La domanda di Heidiepeter sulle capezze di cordino sul sito raglio.com
e le risposte che son state date (a cui anch’io ho partecipato), mi hanno fatto venire la voglia di fare un articolo con la realizzazione di una capezzina del tipo americano usato per l’addestramento dei cavalli (da Parelli e tanti altri) ed inserirlo in questo sito, chissà…forse potrà essere utile a qualcuno. |
|
Per fare questo tipo di capezzina in genere si usa un cordino da mm 6 (ma nessuno vieta di usarlo da 5 o da 8); va benissimo il cordino classico da nautica costituito da un’anima interna multifilo ed una “calza” intrecciata per rivestimento esterno. All’apparenza il materiale con cui viene fatto di questo tipo di corde può sembrare lo stesso, ma non è proprio così: il solito nylon, il polietilene, il poliestere o addirittura il kevlar ed altri tipi di materiali sintetici, ma non mi sembra il caso di stare a perderci altro tempo, chi vorrà potrà approfondire per conto suo; la resistenza, la morbidezza, la cedevolezza e soprattutto la lavorabilità e non ultimo né meno importante … IL PREZZO, sono diversi a seconda del tipo di materiale.
In genere per fare la capezza destinata ad un cavallo necessitano fino a 7 metri di cordino, mentre per un asino possono essere sufficienti da 4,5 a 6 metri, ovviamente dipende dalla taglia dell’animale.
Per realizzare questo tipo di capezza si può procedere in due modi che pur non presentando grosse differenze nel risultato finale, presentano ben diversa difficoltà e procedimento nella realizzazione.
Necessita l’ avvertimento che la prima volta potrebbe saltare fuori un pasticcio, con i nodi aggrovigliati o sbagliati, le distanze sbagliate con tutto da rifare o correggere e … la corda che vola dalla finestra. Poi con calma ed amor proprio si disfa tutto e si rincomincia da capo facendo attenzione e lasciando momentaneamente in nervi da un’altra parte.
Inizieremo con la realizzazione di quella classica e a parer mio più bella, poi vedremo anche quella semplificata.
Per prima cosa si dovrebbe procedere col prendere alcune misure della testa dell’animale che dovrà indossare questa capezzina:
giro naso |
|
giro mento (non necessita raddoppiare la distanza compresa fra le due frecce gialle) |
|
Lunghezza mascella |
|
Giro nuca, da questo punto |
|
a questo |
|
Pur sembrando complessa, si tratta essenzialmente di saper fare due nodi più quello di chiusura:
uno è il “nodo semplice raddoppiato” o reintrecciato: |
|
l’altro è il nodo “Diamante” conosciuto anche come nodo “Fiadòr”. |
|
l’ultimo è il “nodo a rete o della bandiera” che poi è anche lo stesso che si usa per legare la longhina alla doppia asola di questo tipo di capezzina: |
|
per il primo, basta fare un nodo semplice |
|
e poi intrecciarci dentro un altro nodo semplice agendo in questo modo: |
|
|
il nodo è pronto per essere stretto ed ecco come si presenta alla fine |
|
qui arriviamo a quella che per molti costituisce la vera difficoltà: il Fiadòr
Per rendere la cosa più semplice, si può provare ad esercitarsi un po’ nell’intrecciare questo nodo, utilizzando uno spezzone di cordino lungo 100-120 cm.
Piegando a metà lo spezzone e tenendo tra due dita l’asola lunga circa cm 15, si piega il capo di destra in modo che torni su ad incrociarsi e vada a formare altre due asole, |
|
si piega ancora il capo e lo s’infila nella prima asola da destra |
|
a questo punto si prende l’altro capo (quello di sinistra) e lo si infila nell’asola a sinistra |
|
poi si gira e passando da sotto viene infilato nell’asola a destra |
|
quindi torna indietro infilandosi nell’asola affianco e riemerge |
|
per poi andare ad infilarsi sotto ad altri due capi |
|
l’ultimo passaggio lo porta ad un’altra infilata |
|
il nodo è terminato, a primo acchito potrebbe sembrare un groviglio, ma guardandolo bene ci si può raccapezzare, non resta che scegliere le due asole che verranno tenute larghe mentre tutto il resto verrà stretto. Le uniche due asole da scegliere (che rispondono alla nostra necessità di tenersi ferme, senza scorrere, quando una volta indossata, in qualunque momento potrebbe esserci della trazione), sono quelle in cui nessuno dei due capi va direttamente verso il centro per affondare tra le nostre dita, eccole qui, le ho segnate con due frecce gialle (in tutte le altre, uno dei due capi scende direttamente verso il centro del nodo) |
|
tenendo stretti i capi s’ inizia col tirare ed allargare le due asole fino a quando possono entrarci tre dita o più |
|
poi da sotto, ad uno ad uno vengono tirati i capi e così il nodo si stringe ed inizia a prendere forma |
|
se l’esecuzione del nodo è stata buona, lo si vede subito dalla simmetria e poi girandolo dall’altra parte si vede che i quattro capi escono tutti dal centro del nodo |
|
ed ecco come si presenta il nodo benfatto … |
|
… se siete arrivati fin qui siete stati bravi … e pazienti, ma attenzione! E’ vero che questo era il nodo più difficile, però il farlo con soltanto uno spezzone da 120 ha reso la cosa semplice, nella realtà dovrà essere fatto con un cordino lungo almeno 5 metri o più, vedremo che stavolta sarà meno semplice, ma dato che ci si potrà esercitare a disfare e rifare il nodo con lo spezzone corto, quando sarà il momento di utilizzare il cordino lungo, le difficoltà saranno quasi inesistenti un fiadòr può essere fatto in meno di un minuto e mezzo e tutta la capezza in 15-20 minuti.
Riprendiamo la corda lunga destinata a diventare la nostra capezzina, s’ inizia col misurare da un capo del cordino lasciando 80-100 cm (dipende dalle misure che son state prese dalla testa dell’animale), e si fa un nodo semplice (il suggerimento senz’altro utile è quello di NON stringere forte i nodi semplici durante tutta l’esecuzione per il fatto che dovranno essere rinfilati ecc. infatti verranno stretti tutti alla fine) , da quel punto ci si sposta secondo la misura del giro naso e si fa un nodo uguale (io preferisco farlo speculare, puramente per motivi estetici dati dalla simmetria), tenendo i due nodi affiancati, pieghiamo il cordino e ci troviamo davanti una specie d’asola (aperta), |
|
questa volta abbiamo un capo lungo cm 80-100 ed uno lungo cm 430-530, quello corto dovrà essere tenuto sul lato sinistro, (in modo che quando il nodo fiador sarà terminato, per poter continuare la realizzazione della capezza, rigireremo ciò che avremo ottenuto, dovremo fare un doppio nodo semplice che lo porterà a destra, e sarà pronto per un altro nodo ed infine, al momento d’indossare la capezza passerà intorno alla nuca dell’animale per chiudere la capezza con l’asola di sinistra in un nodo a rete … risulta quasi più difficile a dirsi che a farsi … CHE CASINO! TUTTO QUESTO SCRITTO TRA PARENTESI PUO’ ESSERE SALTATO A PIE’ PARI).
Ora andiamo passo passo…
Ci distanziamo dai due nodi per almeno 15-20 cm (o secondo le misure del giro mento che abbiamo annotato) e ripetiamo le manovre che ormai abbiamo ben imparato per fare il nodo fiadòr … a questo punto qualcuno direbbe: “FATTO?”
Bene, ora l’asola è diventata chiusa, nella parte superiore i due nodi semplici (che quando la capezza verrà indossata corrisponderanno coi lati delle canne nasali), nella parte bassa il fiadòr (che chiude l’asola).
Prendiamo i due capi liberi che escono dal fiadòr e troviamo il corto a sinistra, ci distanziamo di almeno 15 cm (o facciamo riferimento alla lunghezza mascella che abbiamo annotato),e annodiamo un nodo semplice raddoppiato che come detto prima inverte le posizioni dei due capi (eccolo segnalato dalle 4 frecce gialle). |
|
|
con questo nodo siamo arrivati fin quasi alla gola, ora dobbiamo risalire lungo la guancia passando sopra la mascella, per farlo dobbiamo lasciar perdere il capo corto e d’ora in poi lavoriamo soltanto con quello lungo, facciamo un altro nodo semplice, questa volta per renderlo raddoppiato dobbiamo utilizzare lo stesso capo che ha formato il nodo, quando questo nodo sarà terminato avremo anche ottenuto un’asola …”l’asola di chiusura della capezza” (indicato dalla freccia gialla) |
|
il percorso d’andata è terminato proprio con questo nodo dell’asola di chiusura, ora ci si trova a dover fare il percorso di ritorno, infatti il capo proveniente dall’asola di chiusura dev’essere infilato nel primo nodo semplice del naso (quello di sinistra) per completarlo facendolo diventare raddoppiato (frecce verdi) |
|
|
la stessa cosa vien fatta con il nodo di destra per completare il giro naso, facendo attenzione che le due corde corrano parallele e non si incrocino o sovrappongano |
|
non manca molto, dobbiamo solo far riincontrare i due capi e farli congiungere tramite l’ultimo nodo semplice raddoppiato.
Per poter stendere bene la capezzina e renderla più comprensibile mi son dovuto spostare su una superficie maggiore e cambiare sfondo … |
|
chi è arrivato a questo risultato è stato bravo, chi invece ha ottenuto qualcosa di diverso … calma, pazienza e … disfare per poi rincominciare.
Come detto sopra, esiste l’alternativa semplificata, si tratta dello stesso tipo di capezza ma senza il nodo fiador.
In questo caso si procede facendo in sequenza i vari nodi semplici e rispettando le distanze stabilite tra loro, |
|
si arriva al nodo dell’asola di chiusura e si torna indietro facendo diventare “raddoppiati” i nodi semplici, quando la capezza sarà terminata resterà ancora aperta sotto al mento in quanto mancherà il nodo di chiusura:
“Il Fiadòr”, |
|
prendendo ed avvicinando i due capi in corrispondenza del sottomento, |
|
li si annoda in un nodo semplice … ecco fatto anche questo è finito. |
|
Ho cambiato un’altra volta sfondo che è anche meglio! Chissà perché non c’ho pensato prima. |