Ieri a cena in riva al mare, nella splendida e familiare casa di un amico come un fratello, si parla del più e del meno.
Incontrarci è già una festa e tanto sembra bastarci.
Inevitabilmente viene fuori il “mio” asino, e non tirato fuori da me, ma dall’ospite fighetto, che, sentito per sbaglio il mio amico che mi chiedeva come andasse con lo scecco Giulio, non ha potuto fare a meno di esclamare tutto soddisfatto: “ma perché non fai un allevamento, pare che va…l’ippoterapia funziona ed è un gran figata….”
Silenzio di tomba.
Deglutisco e guardo il mare, prendo tempo….
Al largo intravedo lampare di piccoli barchini che pescano, penso alla notte che li attende e al pescato che forse porteranno a casa.
Il mio amico come un fratello e il mio compagno mi guardano temendo il peggio.
Io forse maturo e rispondo solo: “si, sarebbe una buona idea, ma credo di non esserne all’altezza.”
L’amico come un fratello e il compagno di una vita mi guardano, respirano, e mi sorridono sornioni.
Con gli occhi complici sembrano dirmi: “meno male che non gli hai detto quello che veramente pensi di tutte queste mode del cazzo, dei maschi che vanno al macello, delle asinelle carine de sta minchia, e tutto questo “scruscio” intorno agli asini che non se ne può più.”
Sì, forse maturo, o forse mi allontano sempre più dal comune sentire.
E forse, senza le lampare dei pescatori all’orizzonte, davanti a una tastiera, ne scrivo qui.
Senza senso.
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| CommentiIn questo momento ci sono 35 commenti | |
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| | | Inserito da Benjamin il 07-Set-2011 alle 08:09:47
Moderazioni espresse: 0 | | | | | | | | | | | | | | | | | Ciao a voi tutti e , soprattutto, a te Vale, che con i tuoi mille dubbi, mi hai ridato, dopo mesi, la voglia tirar fuori di nuovo qualche pensiero.
Effettivamente penso che la moda asinina l'abbiamo creata tutti noi e che, a un certo punto, qualcuno si è reso conto di quanto all'uomo piaccia essere illuso e dalla moda è passato ad innescare tutto un processo di mercificazione.
Questo, a parer mio, può rientrare anche nel processo consumistico dei giorni d'oggi, ma quel che non mi spiego è il perchè sono così poche sono le persone che cercano di svelare gli arcani della BUFALA DEL LATTE D'ASINA E DEI PRODOTTI DA ESSO DERIVATI.
Perchè sono sempre le stesse le persone che si esprimono a riguardo??? Eppure dovrebbe abbracciare l'interesse un po' di tutti coloro che di questo animale ne hanno acquisito lo stile di vita...che ne pensate??? | | | | | | | | |
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| | | Inserito da de-ragliando il 08-Set-2011 alle 18:09:31
Moderazioni espresse: 0 | | | | | | | | | | | | | | | | | Ogni atteggiamento può diventare moda, non lo sono diventati i capelloni e le barbe del '68 nati per rompere gli schemi?
Dieci anni fa degli asini non si sentiva dire niente in tv, non li vedevi più nelle campagne ma si mangiavano come adesso.
Se allevassimo per compagnia una capra sarebbe empatica quanto un asino e forse anche più simpatica. Eppure se ancora si allevano capre è perchè danno reddito a qualcuno.
L'asino ha trovato un posto nella nostra società attuale perchè "il latte, l'ippoterapia, me lo tengo perchè mi piace guardarlo e mi taglia l'erba..." Chi ha investito sugli asini per la propria attività è stato sveglio e bravo, e oggi tutti appena sanno che hai un asino ti chiedono del latte, dell'ippoterapia. Che problema c'è? Se hai delle api ti chiedono del miele, se hai capre latte, maiali salami, galline uova.
Il problema non è nel particolare, ma nella mentalità generale: guadagno ergo sum.
Ogni americano che viene da me in azienda mentre gli narro le epiche giornate del vignaiolo, affacciati su una vigna, mi chiede: from this, how many bottles?
Siamo una società malata di troppo benessere, possiamo permetterci un asino da compagnia quando per i nostri nonni era un mezzo di trasporto: chissà se i nostri nipoti avranno una smart da compagnia o preferiranno uno scooter...a me sarebbe più simpatico! | | | | | | | | |
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| | | Inserito da vale il 09-Set-2011 alle 18:09:42
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inutile dire che sui prodotti di bellezza sono d'accordo con te.
personalmente non uso nessun prodotto che derivi da derivati animali o da sperimentazioni animali.
ho una grande produzione di aloe che fanno benissimo alla pelle. ogni tanto stacco una foglia e mi cospargo col gel che ne esce, tanto per dirne una.....
ps le considerazioni di de-ragliando potrebbero anche essere interessanti, ma fin quando lui potrà dire la sua da me, e io non potrò fare altrettanto da lui, non lo prenderò in considerazione come interlocutore. mi limito a lasciargli spazio per dire ciò che ritiene di dover dire, democraticamente. | | | | | | | | |
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| | | Inserito da cannonau il 13-Set-2011 alle 11:09:55
Moderazioni espresse: 0 | | | | | | | | | | | | | | | | | “quello che mi premeva sottolineare è casomai il contrario: questa moda sull'asino e i suoi derivati che sta passando, come mezzo da utilizzare per guadagnare, e magari risultare pure fighi nei salotti radical chic.
ecco, è da questo ciarlare vano che sono sempre più lontana, e mi chiedo quanta responsabilità ne abbiamo, noi divulgatori volontari o involontari.”
(Vale)
Nella consuetudine storicizzata l’uso dell’asino era prettamente utilitaristico, quando non specificatamente usato per “guadagnare”. Questo nei secoli.
Potrebbe semmai apparir moda la nuova pratica di allevare un asinello in giardino, così, senza alcuna motivazione apparente tranne una relazione di compagnia.
Sul concetto di “moda” ci sarebbe da dilungarsi troppo. Evito.
Come sarebbe interessante approfondire l’attuale senso, ed i valori, del territorio e dei suoi paesaggi (intesi nella loro globalità di espressioni sociali e culturali). Quale è diventata la percezione sociale del paesaggio?
Sicuramente, dopo l'inarrestabile declino del mondo rurale convenzionale, l’evento e la crisi dell’agricoltura intensiva, ed invasiva - quanto impersonale- assistiamo ad una ruralità che riscopre le relazioni con l’urbano, e viceversa, e che insieme sviluppano modelli culturali ed economici nuovi, oltre la crisi di una agricoltura globalizzata. Le nostre campagne, e le cascine abbandonate, sono ormai abitate dal maestro di Yoga, dall’impiegato sfavato, dallo scrittore e dall’artista. La vecchia famiglia allargata contadina è ormai una “emergenza” in fase d’estinzione. E’ un fatto snob? non credo. E’ semplicemente un processo fisiologico del sociale. Tanto quanto i cinghiali nei cassonetti dei rifiuti, le cicogne sui camini, i caprioli in superstrada, i gabbiani nelle discariche.
Negli ultimi tempi, in questo contesto, si è inserita l’avventura dell’asino (che fino ad ora aveva seguito il mesto destino della vecchia cultura contadina). Così che, in questa nuova visione, l’asinello diventa pelosino, carino, simpatico, socievole, mansueto, esempio educativo, muove corde diverse legate più alla sfera affettiva che non, come in passato, alla pura convenienza, alla praticità, alla sostenibiltà venale (salvo, in parte, anche nel presente, in veste di potenziale produttore di carne e prezioso quanto costoso latte di un mercato vergine).
L’asinello colma una carenza, ci da quel benessere di cui abbiamo bisogno: quello interiore. La ricchezza materiale è ormai, nel più e nel meno, da tutti acquisita.
Certo, come in ogni cosa nuova, non mancano fenomeni effimeri di “quasi moda” che rischiano di inflazionare, con conseguenti comprensibili problemi per gli ignari ciuchetti da compagnia. Così come ben sanno i cani in autostrada d’estate o gli ospiti randagi dei numerosi canili e gattili.
Ed allora, quale è la criticità sulla quale concentrare l’attenzione? Parlare o trattare di asini in questi termini rinnovati evitando di nasconderli (così come si fa anche in questo sito), oppure puntare il dito sulle devianze, sulle mode in generale intese come atti di superficialità e insensibilità verso le altre creature? Combattere l’atavica tendenza degli umani ad essere padroni e non figli, insieme alle altre creature (che si trattasse di asini o di oche), della Terra Madre. Penso che quest'ultima possa essere un credo di un convinto asinaro. Colui che si avvicina a questo animale, ed a tutti gli altri, chiedendogli aiuto per ciò di cui necessita in questa strampalata umana condizione: relazione ed affettività, financo espiazione di sensi di colpa per tutto il danno inflitto alla Natura.
Tutte le pratiche legate al profitto delle aziende produttive dipendono da una unica legge: il mercato. Non c'è moda che tenga! Per fortuna sembrerebbe che quella del latte d’asina e derivati non risponda a questa legge. Quindi destinata al declino già sul nascere.
Forse (il "forse" è puramente formale,in verità ne son convinto) se una grave responsabilità abbiamo, non è quella di parlar d’asini in pubblico, bensì, di non parlar abbastanza delle offese che essi, e tutti gli altri esseri, subiscono.
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| | | Inserito da Benjamin il 18-Set-2011 alle 09:09:37
Moderazioni espresse: 0 | | | | | | | | | | | | | | | | | Nel rileggere il tutto, mi rendo conto che questo è un esempio di discussione che ha portato a giuste riflessioni.
Bella perla!!!
Giuste e molto chiare, a parer mio, la spiegazione antropologica che Cannonau ha fatto, ma...,ad un certo punto,nella mia testa tanta chiarezza svanisce.
Svanisce quando ad un certo punto il sentiero A, percorso dai cercatori di pelosetti carini, si incrocia con il sentiero B, percorso dai cercatori di business, e ci si ritrova in un'unica strada affollata in cui improvvisamente ci si confonde e si pensa che A sia in B e B in A...
Non tanto il primo caso quanto l'ultimo, secondo me,rappresenta una situazione poco felice. | | | | | | | | |
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| | | Inserito da PUNDRA il 26-Set-2011 alle 11:09:25
Moderazioni espresse: 0 | | | | | | | | | | | | | | | | | Beh complimenti a Vale, bel blog. Mi hai me venerdi notte all' ultimo giro di drink, una mia amica mi dice: "sai ti ho pensato, perchè il mio ragazzo fa pet-therapy, e lavora anche co gli asini..." A quel punto gli dico stupito quanti asini ha?E lei mi dice: No non ha asini..." Mhhh io ho boh resto intristito quando in 6/9 mesi si diventa "mediatore" chioacchierando senza stare a contatto con l' animale in question, non ho risposto ho cambiato discorso..
Ammetto di essere d' accordo quando scrivi: "e magari risultare pure fighi nei salotti radical chic." Non potevi esprimerlo in modo migliore, Lo vedo già da un anno e più, spero infatti di non essere mai accostato o giudicato come quello che ha preso l' asino per "moda"... la gente che ti inizia a dire hai preso l' asino per il latte, onoterapia... Ma come tuttele cose quando lo dice la televisione...
Io a casa mia ci ho impiegato 1 anno e mezzo dopo aver sentito la tv in alcuni programmi si sino convinti. Mi trovo anche in accordo con quanto scritto dal De-ra, in quanto chi prima arriva bene alloggia, e tanto di cappello a chi fa le cose serie fatte con criterio ed in modo scentifico, lì meritano di guadagnare e cheidere un pagamento in quanto si presta un servizio di qualità, da distinguere a chi sfrutta l' animale a mò di giostra, farei questa semplice distinzione. La società ahimè è questa, non capiranno mai che prendere un asino o due, non è per fare soldi anzi, direi che è per avere un amico che ti sveglia la mattina con il suo raglio, ti aspetta la sera quando torni e poi pensare che ci si invecchierà insieme è fantastico, un giardiniere infaticabile, un collaboratore per il compost, e poi rilascia calma serenità pazienza solo nell' osservarlo. Ieri li ho fatti uscire dal recinto a briglie sciolte, sono andati piano piano verso il giardino di casa ed era fantastico vederli nel giardino insieme ai cani è stato uno spasso, peccato non aver potuto immortalare questa immagine. Spero di essere stato abbastanza compresinbile, x Cannonau mi dispiace ma non ho potuto leggere spero di riuscirci a casa, se funzionerà.. Un saluto a tutti buona settimana... | | | | | | | | |
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