Il suo nome era Angelo, ma per quella strana abitudine paesana che portava a storpiare i nomi, tutti lo chiamavano Angelone. Era un uomo di campagna, aveva sposato Antonina , aveva avuto dieci figli e aveva sempre avuto un’asina che si era sempre chiamata Mirella (il perché neanche Antonina aveva mai voluto indagare). E con Mirella andava ovunque. In campagna, a fare la spesa, al bar, qualcuno dice anche nel paese vicino. I miei ricordi comprendono l’ultima, gigantesca Mirella e un Angelone anziano. Un Angelone che, quando Mirella anziana pure lei, cadde in un burrone, si rifiutò di tornare a casa fino a quando non andarono a cercarlo e lo aiutarono a tirarla in salvo.
Un Angelone che, quando i figli gli sostituirono Mirella, oramai non più in grado di camminare, con una bellissima e funzionale bicicletta, dopo esserne caduto, piangeva come un bambino sussurrando: “Ridatemi Mirella, la mia Mirella”
Se è vero che alcune sensibilità e alcune passioni passano attraverso il sangue (e il latte), io, che sono nata in un grande città che ho abbandonato appena maggiorenne a beneficio del paese, so dove è cominciata la mia asinità…
Ah, dimenticavo, Antonina oltre i suoi dieci figli, ne allattò altri due. Due gemelli la cui madre aveva tanto sofferto nel parto da non avere più latte. Uno era mio padre.
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| CommentiIn questo momento ci sono 25 commenti | |
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| | | Inserito da platero il 15-Set-2009 alle 21:09:07
Moderazioni espresse: 0 | | | | | | | | | | | | | | | | | dai Mora, fai un nuovo Blog e raccontaci tu una storia d'Oltralpe!!! al di qua e al di là delle montagne, sulle colline o nelle pianure, esistenze vissute in stretto contatto, addirittura in dipendenza, dall'ASINO. Tante storie che ci uniscono, perlomeno nel rimpianto di un tempo passato ormai, ma che, con altre modalità, più aggiornate, può ancora tornare! | | | | | | | | |
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| | | Inserito da burro60 il 16-Set-2009 alle 13:09:11
Moderazioni espresse: 0 | | | | | | | | | | | | | | | | | Salve, a proposito di asinità e latte, mi sono sempre chiesto da dove provenisse questa mia attrazione e passione verso la "natura". Già nella prima infanzia era forte il richiamo, con i miei coetanei giocavamo a pallone o nascondino, ad acchiapparsi e spessisimo ad azzuffarsi, (eravamo divisi in bande) spessissimo lanciavo la proposta di andare ad esplorare zone più o meno selvagge, dai calanchi ai costoni di arenaria ricchi di fossili, al torrente a fare il bagno ed acchiappare ranocchi, ad abbuffarci di gelsi o sorbe, con i risultati che potete immagginare. A volte, spesso, però preferivo andarmene da solo a trovare nella loro masseria i miei "nonni di latte". Era un'avventura percorrere quei 4/5 Km. a piedi attraversare il torrente e superare i cani che erano a guardia delle greggi o delle masserie, ma la gioia di arrivare, entrare ed essere accolto dall'abbraccio forte e caloroso dei "nonni e degli zii", gli odori presenti nella cucina e la merenda con una fetta di pane, quello vero, e salame o solo con un filo di olio ed un pomodoro strusciato sopra, mi davano la forza di vincere qualsiasi paura e di non sentire la fatica o il dolore ai piedi (ricordo che la maggior parte delle volte partivo, senza dire nulla ai miei, con i sandali). E poi fino a tarda sera li aiutavo a governare gli animali: dai polli al maiale, mucche e vitelli al pascolo lungo i fossi dove c'era ancora un pò di erba verde. Riportare gli animali in stalla cercando di cavalcare un bue e la magica e calda atmosfera all'interno e la mungitura con l'inevitabile bicchiere di latte profumato ed ancora caldo. Ma più di qualsiasi altra cosa mi piaceva, quando all'imbrunire, si fissava il basto e si legava il cesto per riportare qualche pomodoro, un peperone ed alcune uova da preparare per la cena, magari un melone o dell'uva croccante e dolce, e ci si incamminava lungo il ripido sentiero arrivati al fosso mi era permesso salire sull'asino per un breve tratto pianeggiante ed io da li su osservavo con apprensione il momento delicato dell'attraversamento dell'acqua, all'inizio della mulattiera che era lunga ed in salita scendevo e attaccato alla coda rientravamo a casa. Entravo in paese al fianco dell'asina fiero e trionfante come un guerriero romano di ritorno da una gloriosa vittoria. Alessia la mia vera nonna non aveva avuto latte e mio padre fu allattato dalla "Nonna di latte". | | | | | | | | |
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