“No dottorè, il mulo è meglio lasciarlo perdere. E’ troppo cattivo e diffidente, rischiamo di farci male per prendergli il sangue!”
Queste parole mi piovono addosso tra il serio e il faceto. Sono in una stalla in cui sono ricoverati cinque cavalli e un mulo per effettuare i test di Coggins, in una zona a rischio Anemia Infettiva, e anche se il cuore mi dice di seguire le parole del custode degli animali, e quindi di farmi i fatti miei, la ragione mi obbliga a dover ottemperare ai miei doveri e pertanto a rischiare.
Come sempre, inizio i prelievi dai più tranquilli. Non ho mai usato torcinaso o altri mezzi coercitivi, solo una discreta velocità e delicatezza nell’infilare l’ago. Ma nel cavallo è facile, le vene giugulari, nonostante il folto pelo invernale che le ricopre, sono superficiali e discretamente grandi…con l’asino e il mulo invece…tutto cambia. La vena giugulare è parzialmente ricoperta dai muscoli del collo e poi manca la doccia giugulare a farti da guida.
Ecco, siamo arrivati a lui, a questo mulo di tre anni che mi sbircia con sospetto dal box. Chiedo al custode notizie, il mulo si chiama Domenico, e fino a pochi mesi fa se ne stava tranquillo e beato e sdomo dal vecchio proprietario. Poi di colpo è stato venduto, portato in una nuova stalla, e castrato. Non ci vuole l’esperto etologo per capire che “forse” è rimasto traumatizzato. Nonostante il custode mi dissuada ancora, ci provo. Ho paura, certo che ce l’ho, se mi becco un calcio o un morso non è che c'ho la mutua, ma mi armo di una buona dose di pazienza e di calma. So per esperienza che se non ci riuscirò al primo tentativo dovrò davvero rinunciare per non sovraccaricare il già troppo stressato animale e per proteggere la mia incolumità. Entro nel box, lui ha già la capezza con una robusta lunghina attaccata, che il custode tiene in mano. Lo guardo. Domenico non è grandissimo, e ha una paura terribile. Mi minaccia, credo, soffiando più volte aria dalle narici. Provo a toccargli una spalla, lo sento irrigidirsi e scarta. Ci riprovo, parlandogli, e nonostante la contrazione muscolare del collo, rimane fermo. Mi ha sempre colpito il contatto con il collo di un equino, sia esso cavallo, asino o mulo. Se si allarga il palmo della mano aumentando la superficie di contatto è come se si riuscisse a sentire la vita che ti scorre tra le dita. Rimango così, in attesa di un minimo rilassamento. Gli cerco la vena, simulando una carezza, di nuovo si irrigidisce e scarta. Ancora una volta riprovo. La mia mente è libera, non penso a niente e in quel momento non ho più paura. Qualcosa mi dice che non mi attaccherà e non mi farà del male, se io non gliene farò…ma forse è solo una mia mera illusione. E poi in attimo, e molto alla cieca a dir la verità, gli trovo la vena ed effettuo il prelievo. Domenico non si muove, è tranquillo, come se l’avesse sempre fatto. Il custode rimane stupito, mi confessa che non c’avrebbe mai scommesso…E sì, penso io, un po’ malignamente, non avrebbe mai scommesso che una donna potesse riuscire senza l’uso di forza, torcinaso, torci orecchie e altri accrocchi.
Lasciando la stalla, mi sono immersa in una serie di considerazioni che mi hanno spinto a scrivere questo blog. Non è un sistema per farmi sentir dire quanto sono brava, piuttosto uno spunto a farci riflettere sull’importanza del tempo che riserviamo ai nostri quadrupedi. Oltre al tempo da dedicare alla nutrizione e alla pulizia, ci deve essere il tempo semplicemente per guardare e per farsi accettare, il tempo da perdere per conoscere la storia dell’animale e per non traumatizzare, e ovviamente il tempo per agire.
Ogni volta che qualcuno mi dice “Vorrei prendere un asino”, gli rispondo “sì, ma tu quanto tempo hai?”
|
| CommentiIn questo momento ci sono 20 commenti | |
| | |
| | |
| | |
| | |
| | |
| | |
| | |
| | |
| | |
| | |
| | |
| | |
| | |
| | |
| | |
| | | Inserito da cacaone il 14-Gen-2011 alle 21:01:06
Moderazioni espresse: 0 | | | | | | | | | | | | | | | | | x pundra
marcia in piu'.certo.
quando mia moglie ha messo al mondo e svezzato mio figlio, nostro figlio,sono rimasto scioccato.
ho avuto dei problemi nel pensare a me stesso come padre, ma quando mai!
l'ha portato in grembo 9 mesi, fortunatamrnte con una gravidanza a dir poco spettacolare, ciononostante l'ha fatto lei, non io, io ho fatto solo....e risparmio la solita battuta che trovo persino degradante ... poi lo svezzamento...7 allattamenti al giorno...per mesi e d'estate.
poi dopo 7 mesi, di nuovo al lavoro, cucina alla sera,
pulizie al sabato e domenica eccc.
le donne sono abituarte a soffrire , noi no'. per me è questa la marcia in piu'.
dovrebbero rimanere in cinta anche gli uomini per capire ,noi 2 no' , noi abbiamo gia' capito.
la capa mia? 2 anni.
in piu' da maschiaccio me ...eccc....
pero' grande ammirazione!!!!!
ciao pundra, noi siamo fortunati, l'abbiamo incontrata la selvaggiona, al raduno.
capito asinari dove si incontrano le persone come si deve?
AL RADUNO DI RAGLIO.COM
cacaone non è sono un lecchino, è un leccone. | | | | | | | | |
| |
| | |
| | |
| | |
| | |