tempo fa scrissi un blog "riflessioni sulla panchina".
Ora, dopo un periodo abbastanza silenzioso, scrivo di nuovo, ancora di getto(senza riflettere sulle conseguenze), ma davanti al pc con dati alla mano, visualizzati sul monitor. E sono dati relativi al 2007, non dati attinti dal mio libro di cento anni fa.
Recentemente ho visto che è stato ripreso il discorso sulla macellazione, parallelamente al discorso di tulela e salvaguardia dell'asino. Tante voci si sono levate per scongiurare la deplorevole macellazione degli asini(intanto venivano suggerite ricette per come cucinare il pericolosissimo galletto di Burro...) Ma non è questo che mi ha spinta a scrivere, bensì l'atmosfera bucolica, serena, idilliaca che suscitano (in molti)le foto pubblicate da Blacksheep. I teneri agnellini amorevolmente portati sulla groppa degli asini, le mansuete pecore che impunturano il prato come fiocchi di lana bianchi.... Leggo i commenti, commenti che farei anch'io, ma io sento come una nota stonata, c'è qualcosa che mi provoca disagio, direi quasi che mi irrita. I bianchi agnellini, teneri da vedere, altrettanto teneri e gustosi da mangiare.
Dati ISTAT, pubblicati anche su Internet (istat.it/agricoltura/datiagri/macellazione.)
Anno 2007, Italia:
Macellazione di ovini e caprini, numero di capi abbattuti per tipo di mattatoio.
Mattatoio pubblico:
Nord: 17.195;
Centro: 195.206
Sud: 425.966
complessivamente:638.367
Mattatoio privato:
Nord: 137.644
Centro:2.142.602
Sud: 3.964.147
complessivamente:6.244.399
Dati relativi all'abbattimento di agnelli
Italia: 5.320.492
di cui al Nord: 70.196
di cui al Centro: 1.963.998
di cui al Sud: 3.286.298
infine macellazione equini
cavalli:
Italia: 98.918
di cui al Nord 35.965
di cui al Centro: 4.234
di cui al Sud: 58.719
asini, muli, bardotti:
Italia: 1.050
di cui al Nord: 728
di cui al Centro:40
di cui al Sud 282.
In Italia, soprattutto al Nord, il mercato della carne ovina è perlopiù destinato alle popolazioni di religione islamica. La macellazione eseguita secondo il rito islamico e secondo il rito ebraico è autorizzata dal Decreto Ministeriale 11/6/1980. Quanto sia cruenta e doloraosa la morte per questi "agnelli sacrificali" è nota a tutti.
Benchè altrettanto noto (a voi) sia il mio amore per gli asini, ammetto che, dati alla mano, soffro di più per quegli agnellini che sbucano dalle tasche laterali dei basti. Io non mangio carne da 17 anni, ma se la mangiassi, credo che non riuscirei a decidere quale sì e quale no. Ma questo, a differenza dei dati Istat, è un asptto soggettivo.
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| CommentiIn questo momento ci sono 58 commenti | |
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| | | Inserito da blacksheep77 il 10-Feb-2010 alle 09:02:24
Moderazioni espresse: 0 | | | | | | | | | | | | | | | | | certo, non nascondo a nessuno che l'allevamento è fatto per la macellazione e/o ottenere latte.
i vegani criticano anche la mungitura, perchè implica inevitabilmente l'allontanamento del vitello/agnello/capretto e coerentemente non mangiano latte e latticini
per quel che mi riguarda, sono cresciuta in campagna e fin da bambina ho visto uccidere polli e conigli senza riportare traumi. lo ritengo una cosa naturale, così come la macellazione di un agnello, di un vitello, di una pecora. non impongo a nessuno di "sposare" il mio pensiero e nemmeno di sedersi a tavola con me.
ritengo però fondamentale l'allevamento, dalla nascita al momento della macellazione, praticato nel rispetto dell'animale. il che vuol dire spazio, libertà di movimento, adeguate cure sanitarie, alimentazione curata e sufficiente, trasporto (se avviene) nel rispetto del benessere, ecc.
è vero che la gran parte degli agnelli (maschi) allevati dai pastori, specie nel nord italia, viene portata all'età di agnellone (sopra i 6 mesi) per la vendita alla comunità mussulmana in occasione della festa del sacrificio. l'uccisione secondo la loro pratica religiosa non è dissimile da quanto comunemente è sempre accaduto nelle nostre campagne.
piuttosto che opporsi a questa pratica, tutte le regioni dovrebbero , in quell'occasione, dare degli spazi dove si possa effettuare questa macellazione, così che niente avvenga in modo abusivo, con successivi problemi per lo smaltimento della pelle, del sangue, ecc..., così da tutelare anche i pastori che vendono gli animali.
so che il mio post non piacerà a molti, ma personalmente amo essere chiara e non ritengo che vi sia nulla di sbagliato nella pastorizia, specie se condotta ancora in modo nomade, con animali nel loro ambiente naturale, a mangiare erba e non farine! | | | | | | | | |
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| | | Inserito da Rozzu il 10-Feb-2010 alle 12:02:38
Moderazioni espresse: 0 | | | | | | | | | | | | | | | | | Credo che valga la pena distinguere due cose e contemporaneamente due tipologie di persone:
1 - i cacciatori
2 - i pastori
Rispetto profondamente chiunque la pensi diversamente da me (in caso contrario dovrei essere in guerra contro il mondo), anche i vegetariani/vegani. Però, se si vuole seguire la regola base del vegetarianesimo, cioè "l'uomo non deve uccidere un animale", bisogna distinguere i cacciatori che uccidono selvaggina, la cui nascita è quasi fuori controllo (*), e i pastori, che uccidono animali nati per quello scopo specifico.
(*) selvaggina di cui fanno parte anche i fagiani, spesso liberati da allevamenti appositi.
E poi, dopotutto, canini prominenti come quelli umani, avranno pure uno scopo...
Poi, per cortesia, non cadiamo nel tranello della religione, i buddisti che pongono come capo della loro dottrina il Dalai Lama, considerano i macellai l'ultimo gradino della scala sociale, non esiste niente di peggio, eppure sono gli stessi pacifici bonzi che imponevano tasse EREDITARIE agli schiavi (i monaci erano quasi tutti nobili), il cui mancato pagamento portava alla mutilazione di gambe e braccia, chi è più degno di essere considerato poco meglio degli escrementi? | | | | | | | | |
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| | | Inserito da platero il 10-Feb-2010 alle 14:02:06
Moderazioni espresse: 0 | | | | | | | | | | | | | | | | | "per quel che mi riguarda, sono cresciuta in campagna e fin da bambina ho visto uccidere polli e conigli senza riportare traumi. lo ritengo una cosa naturale, così come la macellazione di un agnello, di un vitello, di una pecora. non impongo a nessuno di "sposare" il mio pensiero e nemmeno di sedersi a tavola con me.
ritengo però fondamentale l'allevamento, dalla nascita al momento della macellazione, praticato nel rispetto dell'animale. il che vuol dire spazio, libertà di movimento, adeguate cure sanitarie, alimentazione curata e sufficiente, trasporto (se avviene) nel rispetto del benessere, ecc." da Blacksheep 9.02.24.
CONDIVIDO!
Come previsto, il mio scritto non ha espresso quale fosse il mio pensiero. Non volevo fare una crociata contro la macellazione o il consumo di carne, volevo invece far rilevare, far emergere quella che sento come una contraddizione. Ossia lo sdegno che molti manifestano per la macellazione degli asini e, per contrasto, il silenzio davanti alla macellazione degli agnelloni. Ma non per condannare chi mangia (e tantomeno chi alleva) le pecore, anzi, vi sembrerà un paradosso, ma nonostante io non mangi carne,non trovo così terribile che qualcuno mangi asino. E, proprio perchè ritengo che sia la qualità della vita la cosa importante, mi associo in pieno a chi condanna gli allevamenti intensivi, le filiere di pulcini trattati con antibiotici per scongiurare qualsiasi possibile epidemia che manderebbe in tilt tutto l'allevamenteo, l'alimentazione forzata, ecc. ecc, cui altri, qui, hanno fatto cenno. Perciò cosa mi irrita è chi su un forum si scaglia contro la macellazione degli asini e davanti alle foto si interenisce. Il mio asino è registrato "per macellazione" e alcuni di voi ora mi toglieranno il saluto. Da bambina mi alzavo anche di notte per vedere le greggi passare sotto a casa, contare gli asini e guardare se vedevo agnellini nelle tasche dei basti.Dove vivo io ci sono ancora alpeggi frequentati dai pastori, e sono soltanto felice di ciò: pascoli mantenuti puliti, sentieri frequentati, baite conservate in piedi. Ma mi sentirei ipocrita a sdegnarmi per la macellazione di un asino e a ignorare la macellazione degli agnelli. Sia che io mangi carne, sia,che non la mangi. | | | | | | | | |
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| | | Inserito da pantagruele il 11-Feb-2010 alle 07:02:17
Moderazioni espresse: 0 | | | | | | | | | | | | | | | | | Molto "comune sentire" è diventato norma di legge.
In Italia esiste già il divieto di macellazione per animali da affezione.
E per animali rari, se è per questo.
Anche in popoli di cultura improntata a tradizioni antichissime esistono radicati tabu alimentari.
In Italia non si mangia carne di serpente.
Eppure in campagna si trovano più biacchi che fagiani.
E belli grassi.
NOn ci cibiamo nemmeno di insetti.
Che sono una risorsa di proteine importante nelle regioni desertiche.
Qua si è parlato di deroghe alla macellazione il più possibile indolore per motivi religiosi.
Vorrei ricordare che esistono anche deroghe per motivi molto meno nobili: caccia e pesca.
La prima deroga per motivi "sportivi", l'altra per motivi economici (a breve termine, visto che si stanno esaurendo gli stock).
Se il comune sentire e le ragioni dell'economia porteranno al divieto di macellazione degli equini, non ci sarebbe niente di inedito.
L'Italia, però, è un paese dalle tradizioni alimentari diversificate: il consumo di carne equina è localizzato in pochisime aree geografiche dove è comune, altrove solo sporadico, una curiosità di cui si farebbe a meno come delle cavallette fritte.
Quindi c'è una radicata opposizione in alcune zone e un sentire comune diffuso a tutto il resto del paese.
Che fare?
A questo punto salta fuori il calcolo economico (ed elettorale).
Su qualsiasi argomento esistono due tipologie di posizioni.
Quelli fortemente convinti e coinvolti e quelli debolmente interessati.
I primi sono quelli più interessanti per i calcoli di cui sopra.
E spesso svolgono una funzione di traino sugli altri.
Macellatori, consumatori abituali e proprietari per affezione appartengono alla prima tipologia.
Qui, essendoci una folta rappresentanza di persone coinvolte, stiamo indagando sul comune sentire.
Il mio parere? A mio avviso in Italia ci sarebbero le condizioni per limitare, se non vietare, il consumo di carne equina.
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| | | Inserito da Bigio il 11-Feb-2010 alle 15:02:24
Moderazioni espresse: 0 | | | | | | | | | | | | | | | | | xPlatero
Pecora e asino sono entrambi animali, entrambi vite, ma non le colloco sullo stesso piano. In estrema sintesi questo è quel che penso.
Per me l'asino ha un "signficato" diverso da quello che può avere una pecora, un pollo o un maiale. Lo dico senza retorica. E da onnivoro quale sono, faccio comunque una distinzione. Non perchè qualcuno me l'ha inculcato o perchè l'essere contrario alla macellazione dell'asino è un requisito inderogabile previsto dal "breviario del buon asinaro": la penso semplicemente così.
Il fatto che io possegga un asino riveste un'importanza marginale rispetto a quelle che sono le mie considerazioni. Anche se non l'avessi, la penserei allo stesso modo.
Probabilmente per chi è vegetariano una delle motivazioni che stanno alla base della scelta di non mangiare carne risiede nel fatto che tutti gli animali vengono considerati sullo stesso piano, vite non non sacrificabili. Di qui potrebbe nascere la perplessità e conseguentemente l'indignazione nei confronti di chi per la macellazione di una specie animale 'si sdegna', mentre per la macellazione di un'altra non spende una parola: ammazzare un coniglio o un asino, pari è; sempre di ammazzare si tratta. Per me, proprio perchè ammazzare è una 'sporca faccenda' -ma per quanto mi riguarda, al momento, inevitabile- esprimo le mie riserve sul "cosa" ammazzare e sul cosa mangiare. Ai miei occhi l'esprimere una "non preferenza" nel macellare l'asino non è un atteggiamento ipocrita, è solo un aspetto soggettivo.
ps
Anche la mia asina è registrata "per macellazione". Siamo in due.
Citazione: "Non basta una corda a fare un impiccato"...
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| | | Inserito da platero il 11-Feb-2010 alle 16:02:12
Moderazioni espresse: 0 | | | | | | | | | | | | | | | | | caro Bigio, mi piace come esponi le cose,con sincerità ma senza sarcasmo. In effetti su temi di carattere etico, morale, già trovo sia difficile avere un proprio principio, ma addirittura considero impossibile pretendere che tale principio abbia validità assoluta e sia da tutti unanimamente condiviso. In un certo senso mi pento un pò per aver scritto questo blog: probabilmente se le foto con gli agnellini fossero apparse in un altro momento, non "a ridosso" della discussione sulla macellazione, non mi sarebbe neppure venuto in mente di reagire così. Ma proprio nel vedere i commenti, che ribadisco, farei anch'io, in merito alla bucolicità dell'ambiente, mi è sembrato ingiusto lo sdegno riservato alla macellazione (pur assai più ridotta) degli asini e il silenzio riguardo all'imminente fine degli agnelli. Ma non per condannare chi mangia carne. E il discorso che fai tu circa la vita sacra di tutti gli esseri viventi, beh, nel mio caso non calza, perchè l'ucciosione di un agnello mi dispiace maggiormente rispetto all'uccisione di una vipera o di un povera trota. E questo sarebbe incoerente se io considerassi (come forse si dovrebbe fare) ogni vita con uguale valore. Sino agli estremi cui ha accennato Mora, ossia avere il medesimo rispetto per la vita dei vegetali. In realtà avrei davvero fatto meglio a scrivere niente. | | | | | | | | |
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| | | Inserito da pantagruele il 12-Feb-2010 alle 06:02:13
Moderazioni espresse: 0 | | | | | | | | | | | | | | | | | tornando a quanto ha scritto Platero, perchè gli agneslli sì e gli asini no?
Credo dipenda dal fatto che le persone, generalmente, rifiutano di mangiare carne di animali con cui hanno, o hanno avuto, un rapporto affettivo, che li ha portati ad antropoformizzare quell'animale.
Insomma, gli amici non si mangiano.
E generalmente neanche i parenti.
Poi ci sono le eccezioni.
Sull'allevamento ovino ci sarebbe da dire qualcosa in più.
A differenza di altri, è ancora la forma di allevamento più "naturale" e coinvolge una moltitudine di aziende medio piccole (in Italia), spesso a conduzione famigliare.
Un mondo fatto di persone, più che di macchine, che merita di essere salvaguardato.
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| | | Inserito da pantagruele il 14-Feb-2010 alle 22:02:58
Moderazioni espresse: 0 | | | | | | | | | | | | | | | | | Io vivo in un appartamento di 65 metri quadri, in queste condizioni direi che è impossibile distillare in casa:)
Dopo tanto parlare di carne, comunque mi sembra una reazione sana passare a bevande e dolci:
ricetta base per pasta frolla
350 g di farina, un pizzico di sale, 2 tuorli d'uovo, la scorza grattugiata di 1/2 limone, 100g di zucchero e 150 g. di burro.
rammollire il burro e impastare velocemente, se la cosa dovesse essere difficoltosa bagnare con un qualche cucchiaio di latte freddo o vino bianco.
lasciar riposare al fresco per 1/2 ora e stendere l'impasto in una teglia da forno.
Le more sono appena raccolte?
farle macerare una 1/2 giornata con lo zucchero (1 kg di more 600 g di zucchero), farle cuocere per circa 40 min mescolando e lasciando raffreddare, coprire la pastafrolla e infornare a 220 gradi per circa 30/40 min.
Invasettare per usi futuri la confettura restante.
Mia moglie copre la pastafrolla con crema pasticcera e poi aggiunge le more, ma a me sembra esagerato...
ad Agnese, comunque, le more piacciono molto, quasi le preferisce ai germogli dei rovi. | | | | | | | | |
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