| CommentiIn questo momento ci sono 28 commenti | |
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| | | Inserito da benjamin il 18-Nov-2010 alle 10:11:26
Moderazioni espresse: 0 | | | | | | | | | | | | | | | | | Capisco che la castrazione possa essere una soluzione qualora si abbia più di un maschio in un gruppo,personalmente, oltre agli accorgimenti di carattere sanitario,
farei molta attenzione al lato emotivo dell’animale.
Il veterinario, con cu mi sono spesso confrontata, mi ha suggerito innanzitutto di non essere presente al momento della castrazione ( anche se capisco che si voglia stare accanto al proprio animale), in modo che “l’operato in questione” non associ l’esperienza negativa a colui che in seguito gli starà accanto e si prenderà cura di lui.
Riguardo, invece, al posto in cui operare il dubbio persiste : non so se sia meglio tenerlo nel luogo dove trascorre la maggior parte del tempo serenamente o allontanarlo addirittura da lì, per evitare l’associazione luogo-dolore. Su questo punto aspetto anch’io un parere, visto che il dubbio persiste.
Infine, nel dare una risposta a Pundra, valuterei il rapporto che c’è stato tra i due animali precedentemente, perché ho notato che l’istinto “ maschio” non svanisce nel momento in cui ti fan fuori gli attributi, ma bisogna aspettare un po’, pertanto li terrei in box ( o recinti) separati ma vicini.
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| | | Inserito da PUNDRA il 18-Nov-2010 alle 11:11:23
Moderazioni espresse: 0 | | | | | | | | | | | | | | | | | Non vi capisco, scusate perchè la mia presenza o ciomunque quella del proprietario dell' animale non dovrebbe esserci? Gli asini sono insieme da quando sono nati, hanno 18 mesi quasi, ammetto di aver avuto un pò di indecisione, se castrarli o no, poi nella psicologia animale, del tipo associare luogo-dolore, se io poi ci porto un bel secchio di avena o crusca vuoi vedere che dopo tre giorni se lo sono dimenticato il luogo dolore e lo vedono come luogo-pappatoia? Comunque alla fine gli tolgo un peso che difficilmente potrò far loro soddisfare, lo spazio non è tantissimo poi credo meglio adesso che dopo quando si rendono più conto di cosa gli hai fatto, meglio ora che sono ancora puledri. Poi ci sono sicuramente varie scuole di pensiero, tutte rispettabili ed ognuno ha le sue esigenze e problematiche. Comunque farò da alleato voglio vedere aiutare ed imparare sempre qualcosa anche dal comportamente dell' animale. | | | | | | | | |
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| | | Inserito da cannonau il 18-Nov-2010 alle 12:11:33
Moderazioni espresse: 0 | | | | | | | | | | | | | | | | | Non penso che Pundra volesse disquisire su un piano etico (la scelta è già stata fatta), ma semplicemente sul decorso di una degenza post-operatoria.
Ho assistito a molte castrazioni. Il mio vet utilizza l’anestesia parziale, ed io preferisco che sia così. Quando abbiamo a che fare con asini dal carattere sicuro e tranquillo, partecipo a tutte le operazioni, se l’asino è timoroso o ombroso entro in campo solo nella preparazione generale e dopo l’anestesia, nonché per le medicazioni successive (prendendomi tutto il tempo necessario che altrimenti il vet non avrebbe. Un solo asino (“Testardo” di nome e di fatto) è rimasto traumatizzato, così, se vede arrivare chiunque con cassette, valigette o altro non si avvicina ne si fa avvicinare. Lascio immaginare i siparietti per le vaccinazioni, sverminazioni e quant’altro. Per castrare Testardo è stato usato il torcinaso. Il decorso post operatorio per tutti è stato il seguente: quattro cinque giorni in stalla pulita, assolutamente da solo. Primi due giorni acqua e pochissimo mangiare. Sesto, settimo giorno brevi passeggiate alla lunghina. Dall’ottavo giorno fuori con gli altri (salvo complicazioni). Per i primi sette giorni, antibiotici e frequenti medicazioni.
Passato l’effetto dell’anestesia, chi più chi meno, appaiono intontiti ed un po’ avviliti. Accettano ben volentieri la vicinanza e le cure, tranne trafficare nella ferita che si lascia aperta, senza suturare, per permettere il drenaggio. La chiusura dei vasi avviene per mezzo di una pinza speciale che taglia ed “intreccia” i tessuti contemporaneamente. Nei giorni successivi non si nota una grande sofferenza, anche se tutto l’apparato, o quello che ne resta, si gonfia in modo considerevole.
I pericoli del decorso post operatorio sono dunque le infezioni e l’emorragia, per questo è consigliabile tenerli soli in stalla pulita. Anche perché dal secondo giorno sono capaci di riprendere l’atteggiamento dello stalloncino. Questa la mia esperienza di una quindicina di castrazioni. Selvaggia saprà certamente darci un contributo più qualificato.
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| | | Inserito da vale il 18-Nov-2010 alle 13:11:49
Moderazioni espresse: 0 | | | | | | | | | | | | | | | | | Quando Giulio è stato castrato, all’in piedi nella sua stalla, in anestesia parziale, io c’ero; abbracciavo il suo collo, sperando di trasmettergli calore, e alle indicazioni del veterinario facevo pressione sul torcinaso.
Non è stato bello, ma ho preferito esserci, e poi servivo anche: non potevo sottrarmi.
Non credo che mi abbia associata ad un’esperienza negativa, e del resto alle iniezioni di antibiotico e al lavaggio con disinfettante delle sacche scrotali, nella settimana successiva, avrei comunque dovuto provvedere io, e dovevo imparare guardando il veterinario, non avendolo mai fatto prima.
È andato tutto bene e Giulio si è rimesso in un baleno.
Quando abbiamo “addormentato” la nostra cagnolona Alì, nella nostra camera da letto dove ormai giaceva impotente da due giorni, dopo aver fatto di tutto per rimandare quel momento e sperando potesse andarsene da sola, noi c’eravamo, con le mani sulla sua testa e gli occhi pieni di lacrime.
Quando il pastore tedesco Max ci ha scelti e si è piazzato per una settimana fuori dalla porta di casa nostra, non pensavamo di “adottare” anche lui, ma lui non ha mollato, ci aveva proprio scelti, e i suoi sguardi imploranti ci hanno fatto capitolare: dove vivono due cani ce ne possono stare anche tre.
Prima di farlo entrare in casa veterinario e responso: leishmaniosi.
Forse per questo è stato abbandonato!
Il primo ciclo di iniezioni di Glucantim la prima sorpresa: dopo due giorni quando Max vedeva la siringa mi veniva incontro, scodinzolando timidamente, come se sapesse. Oggi, quando sente il rumore del blister delle pillole che deve prendere quotidianamente, si alza e mi viene incontro.
Non mi molla un attimo, sia pure con il solo sguardo, eppure sono io che l’ho “torturato” con quelle dolorose iniezioni per due mesi che gli ispessivano la cute, tanto che dopo un po’ era difficile trovare il punto giusto per infilare l’ago.
Ps il veterinario (a mio avviso davvero molto bravo) ha preferito operare in anestesia parziale perché convinto che fin quando si può, è sempre meglio evitare le anestesie totali.
Sul decorso esattamente quello che ha descritto cannonau.
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| | | Inserito da benjamin il 19-Nov-2010 alle 09:11:43
Moderazioni espresse: 0 | | | | | | | | | | | | | | | | | Le vostre osservazioni mi hanno fatto riflettere sulle cose da me dette e sui dubbi che mi sono posta, alcuni di essi ancora persistono, come penso sia giusto, su altri invece ho molta più chiarezza.
Anch’io penso che sia giusto stare accanto ad ogni essere nel momento del bisogno,ma quando poi c’è un qualcuno che nella propria esperienza professionale ti da dei suggerimenti( possano o meno essere vicini al tuo concetto etico), un po’ il dubbio ti logora e cerchi di avere più pareri che ti porteranno non tanto alla soluzione complessiva del problema, quanto al “giusto riflettere”.
Buona giornata a tutti.
Per natur:
Dal libro della Genesi (Gen 2,18-24). Il Signore Dio disse: «Non è bene che l' uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli sia simile». ...
Ho dato una sbirciata al libro della Genesi, rileggendo i punti fondamentali non ho trovato la creazione di Raglio.com
Potresti per favore riportarmi il punto preciso???
Sinceramente mi logara il fatto di essere arrivata così tardi a far parte della comunità di Raglio, perdendomi, in tal modo tutto ciò che è stato in precedenza.
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