3000 minatori aiutati da muli e cavalli estraevano lignite dalle gallerie per alimentare le centrali elettriche. Muli e cavalli lavoravano dentro le gallerie per tirare le chiatte (vagoncini) carichi fino alle scenderie dove un argano le agganciava e le portava al piano superiore fino all’ uscita. Gli animali lavoravano in tre turni come i loro conducenti. Si racconta che i muli sapevano contare perché gli venivano attaccate 8 chiatte di ferro cariche, ogni chiatta agganciata faceva rumore; se provavano a metterne 9 il mulo si rifiutava di partire; allora lo facevano partire con 8 chiatte e gli agganciavano la nona mentre camminava. La grande stalla attigua alla miniera ospitava una quarantina fra cavalli e muli e c’era anche un asino che viveva con loro. Nella foto vediamo l’ asino davanti ad un cavallo: successe che quel cavallo rimase cieco in galleria e avrebbero dovuto abbatterlo; il suo conducente chiese il permesso di provare a vedere se l’ asino avrebbe potuto guidare il cavallo; nessuno ci credeva ma accadde proprio una specie di miracolo perché il cavallo cominciò a seguire l’ asino e cosi’ continuò il suo lavoro in miniera. Gli animali che venivano usati erano tenuti con tutte le cure: biada a volontà, maniscalco fisso, veterinario ogni 7 giorni; ognuno aveva la sua attrezzatura come coperte, impermeabili ecc. |
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