Domenica 04/10/2009, mi alzo di buon'ora , è una bella giornata anche se le previsioni per la settimana entrante non sono delle più favorevoli.
In campagna ho tanti lavori che mi aspettano: le ultime semine autunnali (cime di rapa, fave, aglio e spinaci), la concimazione di fondo del terreno per l'anno a venire, le ultime visite pre invernamento delle api e così via.
Decido comunque di portare Agnese a fare un giretto sull'argine del torrente, le metto la capezza e la porto fuori.
Solito minuto di lotta: “vado avanti io”, “no io”, “guarda che ti do un morso!”, “vuoi una lunghina sul naso?”.
Alla fine si ristabilisce l'ordine gerarchico: io davanti nei passaggi stretti o che la spaventano, lei muso a spalla nei passaggi tranquilli.
Sparano, i colpi secchi di 2 semiautomatici e il tuonare di una doppietta di grosso calibro con cartucce con carica decisamente pesante, praticamente una spingarda.
Agnese ci si deve essere abituata, si limita ad orientare le orecchie, rallentando un po' il passo.
Dopo tante settimane di siccità il torrente è in secca e penso che questa sia l'occasione migliore per cercare di farla guadare.
C'è un punto in cui l'acqua è profonda pochi cm. e l'attraversamento agevole.
Poche centinaia di metri sull'argine, una ventina di metri ancora attraverso la fascia di bosco al cui interno scorre il fiumiciattolo e siamo al guado.
Il naso mi informa di quello che ci aspetta prima degli occhi.
Il torrente sulle cui rive ci rinfreschiamo nelle calde giornate di estate, che alimenta la falda del mio pozzo e, indirettamente, l'abbeveratoio di Agnese, in cui sguazzano cavedani, carpe e anguille e qualche gambero temerario, non c'è più.
Al suo posto una fogna a cielo aperto.
Invece dell'acqua liquame di fogna, quel liquido denso e scuro con odore di acido solfidrico che riempie di solito i pozzi neri,
Tutto tace, sulla superficie maleodorante non compaiono neanche i cerchi concentrici dei pinnuti risaliti per cercare ossigeno.
Stessa situazione per più di un km..
E' già la seconda volta che succede, l'altra volta non sapevo cosa fare, adesso sì:
telefonare al pronto intervento dei carabinieri che allerteranno i tecnici dell'agenzia regionale per l'ambiente per i prelievi e le indagini del caso.
Ho un attimo di esitazione, siamo in Italia e non posso fare a meno di pensare a rappresaglie da parte dei colpevoli.
Poi mi dico che questo modo di ragionare è alla base di molti mali di questo paese e nelle piccole e grandi cose c'è il momento in cui bisogna farsi sentire:
Telefono al 112.
Mi rimpallano ad altri due numeri.
L'ultimo non ne sa niente.
Io gli spiego ripetutamente la prassi, mentre ho l'impressione che cerchi di spingermi a lasciar perdere.
Una scocciatura di meno, insomma.
Un po' lo capisco, è domenica e in servizio sono in pochi.
Prima mi chiede se intendo sporgere querela.
Io gli spiego che si tratta di inquinamento di un fiume, acque pubbliche, e che sto segnalando un possibile reato contro il patrimonio pubblico, non sto presentando una querela di parte in quanto vittima di un comportamento delittuoso che ha arrecato danni alla mia persona o proprietà.
Cerca un'altra strada: ma è sicuro che si tratti di liquame?
Sì, puzza di liquame e ha il colore del liquame di pozzo nero.
Ma lei è un tecnico?
Non sono un tecnico ma so riconoscere la differenza tra liquame di fogna e acqua pulita.
(E qui un po' mi sono trattenuto).
Ma lei chi è? mi dia le sue generalità.
Eseguo.
Alla fine, visto che non demordo, mi assicura che manderà una automobile.
Ho un numero di telefono?
Sì, sono in mezzo alla campagna, le do quello del cellulare.
Prende?
Sì la sto chiamando dal cellulare, sono in mezzo alla campagna.
(sorvolo su altre parti della conversazione telefonica anche più surreali)
Mezz'ora dopo, avendo evidentemente approfondito la questione, mi richiama chiedendomi di aspettare i tecnici dell'Agenzia regionale per l'ambiente.
Metto Agnese al pascolo, la passeggiata rimandata a data da destinarsi.
Dopo un'oretta compaiono i tecnici: li accompagno al guado, segue analisi dell'ossigeno disciolto, ai fini del sostentamento vitale praticamente zero, poi tirano fuori le provette per i campioni, guardano il liquame e uno mi fa:
“Guardi, eviterei di prendere i campioni, se li porto al laboratorio mi infamano: “Ma non la riconosci da solo? E' m#$&a!”
Il giorno dopo torneranno per rintracciare la fonte.
Gli scarichi fognari della zona dovrebbero essere tutti allacciati al depuratore, quindi si tratta di uno scarico abusivo o di un malfunzionamento della rete fognaria.
Aspetto le conclusioni.
Le violente piogge degli ultimi giorni hanno dato una bella ripulita ma ci vorrà tutta una stagione di piogge invernali e piene primaverili per rivedere gli abitanti del torrente, e forse non basterà.
Si è fatto tardi, riporto Agnese al recinto e la coccolo un po', sarà per un'altra volta :(
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| CommentiIn questo momento ci sono 34 commenti | |
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| | | Inserito da vale il 13-Ott-2009 alle 23:10:58
Moderazioni espresse: 0 | | | | | | | | | | | | | | | | | sorrido amaramente.
se avessi chiamato i carabinieri dove vivo io altro che discussioni surreali e provette all'indomani, con giri di parole mi avrebbero fatto capire: signora, ma di domenica lei non tiene una minchia da fare che andare in giro con un asino a guardare fiumiciattoli? :-(
avrei dovuto riportare giulio nel ricovero, prendere la macchina o la vespa, ed andare a fare una scena da "psicopatica" ecologista alla stazione dei CC (.....AUTO/CENSURA*), ammesso di trovare qualcuno disposto ad ascoltarmi.
comunque non è una scusa, a volte, di fronte alla loro latitanza, sono tornata accompagnata da un avvocato, paventando esposti alla procura, e lì la musica cambia in un nano secondo, si svegliano perfino gli addormentati collusi....
bravo panta!
ps per le provette temo avrei comunque dovuto aspettare i ris di qualche telefilm....qua latitavano perfino quando si è rotto l'unico depuratore delle città
*vediamo se così il discorso fila meglio o si continua ad indicare il dito per non vedere la luna. sulla prima parolaccia, era "funzionale" al racconto, e non mi sembra sia la prima su questo sito. | | | | | | | | |
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| | | Inserito da pantagruele il 14-Ott-2009 alle 15:10:24
Moderazioni espresse: 0 | | | | | | | | | | | | | | | | | Ho scritto questo blog anche per informare.
Chiunque sa che, se trovi un ferito steso a terra devi chiamare il 118 o il 113.
Per imparare cosa far in caso di inquinamento di un fiume ho dovuto, a suo tempo, prendermi un giorno di ferie, fare un giro di telefonate (inutili) e poi recarmi di persona agli uffici della regione, al consorzio di bonifica, all'Uffico di Igiene, al genio civile e, infine, all'agenzia per l'ambiente, dove finalmente ho scoperto chi era competente a intervenire (loro) e come fare ad allertarli: 113 o 112, ci pensano poi loro.
Notare che l'operatore al centralino dei cc con cui ho parlato non ne sapeva niente e non sapeva che pesci pigliare, il che è anche normale quando ti rivolgi a un addetto di un ente con una infinità di competenze.
In questi casi è utile una certa determinazione e insistenza.
Ma quando c'è connivenza?
Qunado chi denuncia viene apertamente sbeffeggiato e minacciato da chi dovrebbe intervenire?
Allora è giusto arrabbiarsi.
I crimini ambientali non sono meno gravi di altri.
Ce lo dicono le tante vittime.
Quanto avvenuto di recente in Sicilia si sarebbe potuto evitare con meno connivenza e lasciar fare.
per Natur: la libertà personale finisce dove inizia la libertà altrui, il confine può essere difficilmente definibile, ma chi inquina attenta alla vita e alla salute del suo prossimo, diritti fondamentali, io non parlerei di "libertà di inquinare";
resto in attesa delle conclusioni, non mi interessa tanto il colpevole quanto la rimozione della causa. | | | | | | | | |
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| | | Inserito da pantagruele il 14-Ott-2009 alle 21:10:22
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Credo che la pietra di paragone per valutare un inquinamento sia il pericolo per la salute e per l'ambiente.
Anche la cicuta è un prodotto naturale ma ne sconsiglio il consumo.
I pericoli dai liquami sono diversi: coliti emorragiche, epatiti, salmonelle, colera, tifo etc..
Se la contaminazione raggiunge il pozzo con cui abbevero Agnese e annaffio l'insalata il livello di rischio diventa alto per me e i miei famigliari, pochi km. a valle il torrente, sui cui argini spuntano diversi orticelli annaffiati direttamente con quello che scorre nell'alveo, si riversa nell'adriatico dove, ancora fino a domenica scorsa, si affollavano i bagnanti.
Come puoi vedere i rischi di contaminazione biologica sono alti, anche se non tenessimo in considerazione la necessità di salvaguardare uno dei beni più preziosi e sempre più rari al mondo: l'acqua dolce. | | | | | | | | |
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| | | Inserito da pantagruele il 15-Ott-2009 alle 17:10:27
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Ho raccontato quello che è successo durante una passeggiata e una mezza giornata trascorsa con Agnese.
Tagliando parecchio.
Solo i fatti salienti.
E che la falda da cui si abbevera Agnese venga inquinata direi che è un fatto saliente.
Da quando è successo, prima di riempirle l'abbeveratoio devo attingere almeno 10 q.li di acqua per arrivare a quella più pulita.
Poichè la mia situazione è abbastanza comune (un recinto isolato in campagna con acqua che viene da torrenti, pozzi e sorgenti) mi è parso anche utile raccontare come mi sono regolato.
Se fosse stato un trekking avrei parlato di sentieri, montagne, laghi, sorgenti, compagni e boschi;
se fosse stato una festicciola con bambini avrei parlato di animazioni e del comportamento dei bambini,
se fosse stata una corsa del tracciato e dei partecipanti, se fosse stata una fiera dei presenti e degli stand espositivi (e magari delle file ai bagni).
I commenti sono altra cosa, la mia impressione è che nei blog, proprio per la componente personale di un diario i commenti siano per forza più liberi, ma su questo punto sentirei cosa ha da dire Elcholo, che dovrebbe essere quello più ferrato in "netiquette".
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| | | Inserito da pantagruele il 17-Ott-2009 alle 08:10:18
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più che la latitudine direi i condizionamenti ambientali.
Insistere sulla latitudine sarebbe poco veritiero e offensivo per molti.
Le cronache locali mi dicono che, dalle mie parti, nella pubblica sicurezza e nel corpo forestale non mancavano, nel recente passato, le mele marce.
E quelle influiscono sui comportamenti generali.
Nella vicina Ravenna era la legione dei carabinieri che si era trovata una banda di assassini e rapinatori al proprio interno.
Ed è rimasto tuttora incomprensibile lo sterminio di una intera caserma da parte di uno dei militari.
Storie del genere, a macchia di leopardo, compaiono in tutto il paese: sfruttamento di prostitute da parte di carabinieri e poliziotti, turiste stuprate, omicidi con armi d'ordinanza;e tutti i reati tipici del soggetto pubblico: corruzione; concussione; interesse privato in atti d'ufficio.
Le reazioni a queste notizie di solito si dividono in due filoni:
1) non vanno denunciati questi comportamenti perchè si disonora l'istituzione;
2) vanno denunciati i comportamenti disonorevoli, affinchè l'istituzione possa rimuoverli, se ne è in grado, se non lo è, è naturale che si perda fiducia nell'istituzione.
Io propendo per il secondo filone.
Mi sembra tuteli di più il cittadino.
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| | | Inserito da vale il 17-Ott-2009 alle 12:10:19
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| | | Inserito da ragliaconnoi il 17-Ott-2009 alle 22:10:47
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CMC (Consorzio Muratori e Cementisti di Ravenna) e CCC (Consorzio Cooperative Costruzioni di Bologna) sono due cooperative rosse. Dove ci sono loro, c'è casa, c'è, ad esempio, il raddoppio della base militare Dal Molin di Vicenza. Le cooperative rosse sono ovunque: nella Tav in Val di Susa, nel Ponte di Messina, negli inceneritori e chissà, domani, nelle centrali nucleari. Il tutto, naturalmente, con la benedizione e il silenzio del PDmenoelle. Dei Bersani, D'Alema, Fassino. Non si può fare opposizione contro i propri interessi, non è elegante, meglio i manganelli contro i vicentini, i valsusini, i campani. Cooperative rosse, ma di vergogna.(copiato incollato e non mi chiedere la fonte come al solito)
Non mi informo certo leggendo Repubblica o,per lo meno,non solo quello anche se lo trovo in tutti i cessi,non seve nemmen più comprarlo,pur di far copie e prendere contributi dallo Stato (ovvio) lo regalano per strada.
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