e se gli umani imparassimo di più dagli asini?
già una volta ho scritto che la reazione degli asini al maltrattamento dovrebbe farci pensare all'inutilità dei metodi repressivi con gli umani...
ora guardo come si muovono i miei asini: al mattino apro il loro recinto e loro sanno che percorrono alcuni metri e poi entrano in un grande pascolo, più o meno recintato, in cui resteranno fino al pomeriggio, liberi di scegliere cosa mangiare; ebbene, non si muove nessuno se non parte la vecchia signora; nel campo lei sceglie dove si va prima e quando si cambia zona. E ricordo anche durante le escursioni: i maschi (interi o castrati) tirano il gruppo, con passo potente, ma quando c'è un ostacolo (un guado, una griglia, una strettoia) aspettano che sia la femmina ad aprire la strada. Quando le femmine sono gravide (e gli altri lo sanno da certi odori che solo loro sentono; ho già visto papà insegnare al maschietto ad annusare e ridere se riconosce gli odori giusti), possono sempre scacciare il maschio dagli alimenti migliori. Quindi abbiamo una struttura rigorosamente matriarcale. Invece tra gli umani quando una femmina arriva a comandare, ha cercato di primeggiare con i maschi peggiorando i loro comportamenti: la Thatcher nelle politiche anti operaie, la Rice nelle guerre a afganistan e Iraq, la Livni nel bombardamento di Gaza; se invece anche noi riconoscessimo una struttura matriarcale (non delle donne al potere per copiare i maschi), non ci sarebbero più guerre, ci sarebbe una politica di equità sociale, ci sarebbero i diritti per tutti, a cominciare dai più deboli.
p.s. chissà ora che cazzate scriverà il "macho" ragliaconnoi..... |
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