| | | Io ho un'affezione speciale per gli asini e voglio riraccontarvi una storia di asini israelo-palestinesi raccolta in un reportage di Henry Chu sul Los Angeles Times dell'8 agosto. L'articolo prende le mosse dal posto d'onore che la Bibbia riserva agli asini, dall'asina parlante del profeta Balaam all'asino sul quale Gesù fa il suo ingresso in Gerusalemme, per opporlo al disprezzo e ai maltrattamenti cui i somari sono spesso sottoposti in quella terra martoriata. Ragazzini che mozzano loro le orecchie per divertimento, o danno loro fuoco dopo averli cosparsi di benzina, o li prendono a martellate fino a farli stramazzare. Padroni che li impastoiano così brutalmente da inciderne la carne. Finché anche la guerra del terrore li ha scoperti. Si caricò di esplosivo un carro tirato da un asino per spingerlo contro postazioni israeliane a Gaza. Il carretto scoppiò prima di raggiungere il bersaglio. Successe poi che soldati israeliani abbattessero con una granata un asino che tirava un carretto, temendo un attentato. In altri raccapriccianti modi gli asini fanno le spese dell'odio. In una manifestazione nella West Bank un asino è stato addobbato in modo da rappresentare Israele e fatto sfilare fra le ingiurie e le bastonature della folla, che gli ha mozzato orecchie e coda. La fonte di questi racconti è una signora inglese di 31 anni, Lucy Fensom, che tre anni fa ha preso in affitto un terreno a Gan Yoshiya, a un'ora da Tel Aviv, e ne ha fatto un ricovero per gli asini riscattati da sevizie e maltrattamenti. Ne ha accolti, finora, 42: compreso quello deriso e mutilato nella West Bank.
da un articolo di Adriano Sofri-copiato e incollato.  | | |