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Dedicato a Bella mariobios il 28-Ott-2008 in Generica | ||||||||||||||||||||||||||||||||
Dedicato a “Bella”… Mi colpirono i suoi occhi,neri e pieni di sofferenza dignitosa. Mi guardò come si guarda un essere già passato per la sua vita,senza speranza. Era alta,molto alta,nonostante giacesse su un fianco,riconobbi da questo la sua origine,”nobile”. Provai a parlarle,ma niente si muoveva in lei se non quegli occhi,e il respiro lento del suo torace…La rassegnazione,cosciente,di una Femmina dolce e forte di carattere,Madre di numerosi figli,persi per strada. Dopo un po’ di mie chiacchere sussurrate,provò ad alzarsi da quel giaciglio,si sostenne tremando,facendomi intravedere le sue piaghe da decubito,per poi,lentamente,rimettersi prona. “Se vuoi,te la vendo,400 mila lire,prendere o lasciare!” STRONZO.E fascista.Vestito di nero,nero dentro soprattutto,lui la chiamava “Nilde”(da Nilde Jotti),poi aveva altri “personaggi”,che mostrava con la bava alla bocca:”Questo è Ochetto”,quell’altro “Berlinguer”….e accompagnava quei suoi deliri con risate da PORCO in un bordello. Nilde era destinata al macello,da lì a pochi giorni.Non serviva più ,non partoriva più somarelli destinati alle sagre dei Paesi lì intorno,era uno degli ultimi 94 esemplari viventi di Asino di Martina Franca,Razza usata dall’Esercito per produrre muli,di stazza notevole,protagonisti della 1a Guerra Mondiale.Io e Gil,da pochissimo insieme,avevamo il BISOGNO di FARE,tutto ,insieme.Decidemmo di comperarla,”metà per uno”… Arrivò con un Fiat Leoncino fino a quella casa sperduta dentro un bosco,dove il rumore del silenzio scriveva melodie con il vento e gli uccelli.E le nostre parole. Facevo “l’eremita”,ma avevo pur FATTO il veterinario…Nel giro di una ventina di giorni “Bella”(così ri-battezzata da Gil)era guarita dalle piaghe sul fianco,il mantello riprendeva il suo splendore,le forze erano tornate e la “signora”aveva ritrovato l’appetito,buon fieno e chili e chili di carote(oltre alla terapia intensiva e all‘amore) avevano operato il miracolo. Ricordo che avevo letto su un “sacro testo” che gli asini non saltavano(in altezza) più di 70/80 cm.Quando con un salto improvviso saltò fuori dal recinto ,alto un metro e venti,quella mattina capii che era guarita. NON giusto,a mio avviso,”umanizzare” gli animali…Ma Lei diventò una di noi,vagava LIBERA per il bosco tutto il giorno,poi,quando la sera io e Gil ci ritrovavamo in quel nido,sentiva il rumore della mia Citroen 2 cv ,e al galoppo(!) arrivava,sicura di prendersi-oltre alle nostre carezze-un po’ del nostro vino,e rubarci dalla bocca …una delle nostre sigarette,accesa.Poi,seduti su quella panchina fatta da me con rami di acacia,finalmente in pace,veniva a chiederci col muso di partecipare alle nostre carezze,poi dal muso passava al collo,poi le spalle…Insomma,se volevi salvarti da 3 quintali e passa di somara addosso,dovevi rifugiarti in casa.Una volta entrò,perfino,(avevo lasciato la porta aperta)si aggirò dappertutto annusando a piene froge tutto ciò che c’era,con una delicatezza che avrebbe potuto benissimo ben figurare in un negozio di cristalleria. Io ,allora,conducevo una vita molto solitaria.Lei veniva nel bosco con me,le avevo costruito un “basto” che riempivo di legna,che Lei portava pazientemente a casa.Un giorno trovai un vecchio albero caduto,enorme.Troppo grande per farlo a pezzi,con i miei mezzi(?).Idea:come ricordavo di aver visto in un documentario,legai all’albero una catena ,e questa a Bella. Sembrava che l’avesse sempre fatto,quello sforzo.Se lo portò a casa,con determinazione,mentre io,come uno scemo,non sapevo se ridere o commuovermi per QUELL’ANIMALE,molto più in gamba di me. Poi cominciai a montarla,”a pelo”…E lì furono guai:mi sgroppò dopo qualche giorno di sopportazione,fermandosi a guardarmi,in mezzo alla neve,con un ginocchio(il mio)che rimase incartonato per un mese.Ma…mi amava,di sicuro,perché un poco alla volta accettò questa mia voglia di farmi portare in giro. Io e Gil abbiamo avuto un “percorso” non facile,all’inizio.Entrambi con la “paura”di un vissuto precedente, assolutamente non incline a farci ricominciare da zero. Ricordo di una sera che lei non venne…In quel nido. Era inverno,già tardi,l’aria “sapeva di neve”,ma la mia tristezza aveva bisogno di Gente,di chiacchere assurde da Osteria,di vino… Presi Bella e andai nella bettola più vicina,qualche chilometro di colline,lungo un sentiero che Lei non aveva mai percorso.La legai fuori,poi entrai…e mi presi una bella sbronza.Mi portarono fuori aiutandomi,lo confesso SENZA vergogna,e mi aiutarono a salire su quel dorso ormai bianco di neve,come bianco era tutto il mondo attorno a noi,con quella luce spettrale del candore in mezzo al buio. “Dai,Bella,portami a casa”. I miei singhiozzi e le mie lacrime accompagnarono Mario,stretto al suo pelo caldo in quel tragitto in mezzo ad una bufera di neve,mentre Lei ,lentamente,da sola,senza nessuna partecipazione da parte mia,le grandi orecchie attente a riconoscere la strada e i miei lamenti,mi insegnava a vivere. Rimase con noi,in una nuova casa,con una stupenda stalla,per 7 anni. Quando arrivò,per NOI,il momento di “ripartire da zero” per trasferirci in un’altra casa ,dove non avremmo potuto portarla con noi(Riserva Naturale,vietata agli “ungulati”,per proteggere e preservare il Cervo della Mesola),arrivò il momento-tragico-della separazione. Ci eravamo informati per mesi e mesi,chiesto,rifiutato…finchè non trovammo una famiglia “a posto”,dove accasarla,in mezzo ad altro amore e ad altri animali. Non sto qui a descrivere” l’addio”. Quando,dopo un paio di mesi,superato il trauma,telefonammo per sapere come stava… “Bella?Tranquilli,sta benissimo,la nostra bambina si è innamorata di Lei,stanno sempre insieme…Unico problema:quando è venuto qui il maniscalco,per il taglio degli zoccoli…LEI gli ha strappato il “toscano” acceso dalla bocca…e se lo è mangiato!…” Mario. |
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