Raccontarvi questa storia. Da qualche giorno pensavo di doverlo fare. Tra pochi giorni è il compleanno di Pepito. In effetti volevo farlo già un anno fa, quando avvenne “la rivelazione” . Poteva essere un bel blog, proprio in concomitanza con il compleanno di Pepito. Ma in quel periodo troppe discussioni si erano accese attorno alla mia faccia, anzi alle mie foto senza faccia, e pertanto avevo desistito. Comunque anche oggi ci avevo pensato, ma non ero proprio decisa. Attualmente sul sito ci sono temi importanti, discorsi impegnati, e il clima è nuovamente acceso. Le mie sono solo storielle. Ma ora tra i commenti alla foto di Pepito che guarda oltre la nebbia leggo il commento di Rasti “Pepito l'Asino del west” ed è il segnale che aspettavo. Ecco la storia della rivelazione. Forse interesserà solo a Rasti, o a pochi altri, ma ora so di volerla raccontare.
Stavo andando in bicicletta da Pepito, percorrevo la strada che accosta il viale della mia città, sul viale c’era il mercatino che si tiene ogni ultimo sabato del mese. All’improvviso mi sembra di vedere una statuetta raffigurante un asino. Inchiodo ed entro nel viale. In effetti una bancarella espone un asino scolpito in legno, ma costa parecchio… guardo qua e là e vedo un libro vecchio, il titolo: L’asinella del Far West. Costa pochissimo. Lo compero, lo infilo nello zaino e riparto per la mia passeggiata. Solo alla sera riprendo in mano il libro… ed ecco che capita una cosa assai sorprendente: le illustrazioni del libro sono delle foto (per l’esattezza dei fotogrammi stampati di una pellicola cinematografica), ma mi sono profondamente familiari. Corro al cassetto ove conservo oggetti e fogli per me importanti e trovo subito ciò che cerco: i miei disegni fatti da bambina, raffiguranti un asino (asina) in varie situazioni. Spesso mi ero chiesta chissà dove avessi tratto ispirazione per quelle scenette: asina con una zampa anteriore legata insieme a quella posteriore, asina che mangia in una latta metallica, poi che beve in una vasca con tubo di scarico, asina con il piccolo (maschio, evidenziato), asina coricata tra pietre e arbusti secchi. I miei disegni copiano le foto del libro. Ma quel libro assolutamente non me lo ricordo. Mai posseduto (per il semplice fatto che lo avrei ancora). Forse la maestra l’aveva portato a scuola, per leggercelo, e io avrò copiato le figure (a tal proposito ho cercato la mia vecchia compagna di banco delle elementari, Gisella, la quale dichiara dispiaciuta di non ricordare nessun libro intitolato L’asinella del Far West). Emozionata e sorpresa vado a letto e incomincio a leggere. Il libro narra la storia e le peripezie di una asinella dalla vita difficile, che passa da un padrone all’altro, da un lavoro all’altro, tra fughe e ritorni, tra incontri con malfattori e con un branco di asini selvatici e con il loro capobranco e che infine trova un posto e un padrone, un vecchio minatore, con il quale vivere. E sarà proprio all’interno di una miniera che nascerà il suo piccolo, che l’asina chiamerà Pepito. Sobbalzo nel letto! e mi commuovo.
Bene, tuttora non ricordo di aver avuto il libro, né di averlo letto. Ma sono certa di averlo fatto. E poi dimenticato. I miei disegni sono le prove materiali. Il nome che ho dato al mio asino è la prova “inconscia”. Il cerchio si chiude, il destino mi ha fatto ritrovare Pepito.
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