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la grande fuga pantagruele il 23-Apr-2008 in Generica | ||||||||||||||||||||||||||||||||
Un passo avanti e due indietro. Dopo l’inedita bonomia dimostrata nel week end scorso, Agnese stasera si era mostrata un po’ irritata. Effettivamente lunedì e martedì, causa diluvio, non l’avevo lasciata al pascolo, e ier sera mi ero potuto fermare solo un’oretta. Così, mentre le mettevo la capezza, ha deciso di marcarmi il braccio con un altro bel morso, per poi, con stoicismo asinino, chiudere gli occhi e voltare la testa aspettandosi il meritato scappellotto. Mentre pascolava (solito cerchio di 10 metri di diametro) ho dovuto assentarmi per un’oretta causa improvvisa chiamata di mia moglie. Al mio ritorno vedo che ha scoperto l’unico fienile che posso permettermi: bancali sollevati da terra con mattoni su cui sono appoggiate ballette di paglia e fieno coperte da un telo di pvc pesante. Con calma ha sfilato i cavi che tengono il telo, lo ha trascinato un po’ più in la e si è mangiata mezza balletta di medica e un terzo di balletta di paglia (ne ha anche nella mangiatoia ma quella rubata è meglio, si sa). Si è fatto tardi e mi sembra che dovrebbe essere sazia, per cui la riporto nel recinto, le sfilo la lunghina e mi avvio al cancello. Mentre mi giro per richiuderlo un fulmine peloso si infila nella fessura tra i battenti e si allontana al galoppo. Sapendo che il galoppo degli asini non dura granchè, la seguo con calma, frapponendomi tra lei e gli alveari prima e lei e l’orticello poi. “Non dura granchè”, naturalmente, può avere diversi significati. Nel caso attuale significano 100 metri al galoppo, con varie deviazioni. L’ultima la porta tra due filari della vigna del vicino. Forse sarebbe meglio lasciarla stancare, ma in questo momento le vigne emettono i germogli verdi da cui dipenderà la produzione dell’anno, molto appetitosi ed altrettanto fragili, e i miei vicini hanno il grilletto facile con gli animali nocivi. Per cui la tallono al fine di non lasciarle il tempo per brucarli. L’unico manuale di addestramento per asini che ho reperito (di Meredith Hodges) cita: per addestrare gli asini aiuta avere uno spiccato senso dell’umorismo. Effettivamente avessi potuto staccare biglietti per lo spettacolo del mio inseguimento avrei messo da parte un cospicuo gruzzoletto. La bestiola, per contrastare il mio passo veloce alternato a corsa, procedeva a testa alta, alternando ambio veloce a trotto, surclassandomi decisamente. Non ho potuto fare a meno di ammirare l’andatura: costante, veloce, con una discreta estensione, nella “pista” diritta del filare faceva un figurone:). Ad un certo punto mi sono reso conto che la “pista” del filare terminava in un’ansa del torrente contro l’argine. L’unica via di fuga era a destra. Quindi ho utilizzato la mia intelligenza umana contro quella della bestia. Ho imboccato un filare posizionato molto indietro: quando l’animale fosse giunto alla fine della sua pista sarebbe stato obbligato a dirigersi verso di me, io l’avrei bloccato di fronte e assicurato alla lunghina. Quando Agnese mi ha visto arrivare verso l’unica via di uscita è partita a un galoppo veloce e mi è sfrecciata davanti con 30 metri di vantaggio. Intelligenza bruta contro intelligenza umana 1 a 0. Il vicino, dopo aver accumulato materiale per divertire un nutrito uditorio nelle lunghe sere d’inverno degli anni a venire, si offre di aiutarmi e si avvicina in sella al suo scooter, dall’altra parte Agnese si trova di fronte un trattore, con tipica logica asinina sceglie il male conosciuto, quel soggetto che la nutre e l’abbevera tutti i giorni, ovvero io e si fa assicurare la lunghina. Dopo la solita pantomima per verificare che la mia mano sia sufficientemente salda, si fa ricondurre docilmente al recinto (a mezzo km. di distanza), con una sola esitazione al momento di superare il cancello. Credo che il prossimo weekend dovrò cercare di farla stancare. |
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