nel recinto e presentata a Pepito, l’ha sollecitato ad una conoscenza più intima, e per tre giorni mi è stato difficile scattare una foto che non fosse un po’ osé! Da allora nessun calore. Sarà che è ancora giovane, ha solo due anni e mezzo. Magari in Inverno le asine di buon senso non vanno in calore onde evitare di far nascere il puledrino nella stagione fredda. Chissà… E poi, suvvia, come potrebbe mai essere! Pepito è castrato. Ho assistito all’intervento, che è stato eseguito da ben due veterinari, uomini di cavalli e di asini, medici esperti. Non proverò mai l’emozione di cercare in un puledro le sue frange nelle orecchie o la forma tonda della sua groppa. Pepito non può essere padre, l’ho deciso io, senza neppure aspettare che lui potesse scegliere. Noi umani crediamo sempre di poter controllare tutto.
Eppure, quella pancia, mi sembra un po’ ampia e bassa. Strana. E ormai è Primavera, tempo di calori e di amore. La piccola Dosolina non mi rivela alcun segreto del suo passato. Ma io l’ho anche visto, quell’asinello sardo, grazioso Valentino, compagno di recinto e di scorribande, prima del trasferimento qua. Di Valentino non ho mai parlato, a Dosolina, per non rischiare di riaccenderle un ricordo e intristirla di nostalgia. Ma forse ora è il caso di informarmi. Si, erano amici, anche fidanzati. Potrebbero aver progettato un’unione stabile, con prole. Va bene, legittimo, lei può tornare da lui, e Pepito, beh, ce ne andremo insieme, una vacanza, io e lui. Poi… si vedrà.
Ma molti dubbi rimangono: un’asina gravida non dovrebbe andare spudoratamente in calore e corteggiare un castrone per farsi nuovamente coprire! No, infatti. Io non ho esperienza, chiedo a chi dovrebbe sapere e mi dicono che un’asina gravida non va in calore e respinge qualsiasi maschio intenzionato a coprirla.
Ma allora? sarà solo grassa.
Il proprietario della piccola con la pancia grande vuol fare luce sulla questione.
La spazzolo come se fosse una pecora da mettere nel presepe. La lego e mi segue fuori dal recinto e su, verso la casa fornita di corrente elettrica. Pepito ci vede andare. Per la prima volta esco con un altro asino e lo lascio lì. Per la prima volta Dosolina se ne va con me e lo lascia lì. Che ragli! Tutta la valle raccoglie il messaggio del suo disappunto. O che sia disperazione? Per rispondere lei si ferma: deve inspirare tanta aria e camminando non riesce. Alza la testa e raglia, stridula e disperata. Raglia mostrando il buco del picozzo caduto ieri l’altro: piccola Dosolina, dai denti di latte! Ci fermiamo in un prato, due foglie, un fiore, addolciamo l’attesa. Poi tutto avviene nei modi e coi tempi con cui queste cose devono avvenire. Temo che il rapporto di fiducia che abbiamo costruito in questi mesi vada in frantumi in pochi attimi in cui la forza scavalca il dialogo e la contrattazione. «Stai ferma o ti teniamo ferma noi.» Non puoi chiederle questo. Un’asina alla quale si infila un ecografo nel ventre non sta ferma perché si fida di te. Sarebbe troppo. La teniamo ferma noi e il veterinario procede. Spento tutto, Dosolina libera, che neanche si allontana. Anzi, si appoggia ad una mia gamba. Il proprietario che si liscia i baffi. Le due vicine, statue in attesa che ora tirano un respiro di sollievo. Il veterinario che ripone i suoi strumenti. Luce è stata fatta: Dosolina aspetta un puledro!
Ed io? non so. L’accordo era: non gravida- la acquisto e sarà anche lei la mia asina! gravida- la tiene il proprietario.
E ora? resterà? se ne andrà? e quando? ed io? e Pepito?
Scendiamo verso il recinto, Pepito è al cancello, anche lui teso nell’attesa. Lei ora è tranquilla, io no. Sono emozionata. Dosolina aspetta un puledrino! Come si fa a non essere felici ad una notizia così bella? Mi sento felice. E cosa succederà poi ora non riesco e non posso pensarci. La guardo trotterellare di fianco a Pepito.
Piccola Dosolina dai denti di latte! Il puledrino sarà bianco come te, o grigio come Valentino, suo padre? se provo ad immaginarlo, io lo vedo pezzato bianco e marrone. Panna e cioccolato.
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| | | Inserito da platero il 13-Apr-2014 alle 09:04:20
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caro amico Raglia, già mi diverti con le barzellette, ora mi rallegri con le rime! Vuoi esser il poeta del sito, eh, dì la verità?
Invece, per la tua richiesta sopra citata: non ci casco, stavolta, caro mio!!!
Ti ricordi che putiferio si è scatenato sul sito quando nel 2010, sempre su TUA RICHIESTA, pubblicai una foto di Pepito con la grande Pastille, alle sue prime esperienze sessuali?! ricordi, vi furono circa 60 commenti! e non tutti favorevoli. Onde evitare polemiche, che proprio non ne ho voglia, la foto te la invio privatamente, questa volta! :-) | | | | | | | | |
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