| CommentiIn questo momento ci sono 23 commenti | |
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| | | Inserito da cleo il 13-Mar-2010 alle 00:03:40
Moderazioni espresse: 0 | | | | | | | | | | | | | | | | | "ok ma penso che l'efficacia della terapia sia gia' stata ampiamente dimostrata..." come l'acqua di LOURDES,qualche miracolo forse c'è stato,poi c'è chi ci crede e chi no.L'asino è solo il mezzo,come potrebbe esserlo un cavallo,un cane una capretta,un pesciolino rosso,la cura la fa il medico terapeuta,non il mezzo.
"raccogliere "evidenze mediche" per dimostrare l'efficcia di una terapia o di un medicamento fa parte del "gioco scientifico" e è normale nella community scientifica - solo dopo una certa quantita di studi che provano l'efficacia poi il nuovo metodo o il nuovo medicamento viene admesso e - forse- pagato della cassa malati" Giusta come definizione,infatti stanno ancora cercando"evidenze mediche che dimostrino l'efficacia della terapia" per cui mi chiedo:su che basi certe persone vendono la onoterapia già da anni come cura??Probabilmente qualche risultato ci sarà stato,ma allora perchè non è stato scintificamente divulgato??E le persone che svolgono questi corsi che titoli clinici hanno,dato che si trovano a lavorare su cervelli umani con problemi??? O è come la pensano Garzingo e qualche altro,cioè un modo come un altro per far cassa???
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| | | Inserito da rasti il 13-Mar-2010 alle 16:03:03
Moderazioni espresse: 0 | | | | | | | | | | | | | | | | | Onoterapia
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
L'onoterapia è un tipo di pet therapy diffusa in Francia, Stati Uniti e Svizzera. Solo di recente si sta diffondendo nei centri di riabilitazione italiani.
Onoterapia Questo metodo di cura è attivo, non permette mai di restare passivi o di isolarsi, e si rivolge perlopiù a un'utenza che soffre di disturbi della personalità e in generale a cardiopatici ed ipertesi, handicappati motori, bambini ed anziani, malati psichiatrici e tossicodipendenti, detenuti, sieropositivi, audiolesi, non vedenti, persone con problemi di ansia, stress, solitudine, accettazione e disarmonia emotiva.
L'onoterapia sfrutta alcune caratteristiche proprie dell'asino (taglia ridotta, pazienza, morbidezza al tatto, lentezza di movimento e tendenza ad andature monotone) per entrare in comunicazione con il paziente attraverso il sistema asino-utente-operatore. L'operatore svolge le importanti funzioni di facilitare la comunicazione e di addestratore dell'animale.
I progetti di cura prevedono: la conoscenza dell'animale tramite il tatto, valorizzando la mano come strumento di comunicazione e affetto, esercizi in serie e giochi che favoriscono linguaggio, responsabilità e concentrazione.
I miglioramenti, spiegano i terapeuti, ci sono, ma ad oggi l'onoterapia non è riconosciuta dalla comunità scientifica.
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| | | Inserito da cleo il 14-Mar-2010 alle 22:03:45
Moderazioni espresse: 0 | | | | | | | | | | | | | | | | | X Rasti:quando sei triste il tuo è uno stato d'animo,non una malattia,é un po diversa la cosa!se tu parli con qualunque operatore che fa pet therapy con animali che non sono asini ti dirà esattamente le stesse cose,pari pari!!!!
"L'operatore svolge le importanti funzioni di facilitare la comunicazione e di addestratore dell'animale"
Rasti,non per demoralizzarti,ma ti sei mai chiesta chi sono gli operatori che fanno onoterapia e che titoli di studio hanno?E per quelo che riguarda la conoscenza degli asini ti invito ad andare a vedere sui blog e forum di fine 2008 e inizio2009 dove c'era una illustre dottoressa che tiene corsi di onoterapia e a quanto ne so(per sentito dire)ha anche tentato di fare corsi per formare nuovi onoterapisti.Questa persona che si vanta di aver letto tutto quello che è stato scritto a proposito di asini,dal punto di vista pratico si serve di asini che sono di un'altra persona,accuditi da una terza persona, in una struttura di un'altra associazione.Secondo te ha una profonda conoscenza degli asini????????
Non pensare che sia prevenuta,su questo sito sono ancora presenti persone che l'hanno conosciuta e se vorranno potranno portare il loro contributo!!!
Questo scritto non è per denigrarti ne per diminuirti ma per portare testimonianza che in giro ci sono tante persone,come qualcuno le ha definite,"venditori di fumo" sulle disgrazie della gente. | | | | | | | | |
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| | | Inserito da PUNDRA il 15-Mar-2010 alle 11:03:09
Moderazioni espresse: 0 | | | | | | | | | | | | | | | | | Io credo che gli animali in genere possano aiutare le persone, abili o meno abili io questa differenza non la faccio per me fanno bene a tutti. Mio padre quando gli ho detto che volevo prendere un asino, la risposta è stata: "Ma che ce devi fà...? Ma lascia perdere chi ci starà dietro?" Dopo un raduno svoltosi a settembre, ora non vede l' ora di vedere anche lui il nostro simpatico quadrupede. Quindi per me l' asino e il contatto in generale con gli animali faccia bene a piccoli grandi anziani abili disabili, a me sembra che fanno bene a tutti, in particolare ai metropolitani. Quindi operatori boh? Professionisti mah? Pet, Ono, troppe sigle che vogliono dire tanto e nulla, forse aiutano migliorano, ma troppo tecniche per me, sto cercando di capire nel mio piccolo qualcosa ma sto ancora cercando di farmi un idea vera e propria, non conoscendo bene le varie realtà che esistono, L' unica cosa che mi sento di dire è che va all' occhio subito sono gli euri... Che portano felicità e migliorano la vita intanto degli operatori speriamo anche degli operati.....
Al momento mi pare di aver capito questo poi, resto della mia idea che bisogna pur campare e guadagnando facendo del bene senza sfruttare (asini e persone) si può fare. | | | | | | | | |
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| | | Inserito da vale il 15-Mar-2010 alle 18:03:06
Moderazioni espresse: 0 | | | | | | | | | | | | | | | | | Secondo me attorno al termine onoterapia c’è un bel po’ di confusione.
Di cosa stiamo parlando esattamente?
Se non sbaglio il primo a parlare di Pet Terapy fu, negli anni ’60, lo psichiatra infantile Boris Levinson, che si accorse per caso che un bambino autistico era aiutato ad interagire con lui grazie alla presenza del suo cane. Parliamo appunto di uno psichiatra - non certo di una persona improvvisata - che da quel momento cominciò a studiare gli effetti benefici degli animali sulle cure psichiche. Ovvio che il medico rimaneva lui, non lo diventava certo il suo cane, anche se gli dava una mano nel percorso terapeutico!
È indubbio che la presenza di animali abbia molti benefici, anche io se torno a casa con la luna storta traggo beneficio dalle feste dei cagnoloni e le carezze a loro e all’asino mi calmano e mi fanno tornare il sorriso, ma da qui a parlare di terapia ce ne corre. Una persona con la luna storta o incazzata per una giornata nera non và in terapia, non ha bisogno di un aiuto QUALIFICATO.
Altre sono le persone che hanno bisogno, e seriamente, di aiuto: persone con gravi disabilità psichiche e/o fisiche, e qui, se non si è seguiti da un’equipe multidisciplinare, con percorsi individuali appositamente studiati, si rischia di far danni seri calpestando le disgrazie altrui in nome della propria superficialità!!!
Quando tutto ciò diventa moda, con il proliferare dei soliti corsi che fanno qualche giochetto di prestigio con le parole per vendere fumo e incassare assegni, si rischia di danneggiare pazienti e animali.
Diverso mi sembra il discorso di Mora, che a quanto capisco è una terapeuta e sicuramente profonda conoscitrice di asini (per riallacciarmi anche al discorso di cloe, che condivido), che cambia le parole per far accedere i suoi pazienti ai rimborsi, ma non la sostanza, che credo si fondi su serietà e professionalità, che non deriva da un corso, casomai da studi specifici per avere l’abilitazione ad esercitare come terapeuta.
In molti casi, più che di onoterapia - cosa serissima se praticata seriamente - parlerei di onobusiness!
E torniamo sempre al punto di partenza: “spegniamo i riflettori sui poveri asini e togliamoli dalle vetrine, che tra un po’ li venderanno anche ai saldi!”
Ps oppure che si tolga la parola terapia dopo ono, si potrebbe chiamare anche onocazzeggio o come vi pare!
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| | | Inserito da cannonau il 16-Mar-2010 alle 14:03:54
Moderazioni espresse: 0 | | | | | | | | | | | | | | | | | Ho gli asini, gestisco un’asineria, mi occupo anche di una associazione. Non pratichiamo alcun tipo di terapia, e non abbiamo intenzione di praticarla, nonostante insistenti richieste da parte dei genitori dei ragazzi con disabilità, e delle loro organizzazioni di riferimento, per creare una equipe per tali pratiche (sul nostro territorio esistono molte realtà che operano con cavalli e piccoli animali ma non con l’asino).
Non sono molto dentro la materia, anche se ci ho curiosato un po’, ma avverto la delicatezza e l’enorme responsabilità di porsi a confronto con certe problematiche senza creare false aspettative in chi vive drammaticamente questo genere di patologie. Insomma, sono cose da specialisti ed a loro vanno affidate. Pertanto, quando si parla di TERAPIA, chiunque non abbia una seria specializzazione professionale si faccia indietro. La terapia è condotta e monitorata da chi ne ha titolo (psichiatra, psicoterapeuta, fisioterapista…..) che si può avvalere della collaborazione di un operatore esperto nella gestione di un qualsiasi animale, sensibile ed informato anche sulle problematiche trattate, quando non lo è in prima persona lo stesso specialista. Il mio parere è che anche le attività assistite (A.A.A.)** debbano ritenersi severamente in sintonia con le terapie.
Invece, mi diverte molto l’”onocazzeggio” (splendida definizione!!), cioè promuovere attività ricreative e ludiche, che non siano banali ed insignificanti, ma capaci di lasciarti un qualche valore che arricchisca, stimolando una riflessione. Attività che non escludono nessuno. Quindi mi sbatto un po’ di più quando gli ospiti hanno impedimenti oggettivi, dedicando più energie ed attenzioni affinché non siano forzatamente esclusi da questa opportunità. Che si tratta di “onocazzeggio” lo premetto con ferma chiarezza ai genitori ed ai responsabili dei ragazzi disabili. Gli stessi devono essere consapevoli della potenzialità e delle sensibilità del disabile (ma questo in ogni azione della propria vita , dal frequentare i giardinetti alla spesa al grande magazzino). Così, durante gli onocazzeggi, ho modo di parlare e cogliere le sensazioni e le considerazioni degli operatori di settore (quando presenti) i quali mi confermano che, spesso, la relazione di questi ragazzi con l’asino è particolarmente benefica, lamentando l’insufficiente “offerta” rispetto alle reali necessità. Quindi, non è poi così realistico che il “pallone si stia sgonfiando”, anzi, sono sorti molti centri e questo tipo di attività è in continua espansione. Semmai, succede che molti improvvisati, ed anche ciarlatani, un po’ chiassosi, hanno trovato il muro di un settore che, nella normalità, è serio, impegnato ed affidabile. Inoltre, cosa non del tutto trascurabile, almeno in questo campo, si ha una discreta difficoltà a muovere denaro. Insomma, a quanto mi dicono, il lavoro è durissimo, impegnativo e poco remunerativo, ma appassionante come pochi.
Pertanto, benché si faccia meno chiasso intorno, le “terapie” con gli asini crescono, anche se la mutua non le passa. Poi ci sono pure le dinamiche del mondo sanitario, quello farmacologico, quello della ricerca, delle carriere universitarie, dei baroni della medicina e via discorrendo, ma qui ci si perde!
Non credo che in questo ambiente, considerato quanto si chiede agli asini, persistano le condizioni di “rischio” per i nostri animali. Perlomeno, sono in forma enormemente minore rispetto ad altre attività.
Per tutte, ho davanti agli occhi l’esperienza degli asini del Fatebenefratelli di Genzano (Roma), condotta da quella splendida persona che è Patrizia Reinger Cantiello . Un esempio di dedizione, come dovrebbe essere.
** “Le A.A.A., che possono essere svolte da professionisti abilitati e para- professionisti affiancati da volontari, non si basano su protocolli standardizzati e non prevedono per forza la programmazione di obiettivi specifici. Solitamente le attività sono svolte in gruppo: anche gli animali coinvolti devono seguire specifici corsi preparatori per lo svolgimento di tali attività.
In conclusione l’Attività Assistita con Animali è considerata come un intervento di tipo ricreativo che ha come obiettivo il miglioramento della qualità della vita”
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| | | Inserito da cannonau il 17-Mar-2010 alle 14:03:47
Moderazioni espresse: 0 | | | | | | | | | | | | | | | | | quello al quale ti riferisci non lo ho scritto io, è virgolettato perchè riporto una interpretazione di legge non mia, ma che condivido. Di mio ho scritto che le Attività Assistite, in quanto specificatamente dedicate a utenti con patologie e problematiche precise, hanno pari dignità professionale e scientifica delle Terapie assistite e che, pertanto, si richiede, anche per queste attività, l'azione interdisciplinare di personale specializzato con precise professionalità riconosciute ( psichiatra; neuropsichiatra infantile; terapista della riabilitazione (psicomotricista - logopedista - fisioterapista); terapista della riabilitazione abilitato e con esperienza in pet therapy; medico veterinario comportamentalista (con competenza in pet therapy); etologo (con competenza in pet therapy); medico veterinario zooiatra; filosofo di bioetica). A tal punto, per chi ha voglia, posto la proposta di legge della Regione Sardegna (http://urlin.it/17c79) che come altre regioni si appresta a legiferare sulle direttive della legge nazionale (si legge una buona sintesi della situazione italiana).
Credo che la questione corsi di formazione debba avere un altro ambito di discussione. Come in tutte le materie, ci sono corsi validi e meno validi, cari e meno cari, quando non gratuiti! Nell'immediato saranno costituiti gli osservatori regionali che giudicheranno l'idoneità di tali corsi. Credo comunque che la solita presenza vigile di soggetti sensibili, equidistanti, possa monitorare e informare, con una costante presenza critica, su tutto ciò che accade. Sono convinto che questo debba essere un compito anche di Raglio.com. | | | | | | | | |
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