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una domenica uggiosa pantagruele il 31-Gen-2010 in Generica | ||||||||||||||||||||||||||||||||
Dopo qualche tentativo iniziale durante la mattina, sembrava che la neve avesse rinunciato. Io, nel frattempo, ho sbrigato qualche faccenda in cantina, preparo le bottiglie, assaggio il sangiovese, che sembra aver perso buona parte dell'aspro ed è ormai bevibile. Pranzo leggero, ribollita CALDA, e mi preparo ad uscire per qualche lavoretto in campagna sotto lo sguardo curioso di Agnese. Ecco, il tempo di scaldare la minestra e fuori ha cominciato a nevicare sul serio. Mi dico che non può durare e aspetto fino alle tre del pomeriggio. Alle tre comincia ad aderire all'asfalto. Decido che è meglio darsi una mossa. Il bastardone di casa mette solo la punta del naso fuori dalla cuccia e mi guarda con una espressione del tipo "Senti capo, va bene la fedeltà, l'amore incondizionato etc. etc., ma ci sono dei limiti, converrai". I sei km. fino al recinto non danno problemi. Appena sceso dall'auto i fiocchi mi investono con forza, arrivando da occidente, quasi orizzontali. I rami dei pioppi, appesantiti, scricchiolano sotto la sferza del vento. Gli olivi sono pennacchi bianchi. Riempio il secchio con il fioccato, la crusca e le carrube per Agnese. E' sotto la sua tettoia e lì intendo portarglielo, ma l'abitudine è più forte del disagio. Normalmente glielo appendo al recinto e lei lì si presenta. Vabbeh, conoscendone l'appetito, è per poco tempo. Rifornisco la mangiatoia (al coperto), rinnovo lo strato di paglia, cambio l'acqua dell'abbeverata. Le pulizie le ho fatte ieri e può ancora andare. Per tutto il tempo cammino nel fango freddo. Se il vento fosse tramontana la neve ti scivolerebbe addosso, ti formerebbe uno strato ghiacciato sulla barba, ma non lo è. La temperatura è ancora sopra lo zero, la neve ti si scioglie addosso e ti inzuppa, mentre il vento ti succhia via il calore. Ed è una settimana che questa maledetta tosse non mi da' tregua. Mi piacerebbe andare a tenere compagnia ad Agnese nel suo riparo, al sicuro da vento e neve, mentre attacca la sua razione di fieno, ma temo che la strada, di lì a poco non sia più sicura. Così a ognuno la sua tana, arrivo a casa, mi tolgo gli abiti fradici, alimento la stufa e ci metto sopra a scaldarsi un po' di vino con garofano, cannella e miele. |
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