comincio a pensare che gli asini siano stati salvaguardati e "valorizzati" fin troppo.
forse sarebbe il momento di creare uno zoccolo duro di donkey lovers one way.
tutto quello che un asino può dare, fuorchè un ritorno economico con codice IBAN, banca etica o unicredit che sia.
può portare legna nei boschi, arare campi, trasportare fieno (uomini e asini si dividerebbero il lavoro in parti più o meno uguali), accompagnarci a giro per campi o per il vasto mondo - e parlo di asini compagni di vita, non di asini in affitto - o stare tranquillamente bradi o semibradi e non fare niente di particolarmente importante per noi (uomini e asini sarebbero semplicemente amici).
insomma, tornando alla retorica sugli asini, anche un cane accompagna i ciechi, salva vite umane, tiene compagnia a gente sola, fa sorridere chi è triste, ma non lo dai in affitto per fare questo, e poi per fortuna, il suo latte è appetibile solo per i suoi cuccioli, non per i nostri.
forse mi renderò impopolare dicendo questo, fa niente, era un rospo che doveva uscire.
credo che cominciare a rivedere tanta retorica sugli asini, farebbe bene a noi e soprattutto a loro. |
 | CommentiIn questo momento ci sono 23 commenti |  |
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|  |  | Inserito da cannonau il 04-Feb-2010 alle 12:02:57
Moderazioni espresse: 0 |  | | |  |  |  | | | | |  | | | | | | Ciao a Tutti, ben ritrovati.
Vi seguo in queste interessanti riflessioni.
Il tema mi tocca da vicino: ho sempre sognato che sulla metafora dell’asino, sui molteplici spunti che ci suggerisce la sua sorprendente attualità, potesse prender forma una rivisitazione della convivenza, dei modelli di civiltà. Un superamento di uno stato di fatto generalizzato che scricchiola da più parti, delle sue contraddizioni e del senso sgradevole di sentirsi ormai inadeguati, nella attuale condizione di umani, rispetto agli altri esseri viventi ed ai nostri simili. Suona un po’ retorica, lo so, ma se “ridotta” ad una visione intima e personale potrebbe non essere “utopia che cambia il mondo”, ma più semplicemente un pensiero capace di segnare almeno il mio percorso di individuo, secondo le mie aspettative.
Così è stato per me, a seguito del mio incontro con questo animale nella sua forma fisica ed in quella simbolica.
Vivo del mio lavoro, che non mi permette, però, di far vivere anche il mio progetto con gli asini, che vorrei vedere crescere nell’ottimismo, nella serenità. Per questo faccio l’impossibile per creare una condizione di sostenibilità; per questo ho l’esigenza di un minimo di reddito aggiunto; per questo sogno di ribaltare la condizione e di poter dedicarmi esclusivamente alla mia idea insieme agli asini, e all’ambiente che li circonda. Gran parte delle certezze maturate nella mia vita trovano riscontro nelle attività mediate dai miei asini. E’ un successo, che mi gratifica e mi fa crescere, riuscire a far lavorare i ragazzi del centro di igiene mentale, piuttosto che le carcerate e quant’altri, restituendo loro dignità e consapevolezza (asini discriminati); è’ un arricchimento l’incontro con la visione della gente di campagna, quella vera , quella che non c’è quasi più o che non vediamo perché resa invisibile, che ti insegna l’armonia con la natura; mi da forza interiore poter -e saper - curare al meglio i miei animali, offrirgli un posto adeguato; per qualcuno, sano e forte, che lavora avere la possibilità (anche economica) di ospitarne altri vecchi o malati, e tanti altri aspetti ancora, che non ripeto per non rischiare la retorica. L’asino, il lavorare con l’asino - vale anche il semplice starci insieme - mi da un valore intangibile, al di la del denaro (quello, per quanto mi riguarda, può essere ridotto all’essenziale), che è la dignità della qualità del mio lavoro, emancipato da semplice ricatto commerciale a vita vera.
Sta tutta qui la straordinaria potenzialità, ancora non del tutto capita, della riscoperta dell’asino.
Ecco perché non nego che si possa lavorare con gli asini: perché loro ci suggeriscono dinamiche diverse ed opposte a quelle aggressive, prepotenti, ciniche dell’attuale mondo del lavoro.
In conclusione, per me, il punto sta nel preservare, difendere e divulgare l’etica del lavorare in compagnia di un asino, non di negarla “a prescindere”.
E’ solo una mia visione che voglio condividere, così come provai tempo fa (ma non erano tempi maturi) quando, paradossalmente, fui guardato con sospetto!
Di sotto un editoriale a mia firma di qualche anno fa. Anticipava il dibattito. Il mio parere, per quanto possa essere utile a qualcosa, non è cambiato di tanto.
http://www.asino.org/somaraldo/gennaio2008/01_editoriale.pdf
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|  |  | Inserito da ragliaconnoi il 04-Feb-2010 alle 18:02:49
Moderazioni espresse: 0 |  | | |  |  |  | | | | |  | | | | | | Già iniziamo subito con un "se leggi meglio" e allora mi viene da rispondere "scrivi più chiaro"..Elcholo è l'amministratore,ma tutti leggono e tutti possono commentare.
Non basta la tua presentazione,nessuno,o pochi, ti conoscono,dovresti dire che sei l'ex presidente di " Associazione l'Asino" e presidente di "Arci Asino",poi iniziamo a discutere sui "professionisti tutto fare" sull'amorasino,sul
consorzio,sul latte,onoterapia,trekking,attività assistite e chinehapiùnemetta.
Sarebbe interessante sapere come e dove è nato il "Coordinamento Nazionale Asinari" e da chi fu fondato.
Chi è il presidente in carica,quanti soci rappresenta e quante "realtà" da reddito pertecipano.
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|  |  | Inserito da vale il 04-Feb-2010 alle 21:02:37
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mi piacerebbe ripartire da zero, completamente nudi, azzerando precedenti esperienze, titoli, trascorsi.
ri/cominciare davvero, e ti assicuro che non ambisco a nessun titolo, solo l'incoscienza e il non aver nulla da perdere, da guadagnare e da dimostrare mi ha spinto a scrivere questo blog...di getto.
tu sei disposto ad entrare nudo in questa storia?
se si, ti guarderò con occhi nuovi e ti ascolterò con attenzione, per quanto può contare o per quanto te ne può fregare... ;-)
sceccup, se ce lo fregano, ce ne inventiamo un altro, quella che conta è l'anima!
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|  |  | Inserito da de-ragliando il 05-Feb-2010 alle 12:02:41
Moderazioni espresse: 0 |  | | |  |  |  | | | | |  | | | | | | Se entra nudo anche Raglia ditemelo, che scappo!!!
Cara Vale, dici belle cose; il problema è la realtà, così difficile da afferrare...
http://www.youtube.com/watch?v=Uzl_Qz3dT6I&feature=related
E altro problema è il mercato, che tutto ormai fagocita:
"Tu sei un ingenuo.
Tu credi che se un uomo ha un'idea nuova, geniale, abbia anche il dovere di divulgarla. Tu sei un ingenuo. Prima di tutto perché credi ancora alle idee geniali. Ma quel che è peggio è che credi all'effetto benefico dell'espansione della cultura.
No, al momento ogni uomo dovrebbe avere un suo luogo del pensiero protetto e silenzioso. La cultura deve essere segreta. Non esiste una sola idea importante di cui la stupidità non abbia saputo servirsi.
Tu mi dirai che la divulgazione è un dovere civile e che evolve il livello culturale della gente. Non riesci proprio a distaccarti da un residuo populista e anche un po' patetico. Purtroppo, oggi, appena un'idea esce da una stanza è subito merce, merce di scambio, roba da supermercato. La gente se la trova lì, senza fatica, e se la spalma sul pane, come la Nutella.
No, la cultura è delicata, e anche permalosa. Ci resta male se non si sente amata... o se le viene il sospetto di non essere un bisogno vero.
La cultura è come una luce che quando si espande troppo perde la sua luminosità. Il frastuono della cattiva divulgazione la affievolisce. Soltanto il silenzio ne salva l'intensità."
Eh già... il mercato...
http://www.youtube.com/watch?v=jfnnR94dSik  | | | | |  | | | |
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|  |  | Inserito da cannonau il 05-Feb-2010 alle 13:02:23
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Non scomodiamo Peter Singer, mi crea imbarazzo!
Non ho verità assolute o strade da indicare ad altri. So solo che, pur in termini “virtuali”, l’asino ed il suo contesto carpisce interesse ed attenzione con estrema facilità, soprattutto nei punti nevralgici della comunicazione, per questo è sotto osservazione di politici, amministratori pubblici e quant’altro. Trova terreno fertile in ambienti sensibili al sociale. Non porta denari a sufficienza, a meno che non sia trattato come qualsiasi altra cosa sbattuta in processi di produzione spinta (in questo caso smette di essere asino). So anche che l’asino è un po’ il testimone antico della nostra civiltà mediterranea, che evoca un qualcosa di ancestrale in noi, come accendere un fuoco o sentire il profumo del pane cotto a legna. Nella pratica: lo vedo bene semplicemente come uno di famiglia (così come lo era quando girava la mola in casa o il bindolo in giardino), uno di compagnia al pari del nostro cane o gatto o qualsivoglia animale addomesticato; in qualsiasi lavoro di utilità sociale, o semplice volontariato; qualche volta testimone di buoni intenti di una comunità (far passare un buon messaggio attraverso un buon mediatore); lo vedo bene, ancora, a coadiuvare un contadino, anche se i contadini di oggi spesso sono teste rubate all’urbe; in una fattoria sociale; in una casa famiglia; in un agriturismo (quelli veri, col puzzo degli animali da cortile, senza piscina e bagno in camera); in una associazione che cura gli inserimenti al lavoro psico-terapeutici, piuttosto che gli anziani; boh, potrei andare avanti per tanto…..mi fermo qui . Ecco, se dovesse crescere e sedimentare nel tempo questo tipo di “uso” dell’asino, a discapito di altre forme (a mio avviso meno in sintonia, sia con l’indole dell’asino, sia con la mia), se dovesse prender corpo la consapevolezza che il nostro vecchio amico è una “emergenza” culturale e sociale da tutelare, probabilmente qualche risorsa sarà dedicata al consolidamento , al mantenimento, ed anche ( perché no?) ad una moderata diffusione di queste attività in compagnia degli asini.
Si sta riscoprendo la decrescita, per alcuni “decrescita felice”, ancora una volta: quale migliore testimone?!
Cosa possiamo fare nella pratica? Personalmente ho tentato, con tutte le mie contraddizioni e dubbi e certezze e gioie e sacrifici di starci dentro a questa visione, finora è andata: sto costruendo (con gran fatica e senza finanze) un buon posto finalizzato con priorità alla buona vita dei miei asini, quelli sani e quelli meno sani, quelli vecchi ed i maschi, ed al benessere che questi possono dare agli umani, soprattutto quelli che ne hanno bisogno. Devo ancora capire se ci posso vivere (sopravvivere) anch’io….ma questo è un dettaglio… per il mio sogno.
Questo sta diventando un piccolo dibattito. Mi pare che un qualcosa del genere stia avvenendo in altra sede nel forum. Forse è meglio convergere li.
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