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ZìMICHè sceccupensu il 31-Dic-2008 in Generica | ||||||||||||||||||||||||||||||||
Vengo a sapere che... IL CALENDARIO è USCITO! Vado a vedere e scarico! Anche se, per un attimo, mi chiedo se ne ho il diritto visto che non ho partecipato, votato. La risposta è si, ci mancherebbe! Eppoi, ci sono...c'è “Alcazìmichè”! Con mia sorpresa constato che ci sono tutte e tutti, ammucchiati in un grande collage che riproduce gli “scatti” del mondo asinesco mettendo “a nudo” vanità, vezzi, frivolezze e bellezze di cui non siamo certo esenti. Menomale! Tutti adesso sono contenti, anch'io. Lo sono perchè adesso ho un mezzo che può fare felice(anche se per poco) e può ridare speranze ad un cuore infranto ma che batte ininterrottamente da 80 anni: al mio giovane amico più vecchio di me di soli 34 anni il cui nick è ZìMICHè! Zìmichè diversi anni fa fu lasciato dalla moglie, allora aveva appena 60 anni. La moglie, una bella donna anche per quell'età: alta, giunonica, bei lineamenti, a tratti dolci ed aristocratici...forse troppo perchè il suo aspetto generale risultava enormemente altero, scostante, con-la-puzza-sotto-il-naso. Tanto era il suo desiderio di rinnegare la condizione umile dov'era nata e vissuta fino ad allora, che, per tutti e per chi ci ha vissuto a stretto contatto, appariva veracemente odiosa o semplicemente ridicola per me. Per Zìmichè lo stesso ed anche di più. Zìmichè aveva una moglie rompicoglioni che un povero marito qualsiasi con una mente sana e tranquilla può solo concepire per lei “il delitto perfetto”. Ma Zìmichè non l'ha fatto, ha sopportato da sempre. Sopportava anche quando, tornato la sera dal lavoro, lei, senza nemmeno guardarlo ma con gli occhi fissi sul televisore a vivere “Dallas”, a lui rivolgendosi, gli diceva: “Michè, vinnisti la mula, ah???” e lui con la voce insicura: “ ancora no... nun si la vò accattari nuddu...ehmm, nun è facili!...eh!?”. Eccoti! Lei, rinunciando ad una manciata di fotogrammi della telenovelas, lentamente si alzava dal divano, roteava la direzione e guardandolo dall'alto in basso, arcigna e da-paura, con il dito puntato su di lui come la bacchetta di un coniuge nazi che mostra, non il dito indice elegante ed affusolato personalizzato con tre anelli di finto diamante, ma un fallo enorme, smisuratamente più grande di qualsiasi virilità concepibile...ed anche “ equinità” accertabile... in questa condizione e posizione la moglie-mandingo-rompicoglioni-nazi-aristocratica-da-nobildonna-del-cazzo gli grida, con gli occhi fuori dalle orbite fino a toccare la punta del naso del povero marito da sembrare ancora più piccolo e mingherlino... gli grida in faccia: “allura portala a la carnazzeria, scannala!!! e dalla a li cani, minchia ca nun si autru!!!” e per chiudere come punto esclamativo: due sputi, uno sul viso e l'altro sulla “granatiera”, così tanto per essere chiaro chi era “u masculu ca porta li causi”. Alla faccia del bicarbonato di sodio!... avrebbe detto l'aristocratico più nobile mai esistito! Zìmichè non la strangolò neppure quella volta. -fece male, glie l'ho sempre detto. Quelle sono le occasioni da non perdere per il delitto perfetto ma anche imperfetto quando di mezzo c'è una mula o affini... La mula tuttavia un giorno non ritornò più nella stalla sotto l'astrico che portava su nella casa dove risiedeva la nobildonna con un fallo ultra-equino a posto del dito indice. “ Michè ammazzasti la mula, ah?” “ seee!!! la vinnivu!”...”ah, bravu! Vò mangiari?”...”se, eh cchi c'è?”... “ nenti ppi ttia, nuautri ammu mangiatu, dda c'è a pignata, a padedda, si ti vò abbilinari, fatti a pasta e va cùrcàti ca dumani t'ha susiri prestu!!!... e va lavati macari ca si senti u fitu di dda mulazza”... Zìmichè non l'ha impallinata neppure quella volta. Glie lo rinfaccio ancora oggi. Non solo, i giorni seguenti Zìmichè fece pulizia, liberando la stalla sotto la casa che era diventata una vergogna, per il vicinato, per la legge, per i pruriti evoluzionistici-perbenistici della moglie nazi-mandingo. Quando Zìmichè veniva ancora con la mula nella mia terra a fare lavori e la legava sotto l'olivo mentre lui potava o innestava con la solita maestria, io avevo 20 anni...ed “ a 20 anni si è stupidì davvero”... senza pudore, diciamo pure: coglioni!!! La scienza, la presunzione degli studi che sbeffeggiavano l'attaccamento ostinato al passato derelitto, povero, ignorante, da museo etnico-agreste, non mi fece cogliere il momento cruciale per Zimichè. Oggi avrei fatto un Intifada per questo! Ma allora non capii che Zìmichè buttava nella monnezza più indifferenziata i desideri amari delle mie utopie ancora non comprese. Mio padre mi disse allora che Zìmichè voleva portare “rratteddi” in campagna... io naturalmente preso fideisticamente dal trend della mia epoca, risposi con indifferenza e disturbo da intellettuale della scienza e dal progresso minchione. Zìmichè buttò veramente tutto allo “stazzone”, il meglio, il più prezioso finì in discarica. Orrore! Ma è così! Tuttavia, la mia follia ultra-latente allora riceveva nutrimento etereo, misterioso ed inconsapevole; c'erano allora nell'aria degli stimoli extra che omaggiavano la mia fortuna di essere uno ”sceccupensante” allo stato embrionale... Ho accettato di fargli portare alcune “cianfrusaglie” nel podere che iniziavo a gestire, scavalcando mio padre e tutte le cariatidi che pretendevano di fare di testa loro... Ho pertanto custodito un numero spesso esagerato di “sidduni“ , di “triorbe”, “zappatrici”, “erpici”, “...”, “gioghi”, “bilancieri”, cinghie” e affini che Zìmichè in quel periodo riuscì a portare da me studente cecato. Era la scusa della collezione ma sapevo dentro di me che una pazzia era pronta lì ad investire senza un senso preciso. Adesso ho ferri, sagome, pezzi forgiati o sagomati con la scure che non so ancora riconoscere ma ho tenuto e protetto come totem di un rito e credenze che adesso sono presenti, vivi e “grilli parlanti”. Purtroppo i basti, i panniddi, li virtuli sono andati persi... quelli sono stati i primi che Zìmichè ha buttato nei cassonetti(anni 80). Il patrimonio personale famigliare della civiltà contadina derisa e perseguitata, del resto, non aveva fatto una fine migliore: tutto ciò che organicamente era demolibile è stato consumato dai topi, dall'acqua, dal sole e non c'è più traccia neppure dei due carretti che i miei avi, nello stesso luogo dove adesso sto, possedevano e che ancora oggi sono oggetto di discussione quando se ne parla con mio padre. Un giorno, quando ancora andavo a scuola e me ne fottevo della campagna e di tutte le suppellettili, dei catanesi ( noti rapinatori di pari elevata professionalità dei bergamaschi ) riuscirono a trafugare i due carretti siciliani che mio padre e i suoi 5 fratelli, hanno utilizzato eroicamente, sopravvivendo alla guerra, al dopoguerra ma non alla riforma agraria e al dominio della Democrazia Cristiana e del Pci della “industrializzazione”e dei poli petrolchimici del sud, non sopravvissero nemmeno all'immigrazione che ha fatto grande la Fiat, tutta la Padania e ha permesso la cassa del mezzogiorno e la beffa dell'estinzione del latifondo. Ah, quei carretti mitici e quei muli leggendari rimasti dopo che Mussolini requisì a mio nonno, massaro Ghiuggi, i migliori per mandarli al fronte! Ne rimasero 3 fra cui c'era Brigante, ceco di un occhio ma grande e forte a dismisura tant'è che i miei lo ribattezzarono Polifemo. Ancora oggi piango quando vedo un carretto ed “odio” i catanesi( per questo tifo il Palermo di Zamparini e lo farei anche se il patron fosse Berlusca!!!). Intanto negli anni 80, quasi tutto il patrimonio di “oggettistica” e “strumentistica”equina di Zìmichè finì nello stazzone. Lui è stato l'ultimo baluardo, non ancora museo ma esemplare vivente di “pedi ncritati” e l'ultimo vero Signore per muli, asini e affini. Né io né Zimichè capivamo una minchia del progresso: lui ha buttato tutto nello stazzone ed io sono stato solo capace di recuperare frammenti di memoria. Beh, Zimichè, nonostante abbia venduto la mula e buttato tutto ciò che c'era nella stalla (che oggi i figli hanno trasformato in “tavernetta” e la ex moglie ci si va ad ubriacare come una vacca che davanti allo specchio si vede come la protagonista di una delle sue telenovelas) è stato cacciato via da quella miserevole aristocratica “grande fica...con la pelliccia e lo stivale”. Lei, dopo che la mula non c'era più disse...”ridendo forte: portami domani il cuore di tua madre per i miei cani”... trallallallà trallallallero... lei gli disse anche: “l'ultima tua prova sarà la morte”... ma Zimichè non arrivò a tanto, la mandò serenamente affanculo!... ancora oggi brindiamo a quell'evento. Zìmichè fu privato della mula e poi cacciato via dalla sua casa ma poi è arrivata la pensione dignitosa...450€ al mese e con le potature di olivi, gli innesti e le giornate da bracciante è riuscito a comprarsi una casa, a tre isolati da quella vecchia da cui è stato spodestato... se si contano sono 100 passi... “sai contare? Sai camminare?...contare e camminare insieme lo sai fare? allora conta e cammina...”...”1, 2 , 3, 4, 5,6,7,8...99 e 100... lo sai chi ci abita qua? Ah, u zù Tanu ci abita qua!... 100 passi ci sono da casa mia...100! ”... “ 1, 2, 3, 4, 5, 10, 100 passi...”. Scusate la digressione ma Peppino ritorna nella memoria di questi tempi... anche se c'è festa in giro ed anche se si parla di Zìmichè non posso fare a meno di ricordare un grande siciliano... PEPPINO IMPASTATO!!! ... .... ... ... Sono passati diversi anni ormai, ma ho capito chi è stato Zimichè e lui è ancora rimasto con l'odore che faceva la sua mula ed ha ancora la speranza di trovare il vero amore... il suo grande cuore gli ha fatto fare pazzie, ha cercato con i suoi occhi vispi laddove poteva solo scottarsi senza bruciarsi del tutto. Vive ancora e le mie asine non lo consolano. Mi viene a trovare sempre più raramente a mostrarmi le foto dell'ultima fidanzata che l'ha però lasciato. Subisce come un toro le truffe che badanti rumene più giovani di lui di 45 anni gli confezionano con regolare puntualità. Adesso è affranto e inconsolabile: la sua ultima fidanzata, dopo una notte d'amore, che spero per lui, immemorabile, se n'è scappata con 3000 euro. Un calendario può consolarlo? Voglio provarci! Lo stamperò e regalerò! Ne sono sicuro: andrà in giro, andrà a donne, a tentare di rimorchiare e dirà:”questo sono io e la televisione mi vuole fare un film...”. Non credo che il calendario riuscirà nel suo intendo ma forse gli ridarà nuovi strumenti e speranze. Sicuramente sarebbe più efficace se qualcuno del popolo di Raglio.com, sapendo di una donna sola parente o conoscente, di età adeguata ed indole affine, riuscisse a farli incontrare e magari...si arrivasse ad organizzare un matrimonio mitico con fisarmoniche, vino, balli, tarantate e calesse trainati dalle mie asine magari... non è impossibile, basta che la donna per Zìmichè esista... sarebbe una donna fortunata perchè guadagnerebbe la giusta compagnia, e ad aspettarla ci sarebbe il conforto di un uomo maturo, sensibile, abile, autonomo, rispettoso, divertente, proprietario di una casa “umile ma onesta”, con tutti i conforts, piena di luce e con i balconi traboccanti fiori di tutti i tipi, alberi in vaso, ortaggi coltivati nei cassoni davanti l'uscio... beh, può bastare, non parlo del calendario, forse lo farò l'anno prossimo, ci devo pensare... Colgo l'occasione per augurare a tutti BUON ANNO e BONA BEFANA |
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