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Non dovrai più correre platero il 20-Dic-2015 in Generica | ||||||||||||||||||||||||||||||||
Ora non dovrai più correre. Potrai farlo, ma solo se vorrai. Sei con noi da sei settimane, quasi una quarantena. Giorni in cui ti ho osservato, a volte, lo ammetto: spiato, in cui ho parlato con te, ti ho accarezzato (sei molle, sembri senza ossa!), ti ho spazzolato (sei soffice), ti ho detto dei "No!" e ti ho chiamato. E ho iniziato a conoscerti. Come sei? qual è la tua indole? cosa "sai" fare? come sei stato addestrato? cosa non ti piace? quali sono i tuoi vizi? quali le tue paure? Ma, soprattutto: stai bene qua? e ancora: vai d'accordo con Pepito? E Pepito, che da otto anni vive con me, si relaziona con me, ha come riferimento costante e unico me, cosa ne pensa lui? Sei un intruso? un rivale? un amico? un compagno? Il suo parere è fondamentale. Vorrei che fosse lui, anzi, che foste voi, a decidere. Non posso fare errori. Non posso fare di una "presunta" infelicità, due infelicità. Allora vi osservo, vi studio, anche filmandovi. Anche mostrando i filmati a chi può darmi un parere competente, a chi gli asini e i cavalli li cura, a chi gli asini e i cavalli li addestra. A chi conosce meglio di me le dinamiche del branco, i rapporti sociali, le gerarchie. Ma poi, ultima a decidere sono io. Che conosco Pepito. Ma che ancora non ti conosco, Biscotto. Pronuncio il tuo nome, lo mastico in bocca e...mi piace! Guardo e riguardo i filmati. Guardo e riguardo i tuoi occhi. Cercando una risposta. Pepito ti cerca, vuole sempre coinvolgerti, vuole giocare. E' insistente, è fastidioso, è invadente: instancabilmente ostinato ad avere un contatto con te. E' affettuoso: cerca il contatto fisico, appoggia la sua testa sulla tua groppa. Tu non invadi il suo spazio, rispetti le distanze: si capisce che a te il branco ha insegnato le regole sociali...e a pensare per te stesso. E tu ti allontani, tu affretti quel tuo passo lento, cerchi di lasciarlo indietro, di scaricare quel testone appoggiato sulla tua schiena. Quando Pepito non si arrende, usi anche le maniere forti. Hai un modo tutto tuo di calciare, alzi il groppone e tac, con entrambi i posteriori, un bel doppio calcio ben assestato. Pepito si allontana, mortificato. Ma allora tu lo provochi, prendi i suoi giocattoli, la palla, un cono, e glieli scuoti davanti al naso: fatico a capirti. Il gioco riprende, vi impennate, rampate, uno inciampa, l'altro esita, Pepito parte al galoppo e guadagna terreno, ma tu con la potenza dei posteriori lo insegui, lo raggiungi e cerchi di morderlo. Il gioco continua. Vi osservo, alcuni giorni sono ottimista, altri giorni scuoto la testa sconfortata. Prima che tu arrivassi avevo preparato un ricovero per te e le prime sere vi separavo in due recinti diversi, con ciascuno la sua stalla. Poi ho unito i recinti, sono rimaste le due stallette, entrambe aperte. Cerco di capire dove dormite: insieme? non lo so. Chissà se la notte, sospesa la sfida per la dominanza, la gara per il mio affetto, il gioco e la provocazione, chissà se vi mettete vicini, a respirare lo stesso fiato, a sospirare gli stessi pensieri. Il fieno lo mangiate vicini, tranquilli. Quando vi dò pezzi di mela o carota aspettate disciplinati il vostro turno, facendo un passo indietro prima di prendere il cibo. Grazie a te Biscotto mi rendo conto di quanto Pepito sia ben addestrato: molte cose che lui sa fare e che io ormai davo per scontate, come se fossero naturali, mi accorgo che tu non le conosci, che ti comporti diversamente. Mi riferisco a cose come "cedere" o "andar contro" alle pressioni, come indietreggiare, girare ad un mio cenno col capo, fermarti se io mi arresto, camminare al mio fianco, lavorare in libertà. Cose che si imparano stando insieme ore giorni anni. Condividendo un cammino, una mela, una notte sotto le stelle. Tu Biscotto queste esperienze non le hai fatte. Questa condivisione non la conosci. Forse non hai mai dormito sotto le stelle con il tuo amico umano... forse lui nel suo sonno non ti ha mai sognato. Tu Biscotto sai correre. E' questo che facevi. E' questo che hai dovuto fare, per anni. Qualche giorno fa arriva la telefonata: sei qua da un mese, devo decidere. Non ti ho ancora sognato, nei miei sonni: quel segno, che aspettavo, non è ancora arrivato. Ma devo decidere. Si, Biscotto, si: ti tengo con noi! Tu e Pepito con il tempo diventerete amici. Il palio sarà solo un ricordo. E non dovrai più correre. |
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